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Ricorso cassazione tardivo: le regole da seguire

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una misura cautelare perché presentato tardivamente. La sentenza chiarisce che l’invio a mezzo posta non è una modalità valida per questo tipo di impugnazione. Di conseguenza, la data di presentazione coincide con quella di arrivo in cancelleria e non con quella di spedizione, rendendo il ricorso cassazione tardivo e, quindi, inaccoglibile.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cassazione Tardivo: L’Errore Procedurale che Costa Caro

Nel processo penale, la forma è sostanza. Il rispetto delle regole procedurali non è un mero formalismo, ma la garanzia fondamentale per la validità degli atti e la tutela dei diritti di tutte le parti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando inammissibile un ricorso cassazione tardivo contro una misura cautelare. La causa dell’errore? Una modalità di presentazione dell’atto non consentita dalla legge.

Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere come un errore apparentemente banale, come la scelta del mezzo di spedizione, possa avere conseguenze definitive sull’esito di un’impugnazione.

I Fatti del Caso: Un Appello Inviato per Posta

Un indagato, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere per reati gravi come estorsione aggravata dal metodo mafioso, decideva di impugnare l’ordinanza del Tribunale di Messina che confermava la misura. Il suo difensore, anziché depositare l’atto di ricorso direttamente presso la cancelleria del giudice competente o utilizzare le modalità telematiche, sceglieva di spedirlo tramite il servizio postale.

Il plico contenente il ricorso giungeva alla cancelleria del tribunale il 16 ottobre, ovvero 16 giorni dopo la notifica del provvedimento all’indagato e 20 giorni dopo la notifica al difensore. Questo ritardo si è rivelato fatale.

La Decisione sul Ricorso Cassazione Tardivo

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle ragioni dell’indagato, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa delle norme che disciplinano la presentazione delle impugnazioni in materia di misure cautelari personali, evidenziando la non conformità della modalità scelta dal ricorrente.

La Corte ha stabilito che la spedizione a mezzo posta non è prevista dalla legge per questo specifico tipo di ricorso. Di conseguenza, il momento di presentazione non poteva essere considerato quello della spedizione, bensì quello dell’effettiva ricezione da parte della cancelleria. A quella data, il termine perentorio di dieci giorni per impugnare era ampiamente scaduto.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si basa sulla combinazione di due articoli fondamentali del codice di procedura penale: l’art. 311 e l’art. 582. Queste norme stabiliscono in modo tassativo le modalità di presentazione delle impugnazioni contro le ordinanze in materia di libertà personale.

Le uniche forme ammesse sono:

1. Deposito telematico: Attraverso le modalità previste dall’art. 111-bis c.p.p.
2. Deposito personale: L’interessato o un suo incaricato possono presentare l’atto direttamente nella cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento.

Il principio di tassatività delle forme di impugnazione non ammette deroghe. La possibilità di spedire un ricorso tramite raccomandata, prevista dall’art. 583 c.p.p., è un’eccezione che non si applica ai procedimenti de libertate (relativi alla libertà personale), per i quali valgono le regole più stringenti degli artt. 311 e 582. Poiché la modalità postale non era consentita, la Corte ha applicato il principio generale secondo cui un atto è considerato ‘presentato’ solo nel momento in cui perviene materialmente all’ufficio destinatario. Calcolando i termini da quella data, il ricorso è risultato irrimediabilmente tardivo.

Le Conclusioni

La sentenza è un monito severo sull’importanza del rigore procedurale. Un errore nella forma di presentazione di un atto può precludere l’accesso alla giustizia e vanificare le ragioni di merito, anche se fondate. Per l’indagato, le conseguenze sono state pesanti: non solo il ricorso non è stato esaminato, ma è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Questa decisione sottolinea che, specialmente in materie delicate come quella della libertà personale, l’assistenza di un difensore esperto e attento alle formalità procedurali è indispensabile. La scelta della corretta modalità di presentazione di un’impugnazione non è un dettaglio trascurabile, ma un requisito di ammissibilità dal quale dipende l’intera sorte del ricorso.

È possibile presentare un ricorso per cassazione contro un’ordinanza cautelare tramite posta?
No, la sentenza chiarisce che il ricorso avverso le ordinanze emesse in materia di misure cautelari personali deve essere presentato secondo le modalità telematiche, personalmente o a mezzo di un incaricato presso la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento. L’invio postale non è una modalità consentita.

In caso di invio postale non consentito, quale data viene considerata per la presentazione del ricorso?
Quando il ricorso viene spedito con un mezzo non previsto dalla legge, come il servizio postale in questo caso, la data di presentazione non è quella della spedizione, ma quella in cui l’atto perviene effettivamente alla cancelleria del giudice.

Quali sono le conseguenze di un ricorso presentato in ritardo o con modalità errate?
Un ricorso presentato tardivamente o con forme non previste dalla legge viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta che la Corte non esamina il merito della questione e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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