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Ricorso cassazione sequestro: limiti e motivi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro l’annullamento di un sequestro preventivo. La decisione chiarisce che il ricorso per cassazione sequestro può essere fondato solo su una violazione di legge, escludendo i vizi di motivazione come l’illogicità o la contraddittorietà, in linea con l’art. 325 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cassazione Sequestro: Inammissibile se basato su Vizi di Motivazione

Un recente pronunciamento della Corte di Cassazione, la Sentenza n. 27183/2025, offre un chiarimento fondamentale sui limiti del ricorso per cassazione sequestro. La Corte ha ribadito un principio consolidato: questo tipo di ricorso è ammesso solo per violazione di legge, escludendo categoricamente i vizi di motivazione. Analizziamo la vicenda per comprendere le implicazioni di questa decisione.

I Fatti del Caso: Dal Sequestro all’Annullamento

La vicenda ha origine con un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari. L’oggetto del sequestro era una porzione di giardino di proprietà di un privato, che secondo l’accusa era stata realizzata occupando abusivamente un tratto di strada pubblica. Le ipotesi di reato contestate erano quelle previste dagli articoli 633 (Invasione di terreni o edifici) e 639-bis del codice penale.

L’indagato ha presentato una richiesta di riesame al Tribunale competente, il quale ha accolto l’istanza e annullato il sequestro. La ragione dell’annullamento risiedeva nella valutazione del Tribunale, che non ha ravvisato il cosiddetto fumus commissi delicti, ovvero la sussistenza di sufficienti indizi di reato.

Il Ricorso per Cassazione Sequestro e i Motivi del P.M.

Contro la decisione del Tribunale del Riesame, il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per cassazione sequestro. Il Pubblico Ministero ha basato il proprio ricorso su un unico motivo, riconducibile all’articolo 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale. In sostanza, ha lamentato la contraddittorietà e l’illogicità della motivazione dell’ordinanza di annullamento. Tra le varie argomentazioni, il P.M. sosteneva che il Tribunale avesse ignorato la documentazione che provava la difformità dell’opera rispetto al permesso di costruire e che avesse erroneamente interpretato la natura permanente del reato, i cui effetti illeciti non sarebbero cessati.

Le Motivazioni della Suprema Corte: La Distinzione tra Violazione di Legge e Vizio di Motivazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito delle argomentazioni del Pubblico Ministero. La decisione si fonda su un punto procedurale cruciale, disciplinato dall’articolo 325, comma 1, del codice di procedura penale.

Questa norma stabilisce che il ricorso per cassazione contro le ordinanze emesse in materia di sequestro preventivo è consentito esclusivamente per violazione di legge. La giurisprudenza costante delle Sezioni Unite della Cassazione ha chiarito da tempo che nella nozione di ‘violazione di legge’ non rientrano i vizi della motivazione, come l’illogicità o la contraddittorietà.

Un vizio di motivazione si verifica quando il ragionamento del giudice è difettoso, ma non necessariamente quando applica erroneamente una norma. La ‘violazione di legge’, invece, riguarda un errore nell’applicazione o interpretazione di una disposizione normativa. L’unica eccezione in cui un difetto di motivazione può assurgere a violazione di legge è quando la motivazione è totalmente assente o meramente apparente, cioè talmente generica da non consentire di comprendere il percorso logico seguito dal giudice.

Nel caso di specie, il Procuratore ha esplicitamente qualificato il proprio ricorso come un vizio di motivazione ai sensi della lettera e) dell’art. 606. Di conseguenza, ha proposto un motivo non consentito dalla legge per questa specifica tipologia di impugnazione. Pertanto, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del ricorso.

Conclusioni: L’Inammissibilità del Ricorso e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza conferma un importante principio di procedura penale: la strada per contestare in Cassazione un’ordinanza in materia di sequestro è molto stretta. Non è sufficiente sostenere che il giudice del riesame abbia ragionato in modo illogico o contraddittorio. È necessario dimostrare che ha commesso un vero e proprio errore di diritto, applicando una norma sbagliata o interpretandola in modo scorretto. Questa distinzione è fondamentale per gli operatori del diritto, che devono strutturare con estrema attenzione i motivi di un eventuale ricorso, pena la sua immediata declaratoria di inammissibilità.

Per quale motivo il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato proposto per un motivo non consentito dalla legge. Nello specifico, era basato su vizi di motivazione (illogicità e contraddittorietà), mentre l’art. 325, comma 1, cod. proc. pen. ammette il ricorso per cassazione contro ordinanze in materia di sequestro preventivo solo per violazione di legge.

Qual è l’unico motivo per cui si può ricorrere in Cassazione contro un’ordinanza in materia di sequestro?
L’unico motivo ammesso è la violazione di legge. Questo significa che si può contestare solo un errore del giudice nell’interpretazione o nell’applicazione di una norma di diritto, e non la logicità o la coerenza del suo ragionamento.

Un vizio di motivazione, come l’illogicità, può mai essere considerato una violazione di legge?
No, secondo la giurisprudenza consolidata richiamata nella sentenza, i vizi di motivazione come l’illogicità o la contraddittorietà non rientrano nella nozione di ‘violazione di legge’. L’unica eccezione è rappresentata dai casi di mancanza assoluta o di mera apparenza della motivazione, che però non corrispondevano al caso denunciato dal ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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