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Ricorso cassazione personale: la firma dell’avvocato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5811/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso cassazione personale presentato da un imputato. La legge richiede, a pena di inammissibilità, la firma di un avvocato iscritto all’albo speciale, statuendo che tale requisito non viola il diritto di difesa.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cassazione Personale: Perché è Obbligatoria la Firma dell’Avvocato

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso cassazione personale da parte dell’imputato non è più ammesso. La sentenza in esame, emessa dalla Settima Sezione Penale, chiarisce in modo definitivo che l’assistenza di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori è un requisito indispensabile, la cui mancanza comporta una declaratoria di inammissibilità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine dal ricorso presentato personalmente da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. Sia la sentenza impugnata che il ricorso erano successivi all’entrata in vigore della Legge n. 103 del 2017, una riforma che ha modificato in modo significativo le regole per l’accesso alla Corte di Cassazione. L’imputato, agendo in prima persona, ha tentato di portare le proprie ragioni direttamente davanti alla Suprema Corte, sollevando anche dubbi sulla costituzionalità della norma che gli impediva di farlo.

La Decisione sul ricorso cassazione personale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una lettura chiara e rigorosa dell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla citata legge. I giudici hanno stabilito che la facoltà per l’imputato di presentare personalmente ricorso è stata esclusa. L’atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale, a pena di inammissibilità.

La Corte ha inoltre precisato che non sono sufficienti espedienti formali, come l’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un legale o una mera sottoscrizione del difensore “per accettazione” del mandato. È la titolarità stessa dell’atto che deve appartenere al difensore specializzato.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione della riforma del 2017. La legge ha introdotto un filtro di tecnicità per l’accesso al giudizio di legittimità. La Suprema Corte ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge, non di riesaminare i fatti del processo. Questo compito richiede una competenza tecnica specifica che solo un avvocato cassazionista può garantire.

I giudici hanno anche respinto la questione di legittimità costituzionale sollevata dal ricorrente. Secondo la Corte, richiedere la rappresentanza tecnica per il ricorso in Cassazione rientra nella piena discrezionalità del legislatore. Questa scelta non lede il diritto di difesa (art. 24 e 111 Cost.) né i principi del giusto processo sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 6 CEDU). Al contrario, assicura che la difesa sia esercitata nel modo più efficace possibile nel complesso contesto del giudizio di legittimità.

La Corte ha richiamato precedenti autorevoli, incluse le Sezioni Unite (sent. Aiello n. 8914/2017), che hanno già confermato come tale requisito non costituisca una limitazione ingiustificata delle facoltà difensive, ma una modalità di esercizio delle stesse, finalizzata a garantirne la qualità e l’efficacia.

Le Conclusioni

La decisione in commento consolida un orientamento ormai granitico: chi intende impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione deve necessariamente affidarsi a un avvocato iscritto all’albo speciale. Il fai-da-te processuale, in questa sede, non è ammesso e conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di una difesa tecnica qualificata per affrontare il più alto grado del giudizio penale.

Un imputato può presentare personalmente ricorso alla Corte di Cassazione?
No. Dopo la riforma introdotta con la Legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori.

Richiedere la firma di un avvocato per il ricorso in Cassazione viola il diritto di difesa?
No. Secondo la Corte di Cassazione, che richiama principi costituzionali e della CEDU, imporre la rappresentanza tecnica rientra nella discrezionalità del legislatore e non costituisce una limitazione del diritto di difesa, ma una modalità per garantirne l’effettività e la tecnicità nel giudizio di legittimità.

Cosa succede se un ricorso viene presentato personalmente dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esaminerà il merito delle questioni sollevate e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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