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Ricorso Cassazione personale: inammissibilità e costi

Un detenuto presenta un ricorso cassazione personale avverso il diniego della liberazione anticipata. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che, a seguito della riforma del 2017, è obbligatoria l’assistenza di un avvocato specializzato per questo tipo di impugnazione. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione personale: perché è una mossa rischiosa

Presentare un ricorso cassazione personale, ovvero senza l’assistenza di un legale, è una scelta che può avere conseguenze gravi e costose. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo conferma, dichiarando inammissibile l’impugnazione di un detenuto e condannandolo al pagamento di una cospicua sanzione. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale della rappresentanza tecnica qualificata nel giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Un detenuto si era visto respingere dal Tribunale di Sorveglianza la sua istanza per ottenere la liberazione anticipata relativa a più semestri di pena. Ritenendo ingiusta la decisione, ha scelto di agire in autonomia, presentando personalmente un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione per chiederne l’annullamento.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso cassazione personale

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione non è nemmeno entrata nel merito della questione. Con una decisione netta e procedurale, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è puramente formale ma insuperabile: dopo le modifiche legislative del 2017, il ricorso per cassazione in materia penale non può più essere presentato personalmente dalla parte interessata, ma deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione sulla modifica dell’articolo 613 del codice di procedura penale, operata dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017. Questa riforma ha soppresso l’inciso ‘salvo che la parte non vi provveda personalmente’, eliminando di fatto la possibilità per l’imputato o la parte civile di presentare autonomamente il ricorso in Cassazione.

I giudici hanno inoltre richiamato un’importante sentenza delle Sezioni Unite (n. 8914 del 2017), la quale ha già stabilito che tale obbligo non viola né la Costituzione (art. 111) né la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 6). Secondo la Corte, richiedere una rappresentanza tecnica di alto livello è una scelta ragionevole del legislatore, data l’elevata complessità del giudizio di legittimità, che si concentra su questioni di diritto e non sui fatti del caso. L’esclusione della difesa personale è quindi giustificata per garantire la qualità e la pertinenza degli argomenti portati all’attenzione della Suprema Corte.

Le Conclusioni

Le conseguenze pratiche di questa decisione sono severe. Oltre a non vedere esaminata la propria richiesta, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. A ciò si è aggiunta una sanzione di 3.000 euro da versare alla Cassa delle ammende, motivata dalla ‘colpa connessa all’irritualità dell’impugnazione’.

Questo provvedimento serve da monito: il ricorso cassazione personale nel processo penale non è più un’opzione percorribile. Affidarsi a un difensore specializzato non è solo una formalità, ma un requisito indispensabile per accedere al giudizio di legittimità, evitando una declaratoria di inammissibilità e le relative sanzioni economiche.

È possibile presentare un ricorso in Cassazione personalmente senza un avvocato?
No, a seguito della modifica dell’art. 613 cod. proc. pen. introdotta dalla legge n. 103 del 2017, il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale. L’opzione per la parte di provvedere personalmente è stata eliminata.

La norma che obbliga ad avere un avvocato per il ricorso in Cassazione è costituzionale?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando una sua precedente decisione a Sezioni Unite (n. 8914/2017), ha confermato che tale obbligo è manifestamente non incostituzionale. Rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere una rappresentanza tecnica qualificata, data la complessità del giudizio di legittimità.

Quali sono le conseguenze se si presenta un ricorso per cassazione senza avvocato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile senza che la Corte ne esamini il merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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