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Ricorso cassazione personale: inammissibile senza avvocato

Un individuo, condannato per tentata rapina aggravata, ha presentato un ricorso per cassazione personale. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che, a seguito della riforma del 2017, solo un avvocato iscritto all’albo speciale può presentare tale impugnazione. La Corte ha inoltre giudicato manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale sollevata, confermando la necessità della difesa tecnica qualificata.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Perché è Necessaria la Firma dell’Avvocato?

Presentare un ricorso cassazione personale, ovvero redatto e sottoscritto direttamente dall’imputato, non è più possibile nel nostro ordinamento. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con chiarezza, dichiarando inammissibile l’impugnazione di un condannato e confermando la necessità imprescindibile di una difesa tecnica qualificata. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso Personale

Il caso trae origine dalla condanna per tentata rapina aggravata inflitta a un individuo prima dal Tribunale e poi dalla Corte di Appello di Torino. Ritenendo ingiusta la sentenza di secondo grado, l’imputato decideva di impugnarla, proponendo personalmente ricorso per cassazione.

Nei motivi del ricorso, egli lamentava un difetto di motivazione riguardo alla mancata esclusione della recidiva e sollevava una questione di legittimità costituzionale dell’articolo 613 del codice di procedura penale, la norma che regola proprio le modalità di presentazione del ricorso alla Suprema Corte.

La Decisione della Corte: il Ricorso Cassazione Personale è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una procedura snella e immediata (de plano), ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. La decisione si fonda su un presupposto procedurale insuperabile: il ricorso è stato proposto da un soggetto non legittimato a farlo.

La Corte ha evidenziato come, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 103 del 2017, l’articolo 613 del codice di procedura penale stabilisca in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione può essere proposto esclusivamente da difensori iscritti nell’apposito albo delle giurisdizioni superiori. È stata quindi eliminata la possibilità per l’imputato di agire personalmente in questa fase del giudizio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha articolato la sua decisione su due pilastri fondamentali.

In primo luogo, ha affrontato la questione della legittimità costituzionale sollevata dal ricorrente. Richiamando una precedente e autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2018), i giudici hanno affermato che la norma non viola né la Costituzione né la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Rientra, infatti, nella piena discrezionalità del legislatore richiedere un elevato livello di qualificazione professionale per l’esercizio del diritto di difesa davanti alla Corte di Cassazione. Questa scelta è ragionevole e mira a garantire la serietà e la tecnicità delle impugnazioni, senza per questo limitare il diritto di difesa. Il sistema, infatti, prevede l’istituto del patrocinio a spese dello Stato, che assicura a chi non ha mezzi economici di essere assistito da un difensore qualificato.

In secondo luogo, la Corte ha concluso che, essendo il ricorso proposto personalmente e non da un avvocato abilitato, l’impugnazione doveva essere considerata inammissibile. Tale declaratoria ha comportato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione richiede un filtro tecnico invalicabile. Il ricorso cassazione personale è una strada non più percorribile. La complessità del giudizio di legittimità impone l’assistenza di un professionista specializzato, una scelta che il legislatore ha ritenuto necessaria per assicurare l’efficienza e la qualità della giustizia. Per i cittadini, ciò significa che per contestare una sentenza penale di secondo grado è obbligatorio rivolgersi a un avvocato cassazionista, l’unico soggetto legittimato a presentare il ricorso.

Un imputato può presentare personalmente ricorso per cassazione?
No, a seguito della modifica dell’art. 613 c.p.p. introdotta dalla legge n. 103 del 2017, il ricorso può essere proposto soltanto da difensori iscritti nell’albo speciale delle giurisdizioni superiori.

L’obbligo di avere un avvocato per il ricorso in Cassazione è costituzionale?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando una precedente pronuncia delle Sezioni Unite, ha affermato che tale obbligo non è in contrasto con la Costituzione, in quanto rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere una rappresentanza tecnica qualificata, senza che ciò limiti il diritto di difesa, garantito anche attraverso il patrocinio a spese dello Stato.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata determinata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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