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Ricorso Cassazione personale: inammissibile dopo Orlando

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34868/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione personale presentato da un condannato. La decisione si fonda sull’applicazione della Riforma Orlando (L. 103/2017), che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione del ricorso da parte di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Il caso riguardava un reclamo contro la proroga del regime detentivo speciale ex art. 41 bis.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cassazione Personale: La Cassazione Ribadisce l’Inammissibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha confermato un principio fondamentale della procedura penale post-Riforma Orlando: l’impossibilità per l’imputato o il condannato di presentare un ricorso cassazione personale. Questa decisione sottolinea l’importanza del ruolo del difensore tecnico specializzato nel giudizio di legittimità, escludendo l’iniziativa processuale diretta della parte. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma, che aveva respinto il reclamo di un detenuto avverso il decreto ministeriale di proroga del regime detentivo speciale previsto dall’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario. Sentendosi leso nei suoi diritti, il condannato ha deciso di impugnare tale provvedimento, proponendo personalmente, con un atto a sua firma, ricorso presso la Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso cassazione personale

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile de plano, ovvero senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente. La decisione si basa su una chiara preclusione normativa: l’atto era stato presentato personalmente dal condannato e non, come richiesto dalla legge, da un avvocato iscritto all’albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nell’impatto della legge n. 103 del 2017, meglio nota come Riforma Orlando. Questa legge ha modificato in modo sostanziale le regole per l’accesso al giudizio di cassazione. Specificamente, gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, come novellati dalla riforma, stabiliscono in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore abilitato.

La Corte ha ricordato che, con l’entrata in vigore di tale normativa, è stata definitivamente eliminata la facoltà dell’imputato (e, di conseguenza, del condannato) di proporre personalmente l’impugnazione di legittimità. Questo principio era già stato consolidato da una precedente e autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza Aiello del 2017). L’inammissibilità, in questi casi, è talmente evidente da poter essere dichiarata con una procedura semplificata, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, cod.proc.pen., introdotto dalla stessa Riforma Orlando.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame funge da importante promemoria sulle attuali regole procedurali. Chiunque intenda portare una questione davanti alla Corte di Cassazione in ambito penale deve necessariamente avvalersi di un avvocato cassazionista. Il fai-da-te processuale è escluso per legge. Questa scelta legislativa mira a garantire un filtro tecnico qualificato, assicurando che i ricorsi presentati alla Suprema Corte posseggano un livello adeguato di specificità e tecnicismo giuridico, evitando di ingolfare la Corte con impugnazioni prive dei requisiti minimi di ammissibilità. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità assoluta di affidarsi a professionisti specializzati per la difesa dei propri diritti nel più alto grado di giudizio.

È possibile per un condannato presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, in seguito alla Riforma Orlando (legge n. 103 del 2017), il ricorso per cassazione in materia penale deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione, pena l’inammissibilità.

Qual è la conseguenza di un ricorso presentato personalmente dal condannato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile ‘de plano’, cioè con una procedura semplificata e senza che la Corte esamini le questioni di merito sollevate, proprio a causa della mancanza di un requisito formale essenziale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, in assenza di elementi che escludano una sua colpa, al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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