Ricorso in Cassazione Penale: Guida all’Ordinanza della Suprema Corte
Il ricorso in Cassazione penale rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, un momento cruciale in cui non si discutono più i fatti, ma la corretta applicazione della legge. L’ordinanza che analizziamo oggi, emessa dalla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, ci offre uno spaccato di questo complesso iter procedurale. Sebbene il documento non entri nel merito della vicenda, il suo esame ci permette di comprendere le tappe fondamentali del processo di legittimità.
Il Contesto Procedurale
L’atto in esame è un’ordinanza emessa a seguito del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro. Questo significa che il processo ha già attraversato due gradi di giudizio, dove i fatti sono stati accertati e valutati. L’imputato, non soddisfatto della decisione d’appello, ha deciso di adire la Suprema Corte, lamentando presunti errori di diritto commessi dai giudici precedenti.
L’Iter davanti alla Corte di Cassazione
Il documento indica elementi chiave della procedura. Innanzitutto, viene menzionata la data dell’udienza, fissata per il 2 aprile 2025. Questo è il momento in cui il caso viene discusso davanti al collegio giudicante. Viene inoltre indicato il nome del Presidente del collegio e del Consigliere Relatore. Quest’ultimo ha un ruolo fondamentale: è il giudice incaricato di studiare approfonditamente gli atti, preparare una relazione e presentarla al collegio durante la camera di consiglio, delineando i punti salienti del ricorso e le questioni giuridiche da risolvere.
La Natura dell’Ordinanza nel Giudizio di Legittimità
È importante sottolineare che il documento in analisi è un’ordinanza e non una sentenza. Nel contesto di un ricorso in Cassazione penale, l’ordinanza ha tipicamente una funzione interlocutoria o procedurale. In questo caso specifico, l’atto certifica che il processo è giunto alla fase di trattazione, con la fissazione dell’udienza e la notifica alle parti. Non contiene, quindi, la decisione finale sul ricorso, ma ne attesta il regolare svolgimento.
Le Motivazioni
Un’ordinanza di questo tipo, essendo un atto che regola lo svolgimento del processo, non contiene le motivazioni sul merito del ricorso. Le motivazioni rappresentano il cuore di ogni decisione giudiziaria, la sezione in cui il giudice spiega l’iter logico-giuridico che lo ha portato a una determinata conclusione. In una futura sentenza, la Corte di Cassazione esporrà dettagliatamente le ragioni per cui il ricorso viene accolto o respinto, analizzando ogni singolo motivo di doglianza e confrontandolo con i principi di diritto e la giurisprudenza consolidata. Sarà in quella sede che si comprenderà se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente o meno la legge.
Le Conclusioni
Le conclusioni di questo procedimento non sono contenute nel presente documento. L’esito finale del ricorso in Cassazione penale sarà formalizzato in una successiva sentenza o ordinanza. La Corte potrà decidere di dichiarare il ricorso inammissibile (se privo dei requisiti di legge), di rigettarlo (confermando la sentenza impugnata) oppure di accoglierlo. In caso di accoglimento, la Corte può annullare la sentenza senza rinvio, se non sono necessari ulteriori accertamenti di fatto, oppure con rinvio, rimandando il caso a un altro giudice di merito per un nuovo esame alla luce dei principi di diritto stabiliti dalla Cassazione stessa.
Cosa significa che la Corte di Cassazione emette un’ordinanza?
Un’ordinanza della Corte di Cassazione, come quella in esame, è un atto che generalmente regola aspetti procedurali del giudizio. Non decide il merito finale del ricorso, ma attesta fasi importanti come la fissazione dell’udienza e l’avviso alle parti, preparando il terreno per la decisione definitiva.
Chi è il Consigliere Relatore e qual è il suo ruolo?
Il Consigliere Relatore è il giudice, membro del collegio, a cui viene assegnato lo studio preliminare e approfondito del ricorso. Il suo compito è preparare una relazione sui fatti e sulle questioni di diritto, che verrà poi esposta agli altri giudici per facilitare la discussione e la decisione collegiale.
Cosa accade dopo l’udienza indicata nell’ordinanza?
Dopo l’udienza di discussione, il collegio della Corte di Cassazione si ritira in camera di consiglio per deliberare. La decisione finale sul ricorso (inammissibilità, rigetto o accoglimento) verrà poi formalizzata e depositata in un successivo provvedimento, che sarà una sentenza o un’ordinanza motivata.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 15387 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 15387 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 02/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CROTONE il 13/06/1956
avverso la sentenza del 10/06/2024 della CORTE APPELLO di CATANZARO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
Visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminato il ricorso proposto a mezzo dei difensore da NOME COGNOME ritenuto responsabile nelle conformi sentenze di merito dei reato di cui all’art.
590 cod. peri.
Rilevato che i ricorrente lamenta, nel motivo unico proposto, i; vizo della manifesta iilogicità della motivazione.
Considerato che le ragioni di doglianza sono state formulate in tern
– lini dei tutto aspecifici, contenendo il ricorso censure assolutamente generiche circa la
mancanza di idonea motivazione nella pronuncia impugnata.
Considerato che i motivi del ricorso, a pena di inamniissibà Eirt.t. 581
591 cod.proc.pen.), devono indicare specificamente le ragioni di dtto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta: nel presente caso è assente ogni
confronto con le adeguate giustificazioni a sostegno del decisum.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissible, co,
-ì
condanna dei ricorrente ai pagamento delle spese processuoii e della somma d;
curo tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente ai pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle
ammende.
Così deciso i 2 aprile 2025