Analisi di un’Ordinanza: Il Ruolo del Ricorso in Cassazione Penale
L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione rappresenta un momento cruciale nell’iter giudiziario. Sebbene il documento analizzato sia molto sintetico, offre l’occasione per approfondire il significato e la funzione di un ricorso in Cassazione Penale e dei provvedimenti che ne derivano. Comprendere questi meccanismi è fondamentale per chiunque voglia orientarsi nel complesso mondo della giustizia penale.
Il Contesto Processuale: Dall’Appello alla Cassazione
Il caso in esame nasce da un’impugnazione. Un imputato, a seguito di una condanna da parte della Corte d’Appello di Torino, ha presentato un ricorso alla Corte di Cassazione. Questo è l’ultimo grado di giudizio previsto dal nostro ordinamento, ma con una funzione ben precisa: la Corte non riesamina i fatti per stabilire chi ha torto o ragione, ma valuta se i giudici precedenti hanno applicato correttamente le norme di legge e di procedura.
Il documento in oggetto è l’atto formale che attesta l’avvenuta udienza e la conseguente decisione. Si tratta di un’ordinanza, un provvedimento che, a differenza della sentenza, spesso risolve questioni procedurali o decide il ricorso con una motivazione semplificata, ad esempio quando lo ritiene palesemente inammissibile o infondato.
L’importanza del ricorso in Cassazione Penale
Il ricorso in Cassazione Penale è uno strumento di garanzia fondamentale. Esso assicura l’uniformità dell’interpretazione della legge su tutto il territorio nazionale e corregge eventuali errori di diritto commessi nei precedenti gradi di giudizio. La decisione della Corte, che sia di accoglimento o di rigetto, è definitiva e conclude la vicenda processuale, salvo rari casi di revisione.
Le Motivazioni della Decisione
Il frammento di ordinanza che abbiamo esaminato non contiene le motivazioni della decisione. Questa è una prassi comune per gli estratti o le minute. La motivazione rappresenta il cuore del provvedimento: è la parte in cui i giudici spiegano il ragionamento logico-giuridico che li ha portati a una determinata conclusione. Senza la motivazione, conosciamo l’esito ma non il perché. La pubblicazione integrale del testo, che avviene in un secondo momento, è essenziale per comprendere appieno la portata della pronuncia, le ragioni del rigetto o dell’accoglimento del ricorso e i principi di diritto affermati dalla Corte.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
In conclusione, anche un documento apparentemente scarno come un’ordinanza senza motivazioni ha un suo preciso significato nel contesto processuale. Ci informa che il percorso giudiziario è giunto a una delle sue tappe finali. Per le parti coinvolte, questo atto segna la necessità di attendere il deposito delle motivazioni per conoscere le ragioni della decisione e comprendere le sue conseguenze definitive. Per gli operatori del diritto, invece, ogni pronuncia della Cassazione è un potenziale precedente da studiare per orientare la difesa in casi futuri.
Che cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione?
È un provvedimento giudiziario che, in questo contesto, formalizza una decisione presa in udienza su un ricorso. A differenza di una sentenza complessa, può risolvere questioni procedurali o definire il ricorso in modo più snello.
Qual era l’oggetto del ricorso in questo caso?
Il ricorso è stato presentato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. Il documento, tuttavia, non fornisce dettagli sui reati contestati o sui motivi specifici dell’impugnazione.
Qual è stata la decisione della Corte?
Il documento attesta che una decisione è stata presa in data 10 aprile 2025, ma non specifica l’esito, ovvero se il ricorso sia stato accolto, respinto o dichiarato inammissibile. Per conoscere l’esito e le ragioni, è necessario attendere il testo completo del provvedimento.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17318 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17318 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 31/07/1989
avverso la sentenza del 14/10/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME
Rilevato che l’unico motivo di ricorso che contesta l’inosservanza dell’art. 129 cod. pro
pen. in relazione all’art. 606 cod. proc. pen. è generico per indeterminatezza, perché privo d requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen., in quanto, a fronte
motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare
i rilievi mossi ed esercitare con accuratezza il proprio sindacato;
ritenuto pertanto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore delle Cassa delle ammende.
Così deciso il 10 aprile 2025.