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Ricorso cassazione patteggiamento: limiti e motivi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento. La decisione ribadisce che il ricorso per cassazione patteggiamento è consentito solo per i motivi tassativamente elencati dalla legge, tra i quali non rientra la censura sulla congruità della pena applicata dal giudice.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cassazione Patteggiamento: Quando è Ammesso?

Il patteggiamento, o applicazione della pena su richiesta, è uno strumento processuale che permette di definire il processo penale in modo rapido. Tuttavia, una volta raggiunta la sentenza, le possibilità di impugnazione sono molto ristrette. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un chiaro promemoria sui limiti del ricorso per cassazione patteggiamento, specificando quali motivi sono validi e quali portano a una declaratoria di inammissibilità.

Il Caso in Analisi

Nel caso di specie, un imputato aveva presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale. Il ricorrente lamentava la violazione dell’articolo 133 del codice penale, sostenendo che il giudice non avesse valutato correttamente la gravità del reato e la capacità a delinquere dell’imputato nel determinare la pena, anche se concordata.

I Limiti al Ricorso per Cassazione Patteggiamento

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su una norma specifica, l’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa disposizione, introdotta con la riforma del 2017, stabilisce che il ricorso per cassazione patteggiamento è consentito solo per un numero chiuso di motivi. Essi sono:

1. Vizi della volontà: quando il consenso dell’imputato al patteggiamento non è stato espresso liberamente e consapevolmente.
2. Difetto di correlazione: se c’è una discordanza tra quanto richiesto dalle parti e quanto deciso dal giudice nella sentenza.
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto: nel caso in cui il reato sia stato classificato in modo giuridicamente sbagliato.
4. Illegalità della pena o della misura di sicurezza: quando la sanzione applicata è contraria alla legge (ad esempio, perché supera i limiti massimi previsti).

Qualsiasi altro motivo, inclusa la critica sulla congruità della pena pattuita, non è ammesso.

Le Motivazioni della Corte

I giudici della Cassazione hanno chiarito che le lamentele relative alla violazione dell’art. 133 c.p., che regola il potere discrezionale del giudice nella commisurazione della pena, sono ‘doglianze non consentite’ nel giudizio di legittimità avverso sentenze di patteggiamento. Questo tipo di critica attiene al merito della decisione, ovvero alla valutazione del ‘giusto’ ammontare della pena, un aspetto che, con l’accordo tra le parti, si intende sottratto a ulteriori contestazioni. Il ricorrente, non avendo sollevato alcuna delle questioni previste dalla legge, ha proposto un ricorso al di fuori del perimetro consentito, rendendolo inevitabilmente inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la scelta del patteggiamento comporta una rinuncia a contestare l’entità della pena concordata. Le vie di impugnazione sono eccezionali e limitate a vizi procedurali o errori di diritto di particolare gravità. La decisione rafforza la stabilità delle sentenze di patteggiamento, evitando che possano essere rimesse in discussione per motivi legati alla discrezionalità del giudice. In pratica, chi accede a questo rito deve essere consapevole che le possibilità di un ‘ripensamento’ successivo sono quasi nulle. L’esito di un ricorso inammissibile, come in questo caso, è la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza di patteggiamento se si ritiene la pena ingiusta?
No. La sentenza chiarisce che il disaccordo sulla congruità della pena (basato sull’art. 133 c.p.) non rientra tra i motivi tassativi per cui si può fare ricorso contro una sentenza di patteggiamento.

Quali sono gli unici motivi per cui si può fare ricorso per cassazione contro una sentenza di patteggiamento?
Secondo l’art. 448, comma 2-bis c.p.p., i motivi sono: problemi legati all’espressione della volontà dell’imputato, difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, erronea qualificazione giuridica del fatto, e illegalità della pena o della misura di sicurezza.

Cosa succede se si presenta un ricorso per cassazione per motivi non consentiti dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Come stabilito in questo caso, ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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