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Ricorso cassazione patteggiamento: i motivi ammessi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione patteggiamento, poiché basato su motivi non previsti dalla legge. L’ordinanza chiarisce che, a seguito della riforma del 2017, le uniche censure ammissibili sono quelle elencate tassativamente dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale, tra cui non rientra la mancata valutazione di cause di proscioglimento.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Patteggiamento: Limiti e Inammissibilità

Il ricorso per cassazione patteggiamento rappresenta un’area del diritto processuale penale di grande interesse, soprattutto dopo le modifiche introdotte dalla Legge n. 103 del 2017. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha ribadito con fermezza i confini entro cui è possibile impugnare una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti. Analizziamo nel dettaglio la decisione per comprendere quali sono gli unici motivi validi per contestare un patteggiamento in sede di legittimità.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Perugia. L’accordo sulla pena, raggiunto tra difesa e accusa ai sensi dell’art. 444 del codice di procedura penale, era stato ratificato dal giudice di primo grado. Nonostante l’accordo, la difesa ha deciso di presentare ricorso alla Suprema Corte.

Le Ragioni del Ricorso per Cassazione Patteggiamento

Il motivo centrale del ricorso si basava sulla presunta violazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale. Secondo la difesa, il giudice del patteggiamento non avrebbe adeguatamente valutato la possibile sussistenza di cause di proscioglimento. In pratica, si contestava che, nonostante l’accordo sulla pena, il giudice avrebbe dovuto comunque assolvere l’imputato perché le prove indicavano la sua non colpevolezza o l’esistenza di altre cause di estinzione del reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una spiegazione chiara e basata sulla normativa vigente. I giudici hanno sottolineato come, a seguito della riforma del 2017, l’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale abbia introdotto un elenco tassativo e invalicabile dei motivi per cui è possibile presentare un ricorso per cassazione patteggiamento.

Questi motivi sono esclusivamente:

1. Vizi nell’espressione della volontà dell’imputato: ad esempio, se il consenso al patteggiamento non è stato dato liberamente e consapevolmente.
2. Difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza: se il giudice ha emesso una decisione che non corrisponde a quanto concordato tra le parti.
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto: se il reato è stato classificato in modo giuridicamente sbagliato.
4. Illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata: se la sanzione inflitta è contraria alla legge (es. superiore ai limiti massimi).

La Corte ha evidenziato che la censura sollevata dal ricorrente, relativa alla mancata valutazione delle cause di proscioglimento ex art. 129 c.p.p., non rientra in nessuna di queste categorie. Tale motivo attiene al merito della vicenda e a una valutazione dei fatti che è preclusa sia nel giudizio di patteggiamento (che si basa proprio sull’accordo delle parti per evitare tale valutazione) sia, a maggior ragione, nel giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un principio fondamentale: la scelta del patteggiamento comporta una rinuncia a contestare nel merito la propria colpevolezza. Il controllo della Corte di Cassazione su queste sentenze è limitato a vizi specifici e procedurali, elencati in modo restrittivo dal legislatore. Qualsiasi tentativo di utilizzare il ricorso per rimettere in discussione la fondatezza dell’accusa, dopo aver accettato la pena, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a conferma della temerarietà del ricorso.

È sempre possibile fare ricorso in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento?
No, non è sempre possibile. Il ricorso è ammesso solo per un numero limitato e specifico di motivi, elencati tassativamente dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Quali sono i motivi validi per un ricorso per cassazione patteggiamento?
I motivi validi sono: vizi nella formazione della volontà dell’imputato, mancanza di correlazione tra richiesta e sentenza, erronea qualificazione giuridica del fatto, e illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata.

Cosa succede se un ricorso contro un patteggiamento viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte senza un valido motivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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