Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Introduttiva
Il Ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. Attraverso l’analisi di un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Suprema Corte, possiamo comprendere meglio la struttura e le fasi iniziali di questo complesso procedimento.
I Fatti Processuali
Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un giovane, nato in una città del centro Italia nel 2000, avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di una metropoli del nord Italia all’inizio del 2025. Il provvedimento della Cassazione, un’ordinanza, non entra nel dettaglio della vicenda che ha portato alla condanna, ma si limita a certificare l’avvio del giudizio di legittimità. Vengono indicati i componenti del collegio giudicante, con le figure del Presidente e del Consigliere Relatore, e viene fissata la data per l’udienza di trattazione.
La Decisione dell’Organo Giurisdizionale
È fondamentale chiarire che il documento in esame è un’ordinanza di natura procedurale e non una sentenza. Non contiene, quindi, una decisione finale sul Ricorso in Cassazione. La sua funzione è quella di regolare lo svolgimento del processo. L’atto si limita a dare atto della proposizione del ricorso, della fissazione dell’udienza e del fatto che le parti sono state avvisate. Viene inoltre menzionata la relazione svolta dal Consigliere designato, un passaggio preliminare essenziale per la deliberazione del collegio. La decisione vera e propria verrà presa solo dopo la discussione in udienza.
Le Motivazioni
Poiché non vi è una decisione nel merito, l’ordinanza non presenta motivazioni relative all’accoglimento o al rigetto del ricorso. Tuttavia, possiamo analizzare il contesto. La settima sezione penale della Cassazione è spesso incaricata di un esame preliminare sull’ammissibilità dei ricorsi. Le motivazioni della decisione finale, quindi, verteranno probabilmente sulla sussistenza dei requisiti formali e sostanziali richiesti dalla legge per un Ricorso in Cassazione. I giudici valuteranno se i motivi di ricorso sollevati dalla difesa rientrino tra quelli tassativamente previsti dal codice di procedura penale, come la violazione di legge o il vizio di motivazione, senza poter entrare nel merito della ricostruzione dei fatti già accertata nei gradi precedenti.
Le Conclusioni
L’analisi di questa ordinanza, sebbene priva di una decisione finale, offre uno spaccato importante sulla meticolosa procedura che governa il giudizio di legittimità. Ogni passaggio, dalla nomina del relatore alla fissazione dell’udienza, è rigidamente disciplinato per garantire il corretto esercizio della funzione nomofilattica della Corte di Cassazione, ovvero assicurare l’uniforme interpretazione della legge su tutto il territorio nazionale. Questo tipo di atto, pur essendo interlocutorio, è un tassello indispensabile nel complesso mosaico del processo penale e dimostra come il percorso verso una decisione definitiva sia scandito da fasi formali ben precise.
Chi sono le parti del procedimento descritto nell’ordinanza?
Le parti principali sono l’individuo che ha presentato il ricorso (il ricorrente) e la Procura Generale presso la Corte di Cassazione. Il ricorso è diretto contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano.
Qual è l’oggetto del ricorso?
L’oggetto del ricorso è la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 07/01/2025. Il ricorrente chiede alla Corte di Cassazione di annullare o riformare tale decisione.
Quale fase del procedimento è attestata dal documento?
Il documento attesta la fase introduttiva del giudizio davanti alla Corte di Cassazione. Certifica che un ricorso è stato proposto, che è stato assegnato a una sezione e a un relatore, e che è stata fissata un’udienza per la sua trattazione, ma non contiene ancora la decisione finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28064 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28064 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 26/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a LATINA il 19/08/2000
avverso la sentenza del 07/01/2025 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME —–(
etuk.-
– ert•, letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché le censure prospettate hanno un contenuto del tutto eccentrico rispetto alla regiudicanda, riguardando, infatti, condotte illecite, sanzionat
art 73 Tus, all’evidenza diverse da quelle fatte oggetto ( ex art 367 cp e 189 cds) della condanna confermata dalla sentenza gravata;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 co proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 26 maggio 2025.