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Ricorso Cassazione: l’obbligo del difensore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33484/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso Cassazione presentato personalmente dall’imputato. La decisione si fonda sulla modifica dell’art. 613 c.p.p. ad opera della L. 103/2017, che ha reso obbligatoria, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale, eliminando la possibilità per la parte di agire in autonomia.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cassazione: L’Obbligo Inderogabile del Difensore Cassazionista

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso Cassazione non ammette il ‘fai-da-te’. La pronuncia in esame sottolinea come, a seguito di una specifica riforma legislativa, l’assistenza di un avvocato iscritto all’apposito albo speciale sia un requisito imprescindibile, la cui assenza comporta conseguenze drastiche per l’appellante. Analizziamo insieme la vicenda e le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’impugnazione presentata direttamente da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Perugia. L’individuo, agendo in prima persona, ha redatto e depositato il ricorso presso la Suprema Corte senza avvalersi del ministero di un difensore. Questo atto, apparentemente un esercizio del proprio diritto di difesa, si è scontrato con una precisa e invalicabile norma procedurale che regola l’accesso al giudizio di legittimità.

La Decisione della Corte e il Ricorso Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato l’atto e, senza entrare nel merito delle questioni sollevate, lo ha dichiarato inammissibile. La decisione non è stata una sorpresa, ma l’applicazione rigorosa di una regola introdotta da alcuni anni. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende. La sanzione sottolinea la gravità dell’errore procedurale commesso.

Le Motivazioni della Pronuncia

La motivazione della Corte è netta e si fonda su un punto cruciale: la modifica dell’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. La legge 23 giugno 2017, n. 103 (la cosiddetta ‘Riforma Orlando’), entrata in vigore il 3 agosto 2017, ha soppresso l’inciso «Salvo che la parte non vi provveda personalmente».

Questa modifica ha eliminato la possibilità per l’imputato di presentare personalmente il ricorso per cassazione, rendendo obbligatoria la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione. La norma impone, a pena di inammissibilità, che la difesa tecnica sia affidata a un professionista qualificato per il giudizio di legittimità.

La Corte ha inoltre ribadito, richiamando un orientamento giurisprudenziale consolidato, che non è sufficiente una semplice ‘autenticazione’ della firma del ricorrente da parte di un legale o una sottoscrizione ‘per accettazione’ del mandato. Il difensore deve essere l’effettivo titolare e autore dell’atto di impugnazione. L’atto deve promanare dalla sua competenza tecnica e non può essere un mero veicolo formale per la volontà della parte. Di conseguenza, il ricorso presentato personalmente è stato ritenuto privo di un requisito essenziale per la sua validità.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione in commento è un monito chiaro per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Il giudizio di legittimità è un procedimento altamente tecnico e formalizzato, dove il rispetto delle regole procedurali è fondamentale. Dopo la riforma del 2017, la regola è assoluta: per proporre un ricorso Cassazione in materia penale è indispensabile l’assistenza di un avvocato cassazionista. Qualsiasi tentativo di agire personalmente è destinato a fallire, con l’ulteriore aggravio di una condanna al pagamento di spese e di una sanzione pecuniaria. Questa pronuncia conferma che la difesa tecnica qualificata non è una mera facoltà, ma un presupposto indispensabile per l’accesso al più alto grado della giustizia.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No. A seguito della modifica dell’art. 613 c.p.p. introdotta dalla Legge n. 103/2017, è obbligatorio che il ricorso sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione, pena l’inammissibilità.

Cosa accade se un ricorso viene presentato senza la firma dell’avvocato cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esaminerà il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

È sufficiente che un avvocato autentichi la firma dell’imputato sul ricorso?
No. La giurisprudenza consolidata ha chiarito che non è sufficiente né l’autenticazione della firma né una sottoscrizione del difensore ‘per accettazione’. Il difensore deve essere l’autore effettivo dell’atto di ricorso, assumendosene la piena titolarità tecnica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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