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Ricorso cassazione: inammissibile se firmato da te

Un imputato presenta personalmente appello contro una sentenza di patteggiamento. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso per cassazione inammissibile, poiché la legge impone che l’atto sia firmato da un avvocato cassazionista, non dalla parte. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso cassazione inammissibile: perché la firma dell’avvocato è indispensabile

Nel complesso mondo della procedura penale, le regole formali non sono semplici tecnicismi, ma garanzie fondamentali per il corretto funzionamento della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: il ricorso davanti alla Suprema Corte deve essere un atto tecnico, redatto e sottoscritto da un professionista qualificato. La firma personale dell’imputato, anche se autenticata, conduce a una declaratoria di ricorso per cassazione inammissibile, con conseguenze onerose. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne le implicazioni pratiche.

I fatti di causa

Il caso ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal G.u.p. del Tribunale di Napoli. L’imputato, a seguito di un accordo con il pubblico ministero, aveva ottenuto l’applicazione di una pena per reati di rapina impropria aggravata e ricettazione. Insoddisfatto, l’imputato decideva di impugnare la sentenza, presentando personalmente ricorso per cassazione. Nel suo atto, lamentava una motivazione ‘apparente’ e ‘non adeguata’ da parte del giudice di primo grado, soprattutto riguardo alla mancata applicazione di formule di proscioglimento.

La decisione: un ricorso per cassazione inammissibile per vizio di forma

La Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nel merito delle doglianze, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un punto procedurale non negoziabile, stabilito dall’articolo 613 del codice di procedura penale. Questa norma sancisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso per cassazione, a pena di inammissibilità, deve essere sottoscritto da difensori iscritti nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è netta e lineare. Il ricorso in Cassazione è un’impugnazione a carattere ‘personale’, nel senso che la sua titolarità appartiene a chi lo firma. Poiché in questo caso l’atto è stato firmato direttamente dall’imputato, è lui a essere considerato il proponente formale. Tuttavia, la legge non consente alla parte privata di stare in giudizio personalmente davanti alla Corte di Cassazione.

I giudici hanno inoltre precisato due aspetti importanti:

1. Irrilevanza dell’autenticazione: L’eventuale autenticazione della firma dell’imputato da parte di un legale non sana il vizio, perché non trasforma il difensore nel titolare dell’atto.
2. Irrilevanza della firma ‘per accettazione’: Anche la sottoscrizione del difensore apposta ‘per accettazione’ del mandato o per la delega al deposito non è sufficiente. Tale firma serve solo a confermare l’incarico, ma non attribuisce al legale la paternità giuridica del ricorso.

Trattandosi di un’impugnazione proposta dopo le modifiche legislative del 2017 (legge n. 103/2017), la Corte ha applicato la procedura semplificata de plano, decidendo sulla base degli atti scritti. La conseguenza dell’inammissibilità, dovuta a una colpa evidente del ricorrente nel non aver rispettato una regola basilare, è stata la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

Le conclusioni

Questa ordinanza è un monito per tutti coloro che intendono adire la Suprema Corte. Il ricorso per cassazione non è un atto che ammette iniziative personali. La sua natura tecnica richiede l’intervento obbligatorio di un avvocato cassazionista, l’unico soggetto abilitato dalla legge a redigere e sottoscrivere l’impugnazione. Ignorare questa regola fondamentale non solo impedisce l’esame nel merito delle proprie ragioni, ma comporta anche significative sanzioni economiche. La difesa tecnica specializzata non è un’opzione, ma un requisito imprescindibile per accedere all’ultimo grado di giudizio.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, l’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale stabilisce che, a pena di inammissibilità, il ricorso deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa accade se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, qualora la Corte ravvisi una sua colpa nel determinare la causa di inammissibilità, anche al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende.

La firma ‘per accettazione’ di un avvocato su un ricorso redatto dall’imputato lo rende valido?
No. La Corte ha chiarito che né l’autenticazione della firma dell’imputato, né la sottoscrizione del difensore ‘per accettazione’ del mandato, sono sufficienti a sanare il vizio, poiché non attribuiscono al difensore la titolarità giuridica dell’atto di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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