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Ricorso cassazione inammissibile: l’obbligo del difensore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27466/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato personalmente da un imputato. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 613 del codice di procedura penale, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale della Cassazione. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando che il ricorso per cassazione inammissibile non può essere sanato neppure con l’autentica della firma da parte di un legale.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Inammissibile: L’Imputato non può agire da solo

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato secondo regole precise, specialmente nei gradi più alti del giudizio. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 27466/2025, ribadisce un principio cruciale: il ricorso alla Suprema Corte non è un atto che l’imputato può compiere personalmente. La mancata osservanza di questa regola conduce a una declaratoria di ricorso per cassazione inammissibile, con conseguenze economiche per il ricorrente. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una condanna emessa dalla Corte di Appello di Torino, decideva di impugnare la sentenza direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, invece di affidarsi a un legale abilitato, redigeva e presentava il ricorso personalmente. Questo atto, sebbene espressione della volontà di difendersi, si scontrava con una norma procedurale specifica e inderogabile.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si è basata su un vizio di forma insanabile: la mancanza della sottoscrizione da parte di un difensore iscritto nell’apposito albo speciale. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017. La norma stabilisce chiaramente che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.

La Corte ha sottolineato che questa regola non ammette eccezioni. Non rileva, infatti, che l’atto di impugnazione sia per sua natura personale. Nemmeno l’eventuale autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato o la sottoscrizione di quest’ultimo “per accettazione” del mandato difensivo possono sanare il vizio. La legge, infatti, richiede che sia il difensore a redigere e firmare l’atto, assumendosene la piena titolarità e responsabilità tecnica. Questo requisito garantisce che il ricorso sia tecnicamente fondato e rispetti i canoni rigorosi del giudizio di legittimità, che non è un terzo grado di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione del diritto.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e lancia un messaggio inequivocabile: il “fai-da-te” processuale è precluso nel giudizio di Cassazione. Chi intende impugnare una sentenza davanti alla Suprema Corte deve obbligatoriamente rivolgersi a un avvocato cassazionista. Tentare di agire personalmente non solo è inutile, perché porta a un ricorso per cassazione inammissibile, ma è anche dannoso. La declaratoria di inammissibilità, infatti, rende definitiva la sentenza impugnata e comporta una condanna economica che può essere anche significativa. La scelta di un difensore specializzato non è quindi una mera formalità, ma un requisito essenziale per la validità stessa del ricorso.

Un imputato può presentare personalmente ricorso alla Corte di Cassazione?
No. L’ordinanza ribadisce che, in base all’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Cassazione, altrimenti è inammissibile.

Quali sono le conseguenze di un ricorso presentato in modo errato?
Se il ricorso è presentato senza la firma di un avvocato cassazionista, viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta che la Corte non esamina il merito della questione e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato rende valido il ricorso?
No. La Corte ha chiarito che né l’autenticazione della firma del ricorrente, né la sottoscrizione del difensore “per accettazione” del mandato sono sufficienti. La legge richiede che il difensore sia il titolare dell’atto, ovvero colui che lo redige e lo sottoscrive assumendosene la responsabilità tecnica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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