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Ricorso Cassazione inammissibile: la reiterazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano una mera ripetizione di quelli già respinti in appello. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è rivalutare i fatti, ma controllare la corretta applicazione della legge, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda. Questo caso evidenzia l’importanza di presentare motivi specifici e pertinenti nel giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Inammissibile: Quando la Ripetizione Costa Cara

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede tecnica, precisione e, soprattutto, motivi di diritto validi. Un recente provvedimento della Suprema Corte, l’ordinanza n. 22469/2024, offre una chiara lezione su cosa non fare: limitarsi a ripetere argomenti già bocciati nei gradi precedenti. L’analisi di questa decisione evidenzia i confini invalicabili del giudizio di legittimità e le conseguenze di un ricorso in Cassazione inammissibile, un esito che comporta non solo una sconfitta legale ma anche sanzioni economiche.

I Fatti del Caso: Un Appello che non Convince

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Torino. L’imputato, non soddisfatto della decisione di secondo grado, ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione, l’ultimo baluardo del sistema giudiziario. Tuttavia, invece di sollevare questioni relative a vizi di legge o a difetti logici nella motivazione della sentenza impugnata, il ricorso si è limitato a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte territoriale.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile e Condanna alle Spese

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le pretese del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle accuse, poiché i motivi presentati non superavano il vaglio preliminare di ammissibilità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista proprio per scoraggiare ricorsi palesemente infondati o dilatori.

Le Motivazioni del Ricorso in Cassazione Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali della procedura penale che regolano l’accesso al giudizio di legittimità.

1. La Mera Ripetizione dei Motivi di Appello

Il primo motivo di inammissibilità risiede nella natura del ricorso. I giudici hanno sottolineato che i motivi presentati erano una “pedissequa reiterazione” di quelli già dedotti in appello. Un ricorso in Cassazione, per essere specifico, deve criticare in modo argomentato la sentenza impugnata, evidenziandone gli errori di diritto o i vizi logici. Riproporre le stesse difese, senza confrontarsi con le ragioni per cui la Corte d’Appello le ha respinte, rende il ricorso generico e, di fatto, apparente. Si tratta di un dialogo tra sordi, in cui il ricorrente ignora la risposta del giudice precedente, rendendo impossibile un costruttivo esame di legittimità.

2. Il Divieto di Rivalutazione dei Fatti

Il secondo, e forse più importante, principio ribadito dalla Corte è la natura del giudizio di Cassazione. Non è un “terzo grado di giudizio” dove si possono rimettere in discussione i fatti e la credibilità delle prove. Il ricorrente, infatti, chiedeva una “inammissibile ricostruzione dei fatti” attraverso criteri di valutazione diversi da quelli, logicamente motivati, del giudice di merito. La Cassazione non può effettuare una “rilettura” degli elementi di prova, come la valutazione della credibilità della persona offesa. Il suo compito è esclusivamente quello di verificare se il giudice di merito abbia seguito un percorso logico-giuridico corretto e privo di vizi nel formare il proprio convincimento. Chiedere alla Suprema Corte di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di primo e secondo grado è un’istanza che esula completamente dai suoi poteri.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza è un monito per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Un ricorso efficace non può essere una semplice espressione di dissenso verso la sentenza di condanna. Deve essere un’analisi tecnica e puntuale, capace di individuare specifiche violazioni di legge o palesi illogicità nella motivazione. Insistere nel riproporre argomenti già disattesi o chiedere una nuova valutazione delle prove è una strategia destinata al fallimento, che si traduce in un ricorso in Cassazione inammissibile e in una condanna a sanzioni pecuniarie. La difesa tecnica in sede di legittimità richiede specializzazione e la capacità di distinguere nettamente tra questioni di fatto, ormai cristallizzate, e questioni di puro diritto, le uniche che possono aprire le porte della Suprema Corte.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile principalmente per due ragioni: quando si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti (diventando generico e non specifico), oppure quando chiede alla Corte una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito e non alla Cassazione, che è un giudice di legittimità.

Cosa significa che il ricorso è una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi di appello?
Significa che il ricorrente ha semplicemente copiato e riproposto gli stessi argomenti difensivi già presentati alla Corte d’Appello, senza criticare in modo specifico le ragioni per cui quella Corte li aveva respinti. Questo comportamento rende il ricorso privo della necessaria specificità richiesta dalla legge.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che il ricorso non venga esaminato nel merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, 3.000 euro) da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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