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Ricorso Cassazione firmato dall’imputato: Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3527/2025, ha dichiarato inammissibile un ricorso firmato personalmente dall’imputato. La decisione ribadisce la regola inderogabile, introdotta dalla riforma del 2017, che impone la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale, a pena di inammissibilità, senza la quale il ricorso non può essere esaminato nel merito.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cassazione firmato dall’imputato: La Cassazione chiarisce l’inammissibilità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di procedura penale: il ricorso cassazione firmato personalmente dall’imputato è inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza delle formalità procedurali e il ruolo indispensabile del difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo alla pena di due anni di reclusione e 600 euro di multa, pronunciata dal G.U.P. del Tribunale e confermata in appello dalla Corte di Torino per una serie di reati. Contro la sentenza d’appello, l’imputato ha deciso di presentare personalmente ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando vizi di motivazione e sollevando questioni di legittimità costituzionale.

La Sottoscrizione Personale e il Vizio Procedurale

Il punto focale della vicenda non riguarda il merito delle accuse, ma un vizio puramente procedurale. L’imputato ha redatto e sottoscritto l’atto di ricorso di suo pugno. Sebbene questa possa sembrare una semplice modalità di esercizio del diritto di difesa, la legge processuale penale stabilisce regole molto precise per l’accesso al giudizio di legittimità.

La normativa di riferimento è l’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. A seguito della modifica introdotta dalla legge n. 103 del 2017 (nota come “Riforma Orlando”), per tutti i procedimenti instaurati dopo il 3 agosto 2017, la regola è diventata ferrea.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul ricorso firmato

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su un’interpretazione letterale e consolidata dell’art. 613 c.p.p. I giudici hanno spiegato che, dopo la riforma, l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

La ratio della norma è quella di garantire un “filtro” tecnico-qualitativo ai ricorsi, assicurando che le questioni sottoposte alla Corte siano formulate con la perizia giuridica necessaria. La Cassazione ha ribadito che:
1. La parte non può stare in giudizio personalmente: Il ricorso per cassazione non può essere proposto personalmente dall’imputato.
2. La firma del difensore è inderogabile: La sottoscrizione da parte di un avvocato cassazionista è un requisito di ammissibilità essenziale.
3. L’autenticazione non sana il vizio: È irrilevante che la firma dell’imputato sia eventualmente autenticata da un legale. L’autentica, ai sensi dell’art. 39 disp. att. c.p.p., serve solo a certificare la provenienza della firma, ma non sostituisce la necessaria sottoscrizione tecnica dell’atto da parte del difensore.

Di conseguenza, il ricorso è stato respinto senza alcuna valutazione nel merito dei motivi proposti. L’imputato è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 4.000 euro alla Cassa delle ammende, a causa dell’evidente colpa nel proporre un ricorso palesemente inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve come un importante monito: le regole procedurali, specialmente nel giudizio di cassazione, sono rigorose e non ammettono deroghe. La scelta di rendere obbligatoria la firma di un difensore specializzato riflette la volontà del legislatore di elevare la qualità del contenzioso davanti alla Suprema Corte, evitando ricorsi pretestuosi o tecnicamente mal formulati. Per chiunque intenda impugnare una sentenza penale in Cassazione, è fondamentale affidarsi esclusivamente a un avvocato iscritto all’apposito albo, poiché un ricorso cassazione firmato personalmente porterà inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità e a ulteriori sanzioni economiche.

Un imputato può firmare personalmente il proprio ricorso per cassazione?
No. Secondo l’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale, come modificato nel 2017, il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Qual è la conseguenza se il ricorso per cassazione è firmato solo dall’imputato?
La conseguenza è la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questo significa che la Corte non esaminerà il merito dei motivi presentati e l’impugnazione sarà rigettata per un vizio di forma. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato può sanare questo vizio?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’autenticazione della firma serve solo a confermare la sua genuinità, ma non sostituisce il requisito fondamentale della sottoscrizione dell’atto da parte del difensore cassazionista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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