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Ricorso cassazione difensore: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato personalmente da un imputato. Dopo la riforma del 2017, la legge impone che il ricorso cassazione difensore sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto all’albo speciale. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cassazione Difensore: L’Obbligo di Sottoscrizione a Pena di Inammissibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’obbligatorietà del ricorso cassazione difensore. Presentare personalmente un ricorso alla Suprema Corte, senza l’assistenza e la sottoscrizione di un avvocato abilitato, conduce a una declaratoria di inammissibilità immediata. Analizziamo questa decisione per comprendere le ragioni e le conseguenze pratiche di questa regola.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. L’aspetto cruciale della vicenda non riguarda il merito della contestazione, ma la modalità con cui l’atto di impugnazione è stato proposto: l’imputato ha redatto e presentato il ricorso personalmente, senza che questo fosse sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa de plano, ovvero senza la celebrazione di un’udienza, data l’evidenza del vizio procedurale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: L’Indispensabilità del Ricorso Cassazione Difensore

La Corte ha basato la sua decisione sull’interpretazione dell’art. 613 del codice di procedura penale, così come modificato dalla riforma del 2017 (legge n. 103/2017). Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.

I giudici hanno chiarito che questa regola si applica a qualsiasi tipo di provvedimento impugnato. La ratio della norma risiede nella natura altamente tecnica del giudizio di legittimità, che richiede competenze specifiche che solo un avvocato cassazionista può garantire.

La Corte ha inoltre precisato un punto importante: l’eventuale autenticazione della firma dell’imputato da parte di un legale non sana il vizio. L’autenticazione, ai sensi dell’art. 39 disp. att. cod. proc. pen., serve unicamente a certificare la provenienza della firma dalla parte privata, ma non sostituisce il requisito fondamentale della sottoscrizione del ricorso da parte del difensore abilitato. L’atto rimane un atto personale della parte, privo del necessario patrocinio tecnico.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La pronuncia in esame conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e offre un’indicazione pratica di assoluta importanza. Chiunque intenda presentare un ricorso alla Corte di Cassazione in materia penale deve obbligatoriamente rivolgersi a un avvocato iscritto all’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione. Il tentativo di agire personalmente, anche se in buona fede, si scontra con una barriera procedurale insormontabile, che comporta non solo il rigetto del ricorso, ma anche l’addebito di spese e sanzioni. Questa regola tutela la funzione stessa della Corte di Cassazione, garantendo che i ricorsi siano tecnicamente fondati e pertinenti al solo esame della legittimità delle decisioni.

Un imputato può presentare personalmente ricorso alla Corte di Cassazione?
No. A seguito della riforma del 2017 (legge n. 103/2017), l’art. 613 del codice di procedura penale richiede che il ricorso sia obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione, a pena di inammissibilità.

Cosa succede se un ricorso viene presentato personalmente dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questa declaratoria può avvenire con una procedura semplificata (de plano), senza udienza, e comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato rende valido il ricorso?
No. La Corte ha specificato che l’autenticazione della firma serve solo a confermare la genuinità della sottoscrizione, ma non sostituisce il requisito essenziale che l’atto di ricorso sia redatto e sottoscritto dal difensore abilitato. L’atto rimane di natura personale e, pertanto, inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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