Ricorso Cassazione Difensore: Perché è Obbligatorio
Nel complesso mondo della procedura penale, le regole formali non sono semplici tecnicismi, ma garanzie fondamentali per il corretto funzionamento della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cardine: la necessità di un ricorso cassazione difensore qualificato. L’ordinanza in esame sottolinea come, a seguito delle riforme legislative, l’assistenza di un avvocato abilitato sia un requisito imprescindibile per adire alla Suprema Corte, pena l’immediata inammissibilità dell’atto.
I Fatti del Caso: Un Ricorso ‘Fai-da-te’
La vicenda trae origine da una richiesta di rescissione del giudicato, un istituto che permette in casi eccezionali di rimettere in discussione una sentenza ormai definitiva. Un soggetto, condannato in primo grado, aveva presentato tale istanza alla Corte d’Appello competente. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva dichiarato la richiesta inammissibile.
Contro questa decisione, l’interessato ha deciso di proporre ricorso direttamente alla Corte di Cassazione. Il punto cruciale, che ha determinato l’esito della vicenda, è che l’imputato ha redatto e sottoscritto personalmente l’atto, senza avvalersi di un legale.
La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile e Condanna alle Spese
La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha risolto la questione in modo netto e inequivocabile. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione è stata presa senza formalità di procedura, applicando una norma che permette una risoluzione rapida per i ricorsi palesemente inammissibili.
Le Motivazioni: La Riforma del 2017 e il Ruolo del Difensore
Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione della normativa vigente, in particolare degli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, così come modificati dalla legge n. 103 del 2017. La Corte ha spiegato che, a seguito di questa riforma, qualsiasi tipo di ricorso per cassazione, inclusi quelli in materia cautelare o, come nel caso di specie, avverso un’ordinanza su un’istanza di rescissione, deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.
Questo principio era già stato consolidato da una pronuncia delle Sezioni Unite (la massima espressione della Corte di Cassazione) del 2018. L’ordinanza in commento si allinea a questo orientamento, specificando ulteriormente che tale regola si applica senza eccezioni anche alle istanze dirette a ottenere la rescissione del giudicato. La ratio della norma è chiara: garantire un’adeguata tecnicità e professionalità nella redazione di atti destinati al supremo organo di legittimità, la cui funzione non è riesaminare i fatti, ma assicurare la corretta applicazione della legge.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche per chi Intende Ricorrere in Cassazione
Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda impugnare un provvedimento davanti alla Corte di Cassazione. Il principio del ricorso cassazione difensore non è derogabile. La sottoscrizione personale dell’atto da parte dell’imputato non è ammessa e conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguenze economiche significative. Affidarsi a un avvocato non è solo una scelta strategica, ma un requisito procedurale insuperabile per accedere al giudizio di legittimità.
Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No. La legge, a seguito della riforma del 2017 (L. 103/2017), stabilisce che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.
Cosa succede se un ricorso per cassazione è firmato solo dall’imputato e non da un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non entra nel merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Questa regola vale anche per le richieste di rescissione del giudicato?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di sottoscrizione da parte di un difensore specializzato si applica a qualsiasi tipo di provvedimento impugnato, comprese le istanze dirette a ottenere la rescissione di una sentenza definitiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 5 Num. 8612 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 5 Num. 8612 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da
COGNOME NOME nato a Milano il 21 novembre 1961;
avverso l’ordinanza del 9 ottobre 2024 della Corte d’appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO
che NOME COGNOME ricorre avverso l’ordinanza della Corte d’appello di Bologna, che ha dichiarato inammissibile l’istanza, da lui stesso presentata, diretta ad ottenere la rescissione del giudicato in relazione alla sentenza del Tribunale di Rimini del 29 marzo 2018;
che il ricorso è inammissibile in quanto personalmente sottoscritto dall’imputato, avuto riguardo al principio di diritto secondo il quale il ricorso pe cassazione avverso qualsiasi tipo di provvedimento, compresi quelli in materia cautelare, non può essere proposto dalla parte personalmente, ma, a seguito della
modifica apportata agli artt. 571 e 613 cod. proc. pen. dalla legge 23 giugno 2017, n. 103, deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione (Sez. U, n. 8914 del 21/12/2017 – dep. 23/02/2018, Aiello, Rv. 272010); e ciò anche per l’istanza diretta ad ottenere la rescissione del giudicato (Sez. 6, n. 36796 del 20/09/2021, Cospito, Rv. 281991);
che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile e che tale causa di inammissibilità va dichiarata senza formalità di procedura, ai sensi dell’art. 610 comma 5-bis cod. proc. pen., per cui consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 gennaio 2025
Il Ccyhkilire stensore
Il Presidente