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Ricorso archiviazione: quando è inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 44990/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di archiviazione per omicidio colposo. La parte offesa lamentava un’indagine incompleta, ma la Corte ha ribadito che, dopo l’entrata in vigore della Legge n. 103/2017, tale provvedimento non è più ricorribile per cassazione. L’unico rimedio esperibile è il reclamo al tribunale monocratico, e solo per violazioni del contraddittorio formale, non per questioni di merito. Di conseguenza, il ricorso archiviazione presentato è stato respinto con condanna alle spese.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Archiviazione: La Cassazione Chiarisce i Limiti di Impugnabilità

Presentare un ricorso archiviazione è un passo delicato che richiede una profonda conoscenza delle norme procedurali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 44990/2024) ha ribadito con fermezza i confini entro cui è possibile contestare un provvedimento di archiviazione, sottolineando come la strada del ricorso diretto in Cassazione sia preclusa nella maggior parte dei casi. Analizziamo questa importante decisione per comprendere le corrette vie di impugnazione e le conseguenze di un errore procedurale.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da un’indagine per il reato di omicidio colposo a carico di ignoti. La persona offesa, ritenendo le indagini preliminari insufficienti, si era opposta alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero. Tuttavia, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), dopo aver tenuto un’udienza in camera di consiglio, rigettava l’opposizione e disponeva l’archiviazione del procedimento.

Contro questa decisione, il difensore della persona offesa proponeva ricorso per cassazione, lamentando principalmente la carenza e l’illogicità della motivazione del GIP. Secondo la difesa, il giudice aveva errato nel negare l’espletamento di ulteriori indagini ritenute cruciali, tra cui l’acquisizione di dati informatici da un software ospedaliero, i log di accesso a cartelle cliniche, la documentazione sui turni del personale sanitario e l’audizione di diversi medici e consulenti tecnici.

I Motivi del Ricorso Archiviazione

Il ricorso della parte offesa si fondava su tre motivi principali, tutti volti a criticare la decisione del GIP nel merito:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Si contestava il rigetto delle richieste di indagini suppletive, definite essenziali per l’accertamento della verità. La difesa riteneva illogica la motivazione del GIP, che aveva liquidato come irrilevanti le ulteriori acquisizioni probatorie.
2. Carenza motivazionale sulla completezza dell’attività investigativa: Il ricorrente evidenziava presunte anomalie nella gestione della documentazione, come una cartella clinica consegnata agli inquirenti in tre momenti diversi, circostanza che, a suo dire, minava la completezza e l’affidabilità del quadro probatorio.
3. Inosservanza delle norme processuali: Si sosteneva che l’ordinanza di archiviazione fosse basata unicamente sugli esiti di una consulenza tecnica disposta dal Pubblico Ministero, senza un’attività investigativa completa, in contrasto con i principi dell’art. 408 del codice di procedura penale.

In sostanza, tutte le censure mosse nel ricorso archiviazione non riguardavano vizi procedurali sulla costituzione del contraddittorio, ma criticavano la valutazione del GIP sulla completezza delle indagini e sulla fondatezza della notizia di reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale formatosi a seguito della riforma introdotta con la Legge n. 103 del 2017.

I giudici hanno chiarito un punto procedurale fondamentale: un’ordinanza di archiviazione emessa all’esito di un’udienza camerale, come quella celebrata nel caso di specie a seguito dell’opposizione della persona offesa, non è ricorribile per cassazione. L’unico rimedio previsto dalla legge è il reclamo dinanzi al tribunale in composizione monocratica, ai sensi dell’art. 410-bis del codice di procedura penale.

È cruciale, però, comprendere l’ambito di applicazione di tale reclamo. Esso è consentito esclusivamente per denunciare i cosiddetti vizi del “contraddittorio formale”, ovvero le nullità previste dall’art. 127, comma 5, c.p.p. (ad esempio, omessa notifica dell’avviso di udienza). Il reclamo non può essere utilizzato per contestare il merito della decisione del GIP, come la valutazione sulla completezza delle indagini o l’adeguatezza della motivazione.

Poiché i motivi presentati dal ricorrente riguardavano proprio questioni di merito e non vizi procedurali relativi al contraddittorio, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del ricorso. La via processuale scelta era, semplicemente, quella sbagliata.

Conclusioni

La sentenza in commento offre una lezione chiara sulla tecnica processuale. La contestazione di un provvedimento di archiviazione emesso dopo un’udienza di opposizione deve seguire un percorso ben definito e non ammette scorciatoie. Tentare un ricorso archiviazione diretto in Cassazione per motivi che attengono al merito della valutazione del GIP è un’iniziativa destinata al fallimento. Questo errore non solo impedisce l’esame delle proprie ragioni, ma comporta anche una condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende. Per i legali e le parti, è quindi indispensabile conoscere e rispettare scrupolosamente le vie di impugnazione previste dal codice, per non vedere le proprie istanze respinte per mere ragioni di rito.

È possibile impugnare un’ordinanza di archiviazione direttamente in Cassazione?
No. Secondo la sentenza, un’ordinanza di archiviazione emessa all’esito dell’udienza camerale successiva all’opposizione non è ricorribile per cassazione, ma è unicamente reclamabile dinanzi al tribunale in composizione monocratica.

Per quali motivi si può presentare reclamo contro un’ordinanza di archiviazione?
Il reclamo previsto dall’art. 410-bis c.p.p. è ammesso solo per contestare il mancato rispetto delle regole poste a garanzia del contraddittorio formale (es. vizi di notifica), non per contestare nel merito la valutazione del giudice sulla completezza delle indagini o sulla fondatezza della notizia di reato.

Cosa succede se si presenta un ricorso in Cassazione inammissibile?
Come stabilito in questo caso, la Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a titolo di sanzione in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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