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Ricorso 599-bis: quando è inammissibile l’appello

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso 599-bis c.p.p. presentato da un imputato che, dopo aver concordato la pena in appello, lamentava il mancato proscioglimento. La Suprema Corte ribadisce che l’accordo sulla pena limita i motivi di ricorso, escludendo quelli a cui si è rinunciato, come la valutazione delle cause di proscioglimento ex art. 129 c.p.p.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso 599-bis: Quando è Possibile Impugnare un Concordato in Appello?

L’istituto del concordato in appello, disciplinato dall’articolo 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, ma quali sono i limiti alla sua impugnabilità? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del ricorso 599-bis, specificando quando le doglianze dell’imputato non possono essere prese in esame. Il caso analizzato offre spunti fondamentali per comprendere la natura dell’accordo e le sue conseguenze processuali.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Proscioglimento post-Accordo

Nel caso di specie, un imputato, dopo aver raggiunto un accordo con la Procura Generale per la rideterminazione della pena in appello, ha presentato ricorso per cassazione. Il motivo del ricorso era singolare: la difesa lamentava che la Corte d’Appello, pur ratificando l’accordo, avesse omesso di prosciogliere l’imputato ai sensi dell’art. 129 c.p.p., norma che impone l’assoluzione immediata in caso di evidente innocenza. In sostanza, si contestava la mancata valutazione di una possibile causa di non punibilità, nonostante l’accordo raggiunto sulla pena.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso 599-bis

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: l’accesso al concordato in appello implica una rinuncia ai motivi di impugnazione non strettamente legati all’accordo stesso. La cognizione del giudice di secondo grado, e di conseguenza quella della Cassazione, viene circoscritta ai motivi non oggetto di rinuncia.

Le Motivazioni: I Limiti dell’Impugnazione

La decisione si fonda su una chiara interpretazione della natura e degli effetti del patteggiamento in appello. La Corte ha spiegato che, una volta che l’imputato sceglie di concordare la pena, la sua volontà processuale si concentra sull’ottenimento di un trattamento sanzionatorio più mite, accettando implicitamente la validità del giudizio di colpevolezza del primo grado.

La Rinuncia ai Motivi di Appello

L’elemento centrale della motivazione risiede nell’effetto devolutivo dell’impugnazione. Con la richiesta di concordato, l’appellante rinuncia ai motivi di appello che aveva originariamente proposto. Di conseguenza, il giudice d’appello non è tenuto a esaminare questioni come la sussistenza di cause di proscioglimento, in quanto queste rientrano tra i punti oggetto della rinuncia. Il ricorso 599-bis in Cassazione è ammissibile solo per vizi specifici.

I Vizi Contestatili

La Corte ha precisato che un ricorso avverso una sentenza di concordato in appello è ammissibile solo se contesta:
1. Vizi nella formazione della volontà dell’imputato di accedere all’accordo.
2. Vizi relativi al consenso del pubblico ministero.
3. Un contenuto della sentenza difforme rispetto all’accordo raggiunto.
4. L’illegalità della pena applicata (ad esempio, perché fuori dai limiti edittali).

Qualsiasi altra doglianza, inclusa la mancata valutazione delle condizioni per il proscioglimento, è preclusa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia consolida l’idea che il concordato in appello è un atto dispositivo con cui l’imputato compie una scelta strategica ben precisa. Scegliendo di accordarsi sulla pena, si preclude la possibilità di contestare nel merito la propria colpevolezza. La decisione della Cassazione rafforza la stabilità delle sentenze emesse ex art. 599-bis c.p.p., chiarendo che il ricorso non può diventare uno strumento per rimettere in discussione l’intero giudizio dopo aver beneficiato di una riduzione di pena. Per i difensori, ciò significa che la scelta del concordato deve essere ponderata attentamente, essendo consapevoli che preclude quasi ogni altra via di impugnazione.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza emessa a seguito di concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.) per chiedere il proscioglimento?
No, secondo la Corte di Cassazione, la richiesta di concordato implica la rinuncia ai motivi di appello relativi al merito della colpevolezza, inclusa la valutazione delle cause di proscioglimento previste dall’art. 129 c.p.p.

Quali sono i motivi ammissibili per un ricorso contro una sentenza ex art. 599-bis c.p.p.?
Il ricorso è ammissibile solo se deduce motivi relativi alla formazione della volontà della parte, al consenso del pubblico ministero, a un contenuto della sentenza diverso dall’accordo o all’illegalità della sanzione inflitta (ad esempio se la pena è diversa da quella prevista dalla legge o supera i limiti edittali).

Il giudice d’appello, nell’accogliere un concordato, deve motivare il mancato proscioglimento dell’imputato?
No. A causa dell’effetto devolutivo dell’impugnazione e della rinuncia ai motivi di appello da parte dell’imputato, la cognizione del giudice è limitata ai soli motivi non oggetto di rinuncia, escludendo quindi l’obbligo di motivare sul mancato proscioglimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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