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Ricorso 599-bis: quando è inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di tre imputati che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (ex art. 599-bis c.p.p.), avevano impugnato la sentenza lamentando la mancata valutazione di cause di proscioglimento. La Corte ribadisce che il ricorso 599-bis è consentito solo per motivi tassativi, tra cui non rientra la doglianza sollevata.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso 599-bis: La Cassazione e i Limiti dell’Impugnazione

Il concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento per definire il processo nel secondo grado di giudizio attraverso un accordo sulla pena. Tuttavia, quali sono i limiti per impugnare la sentenza che ne deriva? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui motivi che rendono un ricorso 599-bis inammissibile, delineando un perimetro molto stretto per la sua proposizione.

I Fatti del Caso: Dal Concordato in Appello al Ricorso in Cassazione

Tre individui, condannati in primo grado per due rapine aggravate e porto abusivo di un’arma impropria (una spranga di ferro), decidevano di accedere al rito del concordato in appello. La Corte di appello di Lecce, accogliendo la richiesta formulata dalle parti, rideterminava le pene inflitte.

Nonostante l’accordo raggiunto, i tre imputati proponevano ricorso per cassazione avverso tale sentenza. Il motivo principale del ricorso era la presunta mancanza di motivazione da parte della Corte territoriale, che non avrebbe verificato la sussistenza di eventuali cause di proscioglimento previste dall’art. 129 del codice di procedura penale prima di ratificare l’accordo.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso 599-bis

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda su un principio consolidato, rafforzato da una pronuncia delle Sezioni Unite: l’impugnazione di una sentenza emessa ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. è consentita solo per motivi eccezionali e tassativamente indicati, e la doglianza sollevata dai ricorrenti non rientrava tra questi.

Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: I Confini Stretti del ricorso 599-bis

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni che specificano la natura del ricorso 599-bis. La Corte chiarisce che l’accordo tra le parti comporta una rinuncia ai motivi d’appello, ad eccezione di alcuni vizi specifici. Citando le Sezioni Unite (sentenza n. 19415/2022), la Cassazione elenca i soli motivi per cui è ammissibile il ricorso:

1. Vizi nella formazione della volontà della parte di accedere al concordato.
2. Problemi relativi al consenso del pubblico ministero.
3. Un contenuto della pronuncia del giudice difforme rispetto all’accordo pattuito.
4. L’omessa dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione, a condizione che questa fosse già maturata prima della pronuncia della sentenza di secondo grado.

Qualsiasi altra doglianza è da considerarsi inammissibile. Questo include i motivi relativi alla mancata valutazione delle condizioni di proscioglimento ex art. 129 c.p.p., all’applicazione di circostanze o alla determinazione della pena (a meno che non sia illegale o diversa da quella concordata). Scegliendo il concordato, le parti accettano di cristallizzare il giudizio sulla base dell’accordo, limitando drasticamente le successive possibilità di impugnazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale rigoroso. La scelta del concordato in appello è una decisione processuale quasi definitiva, che preclude la possibilità di sollevare in Cassazione questioni che si considerano rinunciate con l’accordo stesso. Per gli avvocati e i loro assistiti, ciò significa che la valutazione sull’opportunità di un concordato deve essere estremamente ponderata, tenendo conto che le porte della Cassazione resteranno aperte solo per contestare vizi genetici dell’accordo o errori manifesti del giudice nel recepirlo. La sentenza sottolinea l’importanza della certezza del diritto e dell’efficienza processuale, privilegiando la stabilità degli accordi liberamente sottoscritti dalle parti.

È sempre possibile impugnare in Cassazione una sentenza emessa dopo un concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.)?
No, non è sempre possibile. Il ricorso è ammissibile solo per motivi specifici e tassativi, come vizi nella formazione della volontà di concordare, dissenso del PM, contenuto difforme della pronuncia rispetto all’accordo o mancata dichiarazione di prescrizione maturata prima della sentenza.

La mancata valutazione da parte del giudice d’appello delle cause di proscioglimento (art. 129 c.p.p.) è un motivo valido per il ricorso 599-bis?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questa doglianza rientra tra i motivi ai quali si è rinunciato con l’accordo e non costituisce una delle ragioni tassative per cui è ammesso il ricorso avverso una sentenza di concordato in appello.

Cosa succede se un ricorso avverso una sentenza ex art. 599-bis c.p.p. viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, se si ravvisa una colpa, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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