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Ricorso 599-bis: quando è inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso 599-bis avverso una sentenza di patteggiamento in appello per reati di stupefacenti. La Corte ha chiarito che tali sentenze possono essere impugnate solo per vizi specifici, come difetti nel consenso o illegalità della pena, e non per motivi di merito. La declaratoria di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso 599-bis: Guida ai Limiti dell’Impugnazione in Cassazione

Il patteggiamento in appello, o ‘concordato’, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento per definire il processo in secondo grado attraverso un accordo tra le parti. Tuttavia, le vie per impugnare la sentenza che ne deriva sono molto strette. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui precisi limiti del ricorso 599-bis, chiarendo quando questo rischia di essere dichiarato inammissibile. Analizziamo la decisione per comprendere le implicazioni pratiche per la difesa.

Il Caso in Esame

Un imputato, condannato per reati in materia di stupefacenti, proponeva ricorso per cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello, emessa a seguito di un ‘concordato sulla pena’ ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. Nel suo ricorso, l’imputato lamentava l’erronea applicazione di norme sostanziali e procedurali (artt. 129 e 533 c.p.p.), tentando di rimettere in discussione il merito della propria responsabilità penale.

I Motivi di Inammissibilità del Ricorso 599-bis

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: una sentenza emessa all’esito di un patteggiamento in appello non può essere contestata per qualsiasi motivo. La legge circoscrive in modo tassativo le doglianze ammissibili. In particolare, il ricorso 599-bis è consentito solo per i seguenti vizi:

1. Vizi della volontà: se il consenso della parte all’accordo non è stato espresso liberamente e consapevolmente.
2. Mancanza di consenso del Pubblico Ministero: se l’accordo non ha ricevuto il necessario assenso dell’accusa.
3. Difformità della pronuncia: se il contenuto della sentenza non corrisponde a quanto pattuito nell’accordo.
4. Applicazione di una pena illegale: se la pena concordata e applicata dal giudice viola i limiti di legge.

I motivi sollevati dal ricorrente nel caso di specie, relativi a una presunta erronea valutazione della sua colpevolezza, non rientravano in nessuna di queste categorie. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato inammissibile senza nemmeno una trattazione nel merito.

Le Conseguenze Economiche dell’Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. In applicazione dell’art. 616 c.p.p., la Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione viene applicata quando non emergono elementi per ritenere che il ricorso sia stato proposto ‘senza colpa’, ovvero quando l’impugnazione è palesemente infondata e non rispetta i limiti imposti dalla legge.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando la natura stessa dell’istituto del concordato in appello. L’accordo tra le parti sulla pena implica una rinuncia a contestare l’accertamento di responsabilità. Pertanto, consentire un’impugnazione per motivi di merito svuoterebbe di significato l’istituto stesso. I motivi di ricorso sono limitati a vizi procedurali e di legalità della pena per garantire che l’accordo si sia formato correttamente e nel rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento. La Corte ha quindi agito in conformità con una procedura accelerata (art. 610, comma 5-bis c.p.p.), dichiarando l’inammissibilità senza formalità, data la palese infondatezza delle censure proposte.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma che la strada per impugnare in Cassazione una sentenza frutto di patteggiamento in appello è estremamente stretta. È cruciale che la difesa valuti attentamente i presupposti per un ricorso 599-bis, concentrandosi esclusivamente sui vizi tassativamente indicati dalla norma. Proporre un’impugnazione basata su motivi di merito non solo è destinato all’insuccesso, ma espone il proprio assistito a significative sanzioni economiche. La decisione serve da monito: il concordato in appello è una scelta processuale che, una volta fatta, preclude quasi ogni possibilità di rimettere in discussione la colpevolezza.

È sempre possibile impugnare in Cassazione una sentenza di patteggiamento in appello (art. 599-bis c.p.p.)?
No, l’impugnazione è possibile solo per un numero limitato di motivi specificamente previsti dalla legge, che non riguardano il merito della vicenda processuale.

Quali sono i motivi validi per un ricorso avverso una sentenza ex art. 599-bis c.p.p.?
I motivi ammessi riguardano esclusivamente vizi della volontà della parte che ha aderito all’accordo, il mancato consenso del pubblico ministero, un contenuto della sentenza difforme dall’accordo raggiunto o l’applicazione di una pena illegale.

Cosa succede se un ricorso contro una sentenza di patteggiamento in appello viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dal giudice, in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso specifico con una sanzione di 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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