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Ricorso 599-bis inammissibile: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (il cosiddetto ricorso 599-bis), ha tentato di impugnare la decisione contestando la determinazione della pena stessa. La Corte ha chiarito che l’adesione all’accordo comporta la rinuncia a tali motivi, rendendo l’impugnazione possibile solo in casi eccezionali, come vizi della volontà o illegalità della sanzione, non riscontrati nel caso di specie.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso 599-bis: Quando l’Accordo in Appello Diventa Intoccabile

L’istituto del ricorso 599-bis del codice di procedura penale, noto come “concordato in appello” o “patteggiamento in appello”, rappresenta uno strumento deflattivo importante. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda i limiti stringenti alla sua impugnabilità. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: una volta accettato l’accordo sulla pena, non si può tornare indietro contestando proprio ciò che è stato concordato.

I Fatti del Caso: Dall’Estorsione al Concordato in Appello

La vicenda processuale ha origine con una condanna per il reato di estorsione emessa dal Tribunale di Napoli. In sede di appello, la difesa dell’imputato e la Procura Generale hanno raggiunto un accordo ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. per la rideterminazione della pena. La Corte di Appello di Napoli, recependo l’accordo, ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, confermando la responsabilità penale ma applicando la pena concordata tra le parti.

L’Impugnazione in Cassazione e i Motivi del Ricorso

Nonostante l’accordo raggiunto, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. I motivi sollevati riguardavano la presunta mancanza e manifesta illogicità della motivazione della sentenza d’appello in due punti specifici: la determinazione della pena e la mancata concessione delle attenuanti generiche. In sostanza, l’imputato contestava gli elementi che erano stati oggetto proprio del patto processuale siglato.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso 599-bis

La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno deciso di trattare il caso con la procedura semplificata “de plano”, prevista per le impugnazioni che appaiono manifestamente infondate o, come in questo caso, inammissibili. La decisione si fonda su un orientamento giurisprudenziale consolidato riguardo i limiti dell’impugnazione delle sentenze emesse a seguito di ricorso 599-bis.

Le Motivazioni: I Limiti all’Impugnazione del Patteggiamento in Appello

La Corte ha chiarito che l’accesso al concordato in appello implica una rinuncia implicita a contestare i punti che formano l’oggetto dell’accordo stesso. Il ricorso in Cassazione contro una sentenza ex art. 599-bis c.p.p. è ammissibile solo per motivi molto specifici, che attengono alla legittimità della procedura e non al merito dell’accordo. In particolare, è possibile ricorrere se si lamentano:

1. Vizi nella formazione della volontà della parte di accedere al concordato.
2. Vizi relativi al consenso del pubblico ministero sulla richiesta.
3. Contenuto difforme della pronuncia del giudice rispetto all’accordo raggiunto tra le parti.

Sono invece inammissibili le doglianze relative a motivi rinunciati, come la valutazione delle condizioni di proscioglimento (ex art. 129 c.p.p.) o, appunto, la determinazione della pena e la concessione delle attenuanti. Queste ultime, infatti, sono il cuore del negoziato tra accusa e difesa.

L’unica eccezione a questa regola si verifica quando la pena concordata e applicata dal giudice si riveli illegale, ovvero quando non rientri nei limiti edittali previsti dalla legge per quel reato o sia di una specie diversa da quella prevista. Nel caso di specie, nessuna di queste anomalie era stata dedotta né riscontrata.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza il principio secondo cui il concordato in appello è un atto negoziale che vincola le parti. L’imputato, nel momento in cui accetta di concordare una pena, ottiene un vantaggio (solitamente una riduzione della sanzione) in cambio di una rinuncia a far valere determinate contestazioni. Pretendere di rimettere in discussione in Cassazione proprio i termini dell’accordo significherebbe snaturare la funzione stessa dell’istituto. La decisione della Corte, quindi, serve da monito: la scelta del ricorso 599-bis deve essere ponderata, poiché una volta siglato l’accordo, le porte per un’ulteriore impugnazione sul merito della pena si chiudono quasi ermeticamente.

È sempre possibile impugnare in Cassazione una sentenza emessa dopo un concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.)?
No, non è sempre possibile. L’impugnazione è ammessa solo per specifici e limitati motivi che riguardano la regolarità della formazione dell’accordo e non il suo contenuto, a meno che la pena applicata non sia illegale.

Quali motivi rendono ammissibile un ricorso contro una sentenza ex art. 599-bis c.p.p.?
Il ricorso è ammissibile se si contestano vizi nella formazione della volontà dell’imputato di aderire all’accordo, vizi nel consenso del pubblico ministero, o se la decisione del giudice è difforme rispetto a quanto concordato tra le parti.

Contestare la pena concordata o la mancata concessione di attenuanti generiche è un motivo valido per il ricorso 599-bis?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questi sono motivi a cui la parte rinuncia implicitamente nel momento in cui aderisce all’accordo sulla pena. Pertanto, un ricorso basato su tali doglianze è dichiarato inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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