Ricognizione Fotografica: Validità e Limiti secondo la Cassazione
La ricognizione fotografica è uno strumento investigativo cruciale, ma la sua validità come prova in un processo penale è spesso oggetto di dibattito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti importanti, stabilendo i criteri per cui un’identificazione avvenuta durante le indagini preliminari può essere considerata una prova pienamente valida in sede dibattimentale.
I Fatti del Caso
Due individui, condannati in appello, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Il loro unico motivo di doglianza riguardava la presunta violazione delle norme procedurali relative alla ricognizione fotografica che aveva portato alla loro identificazione. Sostenevano che tale atto non fosse stato eseguito correttamente e, pertanto, non potesse essere utilizzato come prova a loro carico. La Corte d’Appello, decidendo su rinvio della stessa Cassazione, aveva già respinto queste argomentazioni, confermando la validità dell’identificazione.
La Questione Giuridica e la Validità della Ricognizione Fotografica
Il fulcro della questione era stabilire se una ricognizione fotografica, eseguita nella fase delle indagini preliminari, possa costituire una prova solida e sufficiente per una condanna. La difesa degli imputati sosteneva la sua inaffidabilità e la sua non conformità alle garanzie processuali.
La Corte Suprema era chiamata a valutare se il ricorso fosse fondato o se, al contrario, fosse generico e meramente riproduttivo di argomenti già esaminati e respinti nei gradi di merito, senza apportare nuove e specifiche critiche alla sentenza impugnata.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili. Ha ritenuto che le censure mosse dagli imputati fossero generiche e non affrontassero in modo specifico le ragioni giuridiche esposte dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva infatti spiegato in modo esauriente perché il riconoscimento fotografico, nel caso specifico, era da considerarsi valido e affidabile.
Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
La Cassazione ha chiarito un principio fondamentale in materia di prova penale. La ricognizione fotografica svolta durante le indagini preliminari è considerata una “prova atipica”, ovvero non formalmente disciplinata come la ricognizione di persona. Tuttavia, essa acquisisce piena valenza probatoria se soddisfa due condizioni essenziali:
1. Conferma in Dibattimento: Il riconoscimento deve essere confermato dal testimone durante il processo, in un contesto di contraddittorio tra accusa e difesa. Questa conferma “sana” l’eventuale informalità dell’atto iniziale.
2. Corroborazione con Altri Elementi: L’identificazione deve essere supportata da altri elementi di prova. Nel caso in esame, i fotogrammi estratti dalle telecamere di sorveglianza (i cosiddetti frames) non lasciavano dubbi sulla responsabilità penale dei ricorrenti.
Inoltre, la Corte ha specificato che la validità della conferma dibattimentale viene meno solo se ci sono elementi concreti per ritenere che sia stata “indotta da contrassegni sulle foto” o da altre forme di suggestione, circostanza non emersa nel caso di specie.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
L’ordinanza ribadisce che il fulcro del processo penale è il dibattimento. Un atto di indagine, anche se informale, può trasformarsi in una prova solida se il suo contenuto viene confermato oralmente davanti al giudice, nel rispetto del diritto di difesa. Per contestare efficacemente una ricognizione fotografica, non è sufficiente lamentarne l’irregolarità formale, ma è necessario dimostrare che la successiva conferma in aula sia stata viziata o inattendibile. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale che valorizza la sostanza della prova formata in contraddittorio rispetto ai formalismi della fase investigativa.
Una ricognizione fotografica effettuata durante le indagini preliminari è sempre una prova valida?
No, non automaticamente. Secondo l’ordinanza, essa diventa una prova pienamente utilizzabile (come prova atipica) solo se viene confermata dal testimone durante il dibattimento, nel contraddittorio tra le parti, e non vi sono elementi per ritenere che tale conferma sia stata indotta o viziata.
Cosa rende inammissibile un ricorso in Cassazione basato sulla contestazione di una prova?
Il ricorso è ritenuto inammissibile quando i motivi sono generici, riproduttivi di censure già adeguatamente respinte nei precedenti gradi di giudizio e non contengono una critica specifica e puntuale delle argomentazioni giuridiche contenute nella sentenza impugnata.
Quali altri elementi possono rafforzare la validità di un riconoscimento fotografico?
La sua validità è notevolmente rafforzata dalla presenza di altre prove che lo corroborano. Nel caso di specie, la Corte ha sottolineato l’importanza dei fotogrammi estratti dalle telecamere, che hanno confermato senza dubbi l’affermazione di responsabilità penale basata sul riconoscimento.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6402 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6402 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 21/01/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da:
COGNOME NOME COGNOME nato a BOSCOREALE il 07/02/1988 COGNOME NOME CODICE_FISCALE nato a GENOVA il 18/08/1981
avverso la sentenza del 08/07/2024 della CORTE APPELLO di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME e NOME COGNOME
considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta la violazione dell’art. 213 cod. proc. pen. quanto alla ricognizione fotografica degli imputati, è generico poiché riproduttivo di profili di censura già adeguatamente disattesi con corretti argomenti giuridici dai giudici di merito e, perciò, non scandito da specifica critica analisi delle argomentazioni alla base della sentenza impugnata (si veda, in particolare, pag. 3 della sentenza impugnata, ove la Corte di appello, decidendo in sede di rinvio disposto da questa Suprema Corte con sentenza del 14/03/2023, ha compiutamente evidenziato la validità del riconoscimento fotografico avvenuto in sede testimoniale, nel contradditorio tra le parti ed a conferma di quello già espletato in sede di indagini preliminari, a precipua corroborazione dei frames delle telecamere estratti che non hanno lasciato dubbi circa l’affermazione di penale responsabilità dei ricorrenti: talché, la ricognizione personale effettuata in sede di indagini preliminari è perfettamente utilizzabile quale prova atipica se confermata in dibattimento e se non vi sono elementi per ritenere che tale conferma sia stata indotta da contrassegni sulle foto agli atti);
rilevato, pertanto, che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili con condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 21/01/2025
Il Co sigliere Estensore