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Richiesta trattazione orale: sentenza nulla se negata

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte di Appello poiché il giudizio di secondo grado si era svolto senza la partecipazione del difensore, nonostante quest’ultimo avesse presentato una formale richiesta di trattazione orale. Secondo la Suprema Corte, ignorare tale istanza, prevista dalla normativa emergenziale Covid-19, determina una nullità assoluta e insanabile per violazione del diritto di difesa, imponendo la celebrazione di un nuovo processo d’appello.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Richiesta Trattazione Orale Ignorata: la Cassazione Annulla la Sentenza

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 13267/2025, ha ribadito un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: se l’avvocato presenta una valida richiesta di trattazione orale per il processo d’appello, il giudice non può ignorarla. Procedere con un rito camerale non partecipato, in un caso come questo, comporta una nullità assoluta e insanabile della sentenza. Questo caso, nato nel contesto della normativa emergenziale per il Covid-19, offre spunti cruciali sulla sacralità del contraddittorio processuale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello per il reato di evasione (art. 385 c.p.). Un’altra accusa era stata archiviata per remissione di querela.

Il difensore dell’imputato, in vista dell’udienza d’appello, aveva inviato una formale istanza via PEC per richiedere che il processo si svolgesse con trattazione orale, come consentito dalla normativa speciale introdotta durante la pandemia (art. 23-bis d.l. n. 137/2020). Nonostante la richiesta fosse stata ritualmente e tempestivamente presentata all’indirizzo telematico corretto dell’ufficio giudiziario, la Corte di Appello ha proceduto ugualmente con il rito camerale non partecipato, decidendo sulla base dei soli atti scritti e senza la presenza del difensore. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, lamentando la violazione di legge.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Ha stabilito che la sentenza d’appello doveva essere annullata, con trasmissione degli atti alla Corte di Appello di Bari per la celebrazione di un nuovo giudizio.

L’importanza della richiesta di trattazione orale

Il fulcro della decisione risiede nella natura della violazione. La Cassazione ha affermato che lo svolgimento del processo con un rito (camerale non partecipato) diverso da quello richiesto dalla parte (orale e partecipato) non costituisce una mera irregolarità. Al contrario, integra un vizio gravissimo che mina le fondamenta del giusto processo. La scelta di un modello procedimentale che esclude la presenza del difensore, quando questa è obbligatoria e richiesta, dà luogo a una nullità di ordine generale, assoluta e insanabile, come previsto dall’art. 179, comma 1, del codice di procedura penale.

Le Motivazioni della Decisione

I giudici di legittimità hanno basato il loro ragionamento su un orientamento giurisprudenziale consolidato. Hanno precisato che la normativa emergenziale, pur introducendo il rito cartolare come regola per le udienze d’appello, aveva fatto salva la facoltà delle parti di chiedere la discussione orale. Questo diritto non è una mera concessione, ma una garanzia fondamentale del diritto di difesa.

Nel caso specifico, la Corte ha verificato che la richiesta di trattazione orale era stata inviata correttamente il 12 marzo 2024, in seguito alla notifica del decreto di citazione per l’udienza del 13 maggio 2024. L’aver ignorato tale istanza ha, di fatto, impedito al difensore di esercitare pienamente il suo mandato, determinando un’assenza in un’ipotesi in cui la sua presenza era obbligatoria per legge.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza rafforza un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il diritto al contraddittorio e alla partecipazione difensiva non può essere compresso, neppure in nome di esigenze di celerità o di emergenza. La decisione sottolinea che le formalità procedurali, specialmente quelle che garantiscono i diritti della difesa, devono essere scrupolosamente osservate. Per gli operatori del diritto, questo significa che una richiesta di trattazione orale validamente presentata crea un vincolo per il giudice, il quale non può discostarsene senza incorrere in una nullità insanabile. Per l’imputato, è la riaffermazione che il suo diritto a essere difeso oralmente in un’aula di tribunale è un presidio irrinunciabile di giustizia.

Cosa succede se un giudice d’appello ignora una valida richiesta di trattazione orale?
La sentenza emessa a seguito di un’udienza tenuta senza la presenza del difensore è affetta da nullità assoluta e insanabile. Questo accade perché si viola il diritto di difesa, in quanto il difensore viene escluso da una fase processuale in cui la sua presenza è obbligatoria.

La procedura di appello senza udienza orale era la norma durante l’emergenza Covid-19?
No, era una misura eccezionale per limitare i contagi, prevista dal d.l. n. 137/2020. Tuttavia, la stessa legge garantiva esplicitamente all’imputato e al suo difensore il diritto di richiedere e ottenere un’udienza con discussione orale, ripristinando così il contraddittorio pieno.

Qual è l’esito finale del caso dopo la decisione della Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di Appello. Ha quindi disposto la trasmissione degli atti allo stesso ufficio giudiziario di secondo grado, che dovrà celebrare un nuovo processo d’appello, questa volta garantendo la trattazione orale come era stato richiesto dalla difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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