LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Richiesta di rimessione: quando è inammissibile

La Cassazione dichiara inammissibile una richiesta di rimessione perché non notificata alle altre parti e basata su motivi vaghi e indeterminati. La parte richiedente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Richiesta di Rimessione: Quando Viene Dichiarata Inammissibile?

La richiesta di rimessione è uno strumento eccezionale previsto dal nostro ordinamento per garantire che un processo si svolga in un clima sereno e imparziale. Tuttavia, la sua presentazione è soggetta a requisiti formali e sostanziali molto stringenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come il mancato rispetto di tali requisiti porti inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità, con conseguenze economiche per il richiedente. Analizziamo insieme il caso.

I Fatti del Caso

Una cittadina, coinvolta in un procedimento penale presso un Tribunale di primo grado, presentava alla Corte di Cassazione un’istanza per ottenere la rimessione del processo. Con questo atto, chiedeva che il giudizio venisse trasferito ad un’altra sede giudiziaria, presumibilmente sostenendo l’esistenza di circostanze ambientali tali da compromettere il regolare svolgimento del dibattimento. La Corte, tuttavia, ha esaminato l’istanza e l’ha rigettata senza neppure entrare nel merito delle ragioni addotte.

I Vizi della Richiesta di Rimessione

La decisione della Cassazione si è fondata su due vizi procedurali e di merito che hanno reso la richiesta di rimessione irricevibile. In primo luogo, è emerso un vizio di natura formale: la richiedente non aveva notificato l’istanza alle altre parti del processo entro il termine perentorio di sette giorni dal suo deposito in cancelleria, come invece prescritto dall’articolo 46 del codice di procedura penale. Questo adempimento è fondamentale per garantire il contraddittorio, permettendo a tutte le parti di essere a conoscenza della richiesta e di presentare le proprie osservazioni.

In secondo luogo, la Corte ha rilevato un vizio sostanziale. Le motivazioni a sostegno della richiesta sono state giudicate ‘vaghe e interminate’, ovvero generiche e non supportate da elementi concreti. Secondo i giudici, le circostanze descritte non erano idonee a dimostrare l’esistenza di una ‘situazione locale’ capace di turbare effettivamente lo svolgimento del processo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ribadito due principi fondamentali in materia. Primo, il rispetto delle regole procedurali, come la notifica alle controparti, non è un mero formalismo ma una garanzia essenziale del giusto processo. La sua omissione rende l’atto di per sé inammissibile. Secondo, chi richiede la rimessione ha l’onere di allegare e provare l’esistenza di fatti specifici e concreti che dimostrino un reale pericolo per la serenità e l’imparzialità del giudizio. Non sono sufficienti mere supposizioni, lamentele generiche o circostanze vaghe per giustificare lo spostamento di un processo.

Sulla base di queste considerazioni, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità della richiesta. Di conseguenza, ha condannato la richiedente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, sanzionando così l’uso improprio di questo strumento processuale.

Le Conclusioni

Questa pronuncia sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente nella redazione di atti processuali complessi come la richiesta di rimessione. L’ordinanza serve da monito: non solo è necessario avere valide ragioni di merito, ma è altrettanto cruciale rispettare scrupolosamente ogni singolo passaggio procedurale previsto dalla legge. In caso contrario, l’istanza è destinata a fallire, con l’ulteriore aggravio di una condanna economica per il proponente.

Entro quale termine va notificata la richiesta di rimessione alle altre parti?
La richiesta di rimessione, come specificato dall’art. 46 del codice di procedura penale, deve essere notificata alle altre parti entro il termine di sette giorni dal suo deposito presso la cancelleria del giudice.

Quali sono le conseguenze se una richiesta di rimessione è basata su motivi vaghi e indeterminati?
Se la richiesta si fonda su circostanze vaghe e indeterminate, non idonee a configurare una reale situazione locale di turbamento del processo, viene dichiarata inammissibile perché priva dei requisiti sostanziali richiesti dalla legge.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di una richiesta di rimessione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del richiedente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver attivato inutilmente la giurisdizione di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati