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Richiesta di rimessione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile una richiesta di rimessione del processo per un duplice motivo. In primo luogo, l’istanza non era stata notificata a tutte le parti, inclusa la persona offesa dal reato. In secondo luogo, le motivazioni addotte, come una generica ‘campagna stampa negativa’, sono state ritenute vaghe e indeterminate. Di conseguenza, l’istante è stato condannato al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Richiesta di Rimessione: I Requisiti di Forma e Sostanza Secondo la Cassazione

La richiesta di rimessione è uno strumento eccezionale previsto dal nostro ordinamento per garantire l’imparzialità del giudizio. Tuttavia, il suo utilizzo è subordinato al rispetto di rigidi requisiti formali e sostanziali. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce perché un’istanza può essere dichiarata inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: un’istanza con vizi procedurali e di merito

Nel caso di specie, un imputato per il reato di cui all’art. 341-bis del codice penale (oltraggio a un corpo politico, amministrativo o giudiziario) presentava un’istanza per ottenere la rimessione del proprio processo ad un’altra sede giudiziaria. La richiesta, trasmessa dalla Corte d’Appello competente, giungeva all’esame della Suprema Corte di Cassazione.

Tuttavia, l’istanza presentava due criticità fondamentali che ne hanno compromesso l’accoglimento fin dalle prime battute: una di natura formale e una di natura sostanziale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato la richiesta di rimessione inammissibile. La Corte non è entrata nel merito della fondatezza delle ragioni dell’imputato, fermandosi a una valutazione preliminare che ha evidenziato vizi insanabili. La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata la condanna dell’istante al pagamento delle spese processuali, come previsto dalla legge in caso di rigetto o inammissibilità dell’istanza.

Le Motivazioni: la duplice ragione dell’inammissibilità

La decisione della Cassazione si fonda su due pilastri argomentativi chiari e distinti.

1. Il Vizio di Forma: la mancata notificazione a tutte le parti

Il primo motivo di inammissibilità riguarda il mancato rispetto delle forme prescritte dall’articolo 46, comma 4, del codice di procedura penale. La norma impone che la richiesta di rimessione sia notificata a tutte le parti del processo. La Corte sottolinea che in questo novero rientra anche la ‘persona offesa dal reato’, a prescindere dal fatto che si sia costituita o meno parte civile.

Questo adempimento non è una mera formalità, ma una garanzia fondamentale del principio del contraddittorio. Tutte le parti coinvolte, infatti, devono essere messe in condizione di conoscere l’istanza e di potersi eventualmente opporre. La Suprema Corte ha ribadito che la notificazione è un requisito essenziale, non sostituibile con altri atti, come la semplice proposizione dell’istanza in udienza.

2. Il Vizio di Sostanza: la genericità delle ragioni addotte

Il secondo motivo attiene al contenuto stesso della richiesta. L’istante aveva addotto, a sostegno della sua domanda, ragioni riconducibili a una presunta ‘negativa campagna di stampa’ di cui sarebbe stato vittima. La Cassazione ha ritenuto tale motivazione del tutto vaga e indeterminata.

Perché una situazione ambientale possa giustificare il trasferimento di un processo, non è sufficiente un generico riferimento a un clima mediatico avverso. È necessario indicare fatti concreti, specifici e verificabili che dimostrino come tale clima possa effettivamente compromettere la serenità e l’imparzialità del giudizio. Motivazioni generiche, non circostanziate e non provate non possono essere prese in considerazione per attivare uno strumento così delicato come la rimessione del processo.

Conclusioni: le implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza in esame offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, ribadisce l’assoluta importanza del rigore formale nella presentazione degli atti giudiziari. La mancata notifica della richiesta di rimessione a tutte le parti interessate, inclusa la persona offesa, costituisce un vizio fatale che ne determina l’immediata inammissibilità. In secondo luogo, evidenzia come le motivazioni a sostegno di un’istanza così grave debbano essere specifiche, dettagliate e concrete. Non basta lamentare un presunto ‘legittimo sospetto’ o un’atmosfera ostile; è indispensabile ancorare tali percezioni a elementi fattuali precisi che possano essere oggetto di valutazione da parte del giudice. Chi intende avvalersi di questo istituto deve quindi prestare la massima attenzione sia agli aspetti procedurali che alla solidità delle argomentazioni di merito, per evitare una declaratoria di inammissibilità e la conseguente condanna alle spese.

A chi deve essere notificata la richiesta di rimessione del processo?
Secondo la Corte, la richiesta di rimessione deve essere notificata a tutte le parti, comprese esplicitamente le persone offese dal reato, anche qualora non si siano costituite parte civile nel procedimento.

Perché una ‘campagna stampa negativa’ non è stata considerata una ragione valida per la rimessione?
La Corte ha ritenuto tale motivazione inammissibile perché troppo vaga e indeterminata. Per giustificare una rimessione, le ragioni devono essere concrete e specifiche, capaci di dimostrare un effettivo pericolo per l’imparzialità del giudizio, e non basarsi su lamentele generiche.

Cosa succede se una richiesta di rimessione viene dichiarata inammissibile?
Come stabilito nel provvedimento, alla declaratoria di inammissibilità della richiesta segue la condanna del soggetto istante al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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