LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Revocazione confisca: competenza della Corte d’Appello

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale di Pescara, dichiarandolo funzionalmente incompetente a decidere su una richiesta di revocazione confisca di prevenzione. A seguito di una declaratoria di incostituzionalità della norma posta a base della misura, la competenza a decidere sulla revocazione spetta alla Corte d’Appello, come chiarito dalla sentenza. La Suprema Corte ha quindi disposto la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Campobasso, indicandola come l’organo giurisdizionale corretto per trattare il caso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revocazione Confisca: La Cassazione Chiarisce la Competenza Funzionale della Corte d’Appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2479/2024) ha fatto luce su un’importante questione procedurale: a chi spetta decidere sulla revocazione confisca di prevenzione quando la norma su cui si basava è stata dichiarata incostituzionale? La risposta della Suprema Corte è netta e riafferma un principio cruciale per la tutela dei diritti, individuando nella Corte d’Appello l’unico giudice competente.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla richiesta di tre persone di ottenere la revoca della confisca di un loro immobile. Tale misura di prevenzione patrimoniale era divenuta definitiva anni prima. I richiedenti sostenevano che la confisca fosse diventata illegittima a seguito della sentenza n. 24 del 2019 della Corte Costituzionale, che aveva dichiarato l’incostituzionalità di una delle norme applicate nel loro caso.

Il Tribunale di Pescara, investito della richiesta, l’aveva però rigettata. Secondo il Tribunale, la misura si fondava anche su un’altra base normativa non toccata dalla pronuncia della Consulta e, inoltre, i richiedenti non potevano beneficiare di una precedente sentenza favorevole emessa nei confronti di un’altra persona, poiché basata su ragioni strettamente personali. Contro questa decisione, le parti hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Questione di Competenza sulla Revocazione Confisca

Il cuore della questione portata davanti alla Suprema Corte non era tanto il merito della confisca, quanto un vizio procedurale preliminare e assorbente: il Tribunale di Pescara era l’organo giusto per decidere? La difesa ha lamentato un’errata valutazione degli effetti della sentenza della Corte Costituzionale. La Cassazione, tuttavia, ha rilevato d’ufficio un problema ancora più radicale: un totale difetto di competenza funzionale del Tribunale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, affermando un principio che ha definito come ius receptum (diritto consolidato). Richiamando una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 3513 del 2021), la Corte ha ribadito che lo strumento corretto per far valere l’illegittimità originaria di una confisca di prevenzione, a seguito di una declaratoria di incostituzionalità, è la richiesta di revocazione confisca ai sensi dell’art. 28, comma 2, del D.Lgs. 159/2011.

Questo specifico rimedio non rientra nella competenza del giudice dell’esecuzione (il Tribunale che aveva emesso la misura), ma è attribuito per legge in via esclusiva alla Corte d’Appello. Il Tribunale di Pescara, decidendo sulla richiesta, ha quindi esercitato un potere che la legge non gli conferiva, incorrendo in un vizio di incompetenza funzionale. Tale vizio è talmente grave da poter essere rilevato d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento, compreso il giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza annulla la decisione del Tribunale e dispone la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Campobasso, individuata come competente per le specifiche norme procedurali. La pronuncia ha un’importante implicazione pratica: chiunque intenda chiedere la revoca di una misura di prevenzione patrimoniale definitiva, basandosi su una sopravvenuta incostituzionalità della legge applicata, deve presentare la propria istanza direttamente alla Corte d’Appello competente. Agire diversamente, rivolgendosi al Tribunale, significa incappare in un errore procedurale che porta all’annullamento della decisione, con conseguente allungamento dei tempi per ottenere una pronuncia nel merito.

Qual è il giudice competente a decidere sulla richiesta di revoca di una confisca di prevenzione dopo una declaratoria di incostituzionalità della norma?
La competenza a decidere sulla richiesta di revocazione di una confisca di prevenzione, divenuta definitiva, spetta in via esclusiva alla Corte d’Appello e non al Tribunale che ha emesso il provvedimento originario.

Quale strumento giuridico si deve utilizzare per contestare una confisca definitiva basata su una norma poi dichiarata incostituzionale?
Lo strumento giuridico corretto è la richiesta di revocazione prevista dall’art. 28, comma 2, del D.Lgs. n. 159 del 2011, e non l’incidente di esecuzione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale di Pescara?
La decisione è stata annullata perché il Tribunale di Pescara era affetto da un vizio di incompetenza funzionale, avendo deciso su una materia (la revocazione ex art. 28) che la legge riserva inderogabilmente alla competenza della Corte d’Appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati