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Revoca sequestro preventivo: si può chiedere sempre?

Una società di elettronica subiva un sequestro preventivo su merce per un valore ingente. Dopo il rigetto dell’istanza di restituzione da parte del GIP e del Tribunale del riesame, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione. Il punto centrale è la possibilità di chiedere la revoca del sequestro preventivo anche in assenza di una precedente istanza di riesame, contestando l’originaria mancanza dei presupposti. La Suprema Corte ha ribadito che la mancata proposizione del riesame non preclude la richiesta di revoca, accogliendo il ricorso della società.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca sequestro preventivo: una porta sempre aperta anche senza riesame

La richiesta di revoca sequestro preventivo rappresenta uno strumento cruciale per la difesa dei diritti patrimoniali nel corso di un procedimento penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale: la possibilità di richiedere la revoca di una misura cautelare reale non è preclusa dalla mancata presentazione di una precedente istanza di riesame. Questa decisione chiarisce i confini del cosiddetto ‘giudicato cautelare’ e offre importanti garanzie all’indagato e ai terzi interessati.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’indagine per reati fiscali a carico dell’amministratore di una società di servizi contabili. Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza eseguiva un sequestro probatorio su 109 colli di materiale elettronico appartenenti a una società terza, operante nel settore tecnologico. Successivamente, il sequestro veniva convertito in preventivo, finalizzato alla confisca.

La società proprietaria dei beni presentava un’istanza di restituzione al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), sostenendo l’illegittimità della misura per due ordini di motivi:
1. L’inapplicabilità della confisca per equivalente a una persona giuridica, se non dimostrata la sua natura di ‘società schermo’.
2. La non pertinenza dei beni sequestrati rispetto al presunto profitto del reato contestato.

Il GIP rigettava l’istanza, ritenendo che si trattasse di un sequestro finalizzato a una confisca diretta, in quanto i beni rappresentavano il reimpiego del profitto del reato. La società proponeva appello, ma il Tribunale lo dichiarava inammissibile. Secondo i giudici d’appello, non avendo la società presentato istanza di riesame contro il provvedimento di sequestro originario, non poteva più contestarne i presupposti genetici, ma solo far valere motivi sopravvenuti. Contro questa decisione, la società ricorreva in Cassazione.

La Decisione e le Motivazioni sulla revoca del sequestro preventivo

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando con rinvio l’ordinanza del Tribunale. Il ragionamento della Suprema Corte si fonda su un principio consolidato, espresso dalle Sezioni Unite Penali (sent. n. 42601/2018): la mancata proposizione della richiesta di riesame avverso un provvedimento cautelare reale non preclude all’interessato la possibilità di richiederne la revoca, anche eccependo l’originaria insussistenza dei presupposti.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il cosiddetto ‘giudicato cautelare’ non ha la stessa portata preclusiva del giudicato di merito. Sebbene la mancata impugnazione consolidi il provvedimento, non impedisce una nuova valutazione della sua legittimità su istanza di parte. Il Tribunale aveva errato nel ritenere che l’appello fosse limitato ai soli motivi sopravvenuti.

Inoltre, la Cassazione ha sottolineato un’ulteriore distinzione. Il ricorso della società sollevava due questioni diverse:
1. Una ‘genetica’, relativa alla legittimità del sequestro per equivalente nei confronti della società.
2. Una ‘esecutiva’, riguardante la non corrispondenza tra i beni concretamente sequestrati e quelli descritti nel provvedimento autorizzativo.

Anche se si fosse voluta seguire la tesi restrittiva del Tribunale, quest’ultimo avrebbe comunque dovuto esaminare il secondo profilo, che non attiene alla legittimità originaria del provvedimento, ma alla sua corretta esecuzione. Sottraendosi a questo esame, il giudice d’appello ha commesso un errore di diritto.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza le tutele per chi subisce un sequestro. Stabilisce chiaramente che la via per ottenere la restituzione dei beni non si chiude con la scadenza dei termini per il riesame. È sempre possibile presentare un’istanza di revoca sequestro preventivo al giudice che procede, basandola sulla mancanza, anche originaria, delle condizioni di applicabilità della misura. Questa pronuncia è un importante promemoria del fatto che le misure cautelari, per loro natura provvisoria, devono essere costantemente soggette al vaglio di legalità e necessità, garantendo che la compressione dei diritti patrimoniali sia sempre giustificata e proporzionata.

È possibile chiedere la revoca di un sequestro preventivo se non ho presentato istanza di riesame?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la mancata proposizione della richiesta di riesame non preclude la possibilità di chiedere in un secondo momento la revoca del sequestro, anche sulla base della mancanza originaria dei presupposti che lo giustificavano.

Qual è la differenza tra contestare i presupposti ‘genetici’ del sequestro e quelli ‘esecutivi’?
Contestare i presupposti ‘genetici’ significa mettere in discussione la legittimità stessa del provvedimento di sequestro al momento della sua adozione (es. mancanza del fumus commissi delicti). Contestare i profili ‘esecutivi’ significa invece criticare le modalità con cui il sequestro è stato materialmente eseguito (es. sono stati sequestrati beni diversi da quelli indicati nel decreto).

Cosa significa ‘giudicato cautelare’ e quali sono i suoi limiti secondo questa sentenza?
Il ‘giudicato cautelare’ è il principio per cui un provvedimento cautelare non impugnato nei termini (ad esempio con il riesame) diventa stabile. Tuttavia, questa sentenza chiarisce che tale stabilità non è assoluta: non impedisce una successiva richiesta di revoca della misura, che impone al giudice una nuova valutazione della sua legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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