Revoca Ordinanza Duplicata: Quando la Cassazione Annulla Sé Stessa per Errore
Nel complesso mondo della giustizia, anche gli ingranaggi più oliati possono commettere un errore. Il caso in esame dimostra come il sistema giudiziario possieda gli anticorpi per correggere le proprie sviste. La Corte di Cassazione si è trovata a dover disporre la revoca di un’ordinanza duplicata, un provvedimento emesso per sbaglio a causa di un errore puramente amministrativo, ripristinando così la certezza del diritto. Analizziamo come si è arrivati a questa decisione e quali principi procedurali sono stati applicati.
I Fatti del Caso: Un Ricorso, Due Decisioni Identiche
La vicenda trae origine da un procedimento penale a carico di due imputati. Dopo la sentenza di primo grado, entrambi avevano proposto ricorso per Cassazione. La Seconda Sezione Penale della Corte, con un’ordinanza del 16 novembre 2023, aveva dichiarato i ricorsi inammissibili, rendendo così definitiva la condanna.
Tuttavia, a causa di un’anomalia amministrativa, lo stesso ricorso veniva nuovamente iscritto a ruolo. Questo errore ha portato la medesima Sezione a emettere una seconda ordinanza, in data 16 gennaio 2024, dal contenuto identico alla prima: ancora una volta, i ricorsi venivano dichiarati inammissibili.
L’errore è emerso quando la Procura della Repubblica competente, ricevendo il secondo provvedimento, ha segnalato che la sentenza era già in esecuzione in virtù della prima ordinanza. Di fronte a questa duplicazione, è stato avviato d’ufficio un procedimento per correggere l’anomalia.
La Decisione della Corte: Necessaria la revoca dell’ordinanza duplicata
La Corte di Cassazione, una volta investita della questione, non ha avuto dubbi. Ha riconosciuto che la seconda ordinanza era il frutto di una “errata doppia iscrizione” e di una “conseguentemente indebita duplicazione del medesimo procedimento”.
Poiché una decisione valida e definitiva era già stata presa con il primo provvedimento, il secondo risultava non solo superfluo ma anche potenzialmente dannoso per la certezza del diritto. Pertanto, la Corte ha disposto la revoca della seconda ordinanza, quella emessa il 16 gennaio 2024, eliminandola dall’ordinamento giuridico.
Le Motivazioni: L’Errore Materiale e il Potere di Autocorrezione
La base giuridica per questa operazione di “pulizia” procedurale si rinviene nell’articolo 625-bis del codice di procedura penale. Questa norma conferisce alla Corte di Cassazione il potere di correggere gli errori materiali contenuti nei propri provvedimenti.
Nel caso specifico, l’emissione di un provvedimento doppio su una questione già decisa costituisce un classico esempio di errore materiale. Non si tratta di un ripensamento nel merito della causa, ma della semplice constatazione che un atto è stato compiuto due volte per sbaglio. La Corte ha quindi agito d’ufficio, come previsto dalla legge, per rimediare all’errore e garantire che sul medesimo ricorso esistesse un’unica e sola pronuncia finale.
Le Conclusioni: Garanzia di Certezza e Ordine Processuale
La decisione in commento, sebbene incentrata su un aspetto prettamente procedurale, riveste un’importanza fondamentale. Sottolinea l’esistenza di meccanismi di autocorrezione all’interno del sistema giudiziario, volti a preservare la coerenza e la certezza delle decisioni.
La revoca dell’ordinanza duplicata ha impedito che potessero sorgere conflitti o dubbi interpretativi derivanti dalla coesistenza di due provvedimenti identici. In questo modo, la Corte di Cassazione non solo ha corretto un errore amministrativo, ma ha anche riaffermato un principio cardine dello Stato di diritto: ogni controversia deve concludersi con una sola, chiara e definitiva pronuncia giurisdizionale.
Perché la Corte di Cassazione ha revocato un proprio provvedimento?
La Corte ha revocato la propria ordinanza del 16.1.2024 perché era una copia esatta di un’altra ordinanza emessa in precedenza (il 16.11.2023) sullo stesso identico caso, a causa di un errore di doppia registrazione del ricorso.
Cosa si intende per “errata doppia iscrizione” in questo caso?
Significa che il ricorso degli imputati è stato registrato per errore due volte nei sistemi della cancelleria, generando due procedimenti paralleli e, di conseguenza, due decisioni identiche sulla medesima questione.
Qual è la base giuridica che permette alla Corte di correggere questo tipo di errore?
La base giuridica è l’articolo 625-bis del codice di procedura penale, che disciplina la procedura per la correzione degli errori materiali contenuti nei provvedimenti della Corte di Cassazione, consentendole di annullare atti emessi per svista.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 14974 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2 Num. 14974 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 15/03/2024
SENTENZA
sulla segnalazione operata d’ufficio in merito all’ordinanza n. 2126 del 16.2.2024 emessa da questa Sezione nel procedimento a carico di COGNOME NOME, nato in Romania il DATA_NASCITA, COGNOME NOME, nato a Senigallia il DATA_NASCITA, visti gli atti, udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del AVV_NOTAIO Procuratore Generale NOME COGNOME, che ha concluso per la correzione dell’errore.
Con ordinanza del 16.1.2024 adottata ai sensi dell’art. 610, comma 5bis cod. proc. pen., la II Sezione di questa Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti nell’interesse di NOME COGNOME e NOME COGNOME contro la sentenza con cui il GUP di Ancona, su richiesta delle parti, aveva applicato, al primo, la pena di anni tre mesi undici giorni dieci di reclusione ed euro 2.767,00 di multa e, al secondo, la pena di anni tre mesi nove giorni dieci di reclusione ed euro 2.667,00 di multa per i reati loro rispettivamente ascritti;
pervenuta l’ordinanza alla Procura della Repubblica di Ancona, quell’ufficio, in data 25.1.2024 faceva presente che la sentenza del GUP era già in esecuzione a séguito di declaratoria di inammissibilità dei ricorsi intervenuta con ordinanza di questa stessa Sezione in data 16.11.2023;
sulla scorta di tale rilievo, si è proceduto, d’ufficio, ala instaurazione di un procedimento per ovviare all’erronea adozione di un secordo provvedimento reso sul medesimo ricorso e, quindi, per la revoca dell’ordinanza adottata in data 16.1.2024;
la Procura Generale ha trasmesso la requisitoria scritta concludendo per la correzione dell’errore.
CONSIDERATO IN DIRITTO
L’ordinanza del 16.1.2024 va revocata.
Risulta, in effetti, che, in data 16.11.2023, la II Sezione di questa Corte aveva già provveduto sui medesimi ricorsi che aveva per l’appunto dichiarato inammissibili con ordinanza depositata in data 14.12.2023;
L’ordinanza del 16.1.2024 è, in realtà, frutto di una errata doppia iscrizione dei medesimi ricorsi e di una conseguentemente indebita duplicazione del medesimo procedimento e che, pertanto, va revocata ai sensi dell’art. 625-bis cod. proc. pen..
P.Q.M.
revoca l’ordinanza di questa Sezione n. 2621 del 2024, emessa nel procedimento R.G. N. 44720/2023.
Così deciso in Roma, il 15.3.2024