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Revoca indulto: l’omessa notifica annulla il provvedimento

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di revoca indulto emessa dal Tribunale di Napoli. La decisione è motivata dalla mancata notifica dell’avviso di udienza al condannato, un vizio procedurale che integra una nullità assoluta, violando il diritto al contraddittorio. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca Indulto: La Notifica Mancata Rende Nullo il Provvedimento

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la garanzia del contraddittorio è sacra, anche nella fase di esecuzione della pena. Una recente decisione ha annullato un provvedimento di revoca indulto proprio perché al condannato non era stato notificato l’avviso di udienza, violando così il suo diritto di partecipare al procedimento. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante caso.

I Fatti del Caso

Un uomo, precedentemente beneficiario di un indulto concesso nel 2007, si è visto revocare tale beneficio da un’ordinanza del Tribunale di Napoli nel 2025. La revoca è stata disposta dal giudice dell’esecuzione su richiesta del pubblico ministero, a seguito di una nuova condanna a più di due anni di reclusione per un delitto commesso entro i cinque anni dall’entrata in vigore della legge sull’indulto (l. 241/2006).

Il condannato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione lamentando una grave violazione di legge: la decisione di revoca era stata presa senza che gli fosse mai stato notificato l’avviso di fissazione dell’udienza. Sebbene la concessione dell’indulto possa avvenire ‘de plano’ (cioè senza un’udienza formale), la sua revoca richiede il rispetto della procedura ordinaria prevista dall’art. 666 del codice di procedura penale, che impone la celebrazione di un’udienza in camera di consiglio e la preventiva notifica a tutte le parti.

La Decisione sulla Revoca Indulto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza del Tribunale di Napoli e rinviando il caso per un nuovo esame. I giudici supremi, accedendo agli atti processuali, hanno verificato che il tentativo di notifica dell’avviso di udienza al condannato era fallito. L’ufficiale giudiziario aveva infatti attestato che l’interessato si era ‘trasferito altrove’, ma a questa relata di notifica negativa non erano seguiti gli adempimenti successivi previsti dalla legge per rintracciare il destinatario.

Di conseguenza, l’udienza si è svolta senza che il contraddittorio fosse stato regolarmente instaurato nei confronti del condannato. Questo vizio, secondo la Corte, costituisce una violazione diretta dell’art. 666, comma 3, c.p.p., che impone al giudice di dare avviso dell’udienza alle parti e ai difensori almeno dieci giorni prima.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha qualificato l’omessa notifica dell’avviso di udienza come una nullità di ordine generale e di carattere assoluto. Richiamando consolidata giurisprudenza, ha spiegato che tale vizio incide direttamente sul diritto all’intervento, all’assistenza e alla rappresentanza dell’imputato (o, in questo caso, del condannato). Si tratta di una nullità così grave da essere rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento, insanabile anche se il difensore d’ufficio presente in udienza non l’ha eccepita.

I giudici hanno sottolineato come le garanzie previste per l’imputato nel processo di cognizione, come la corretta citazione, si estendano anche alla fase dell’esecuzione penale. L’omesso avviso all’interessato o al suo difensore della data dell’udienza camerale è, pertanto, causa di nullità assoluta, poiché impedisce una partecipazione effettiva al procedimento che decide su un suo diritto.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza riafferma con forza l’inviolabilità del diritto al contraddittorio. La procedura di revoca indulto non può essere trattata con leggerezza o in modo sbrigativo. È necessario che il giudice dell’esecuzione si assicuri che il condannato sia stato messo effettivamente a conoscenza della pendenza del procedimento e della data dell’udienza per potersi difendere. In caso contrario, qualsiasi decisione presa è viziata da una nullità insanabile. Questa pronuncia serve da monito per gli uffici giudiziari sull’importanza di espletare correttamente tutte le formalità di notifica, garantendo che i diritti fondamentali della difesa siano sempre e comunque rispettati.

Perché è stata annullata la revoca dell’indulto in questo caso?
La revoca è stata annullata perché il provvedimento è stato emesso senza che al condannato fosse stato regolarmente notificato l’avviso di fissazione dell’udienza, violando il suo diritto al contraddittorio.

Qual è la differenza procedurale tra la concessione e la revoca dell’indulto?
Secondo la sentenza, la concessione dell’indulto può avvenire con un provvedimento ‘de plano’ (senza udienza), mentre la sua revoca deve obbligatoriamente seguire la procedura ordinaria dell’art. 666 c.p.p., che prevede un’udienza camerale previa notifica a tutte le parti.

Quali sono le conseguenze della mancata notifica dell’avviso di udienza al condannato?
La mancata o irregolare notifica dell’avviso di udienza al condannato (o al suo difensore) integra una nullità di ordine generale e di carattere assoluto, rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del processo, che comporta l’annullamento del provvedimento emesso all’esito dell’udienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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