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Revoca della confisca: quando il ricorso si converte

Un cittadino trova una cospicua somma di denaro e la consegna alle autorità. Il procedimento penale contro ignoti viene archiviato, ma il giudice dispone la confisca del denaro. Il cittadino impugna il provvedimento chiedendo la revoca della confisca. La Corte di Cassazione, investita del caso, non decide nel merito ma riqualifica l’impugnazione: non si tratta di un ricorso per cassazione, bensì di un’opposizione da presentare allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento. La Corte applica il principio del ‘favor impugnationis’ per salvaguardare il diritto di difesa, trasmettendo gli atti al giudice competente per la corretta trattazione del caso.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca della Confisca: Il Principio del Favor Impugnationis e la Conversione del Ricorso

Quando un procedimento penale si conclude con un’archiviazione ma viene disposta la confisca di beni, quali sono gli strumenti a disposizione del cittadino per ottenerne la restituzione? Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce il corretto percorso procedurale da seguire in caso di richiesta di revoca della confisca, applicando il principio fondamentale della conservazione degli atti giuridici. Analizziamo insieme questo interessante caso.

Il Fatto: Dal Rinvenimento del Denaro all’Impugnazione

La vicenda ha inizio quando un cittadino rinviene una notevole quantità di denaro, composta da 100 banconote di grosso taglio, e decide di consegnarla spontaneamente ai Carabinieri. A seguito di ciò, la Procura della Repubblica avvia un procedimento penale a carico di ignoti. Tuttavia, le indagini non riescono a stabilire né la provenienza né l’appartenenza del denaro. Di conseguenza, il Pubblico Ministero richiede l’archiviazione del procedimento.

Il Giudice per le Indagini Preliminari accoglie la richiesta, ma, contestualmente all’archiviazione, dispone la confisca del denaro. Il cittadino che aveva trovato e consegnato le banconote, ritenendo di avere diritto alla restituzione, si oppone. Inizialmente, presenta un’istanza al giudice dell’esecuzione per la revoca del provvedimento di confisca, ma la richiesta viene respinta. A questo punto, decide di presentare ricorso per cassazione.

Le Argomentazioni del Ricorrente e la Revoca della Confisca

Il ricorrente basa la sua impugnazione su due motivi principali.

1. Vizio Procedurale: A suo avviso, il giudice dell’esecuzione avrebbe dovuto fissare un’udienza in camera di consiglio per discutere l’istanza, come previsto dall’art. 666 del codice di procedura penale, anziché decidere de plano, cioè senza contraddittorio.
2. Violazione di Legge: Il ricorrente sostiene che la confisca, ai sensi dell’art. 240 del codice penale, può essere disposta solo in caso di condanna. Poiché il procedimento era stato archiviato per l’impossibilità di identificare un colpevole o un reato, la confisca sarebbe illegittima. Egli invoca, invece, l’applicazione delle norme del codice civile sul rinvenimento di cose smarrite (artt. 927 e ss.), che, in assenza di un proprietario, avrebbero potuto attribuirgli la proprietà del denaro.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si concentra su un aspetto preliminare di natura puramente procedurale. I giudici supremi stabiliscono che il rimedio utilizzato dal cittadino – il ricorso per cassazione – è errato.

Le Motivazioni

La Corte chiarisce che il provvedimento con cui il giudice dell’esecuzione decide su un’istanza di revoca della confisca rientra tra le competenze previste dall’art. 676 del codice di procedura penale. Questa norma rinvia alla procedura descritta nell’art. 667, comma 4, c.p.p., che individua un unico strumento di tutela: l’opposizione da presentare davanti allo stesso giudice che ha emesso la decisione contestata.

Nonostante l’errore del ricorrente, la Corte decide di non dichiarare inammissibile il ricorso. Invece, applicando il principio generale di conservazione degli atti giuridici e il cosiddetto favor impugnationis (il favore per l’impugnazione), decide di dare continuità all’azione legale. Dichiarare inammissibile il ricorso, infatti, avrebbe privato l’interessato della possibilità di un riesame da parte di un giudice di merito, l’unico in grado di valutare appieno le sue doglianze.

Per questo motivo, la Corte riqualifica il ricorso per cassazione come opposizione e dispone la trasmissione degli atti al Tribunale di origine. Sarà quest’ultimo, nella sua funzione di giudice dell’esecuzione, a dover trattare il caso secondo la procedura corretta, garantendo il contraddittorio tra le parti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione di procedura penale. Sottolinea che, sebbene sia fondamentale scegliere il corretto strumento di impugnazione, i principi di tutela del diritto di difesa e di conservazione degli atti possono portare i giudici a ‘salvare’ un ricorso errato, convertendolo nel rimedio giuridico appropriato. La decisione assicura che il cittadino possa ottenere una valutazione nel merito della sua richiesta di revoca della confisca, rimettendo la palla nel campo del giudice dell’esecuzione, che dovrà ora esaminare la questione nel rispetto delle garanzie procedurali.

Qual è il rimedio corretto contro una decisione del giudice dell’esecuzione su un’istanza di revoca della confisca?
Secondo la Corte, l’unico rimedio previsto dalla legge è l’opposizione davanti allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento, ai sensi dell’art. 667, comma 4, del codice di procedura penale.

Cosa succede se si presenta un ricorso per cassazione invece di un’opposizione?
In applicazione dei principi di conservazione degli atti giuridici e del favor impugnationis, la Corte di Cassazione può riqualificare il ricorso errato come opposizione e trasmettere gli atti al giudice competente, anziché dichiararlo inammissibile. Questo per garantire al ricorrente il diritto a un riesame nel merito.

La Corte si è pronunciata sulla legittimità della confisca in caso di archiviazione?
No, la decisione della Corte è stata puramente procedurale. Non ha esaminato nel merito se la confisca fosse legittima o meno, ma si è limitata a individuare il corretto percorso giudiziario che il ricorrente deve seguire, demandando la decisione sul merito al giudice dell’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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