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Restituzione nel termine per ritardo della cancelleria

La Corte di Cassazione ha concesso la restituzione nel termine a un imputato il cui difensore non aveva potuto impugnare una sentenza a causa del ritardo della cancelleria nel fornire la copia del provvedimento. La Corte ha sottolineato che, a fronte della provata diligenza del legale, il disservizio dell’ufficio giudiziario costituisce una causa di forza maggiore che giustifica la concessione del rimedio, proteggendo così il diritto di difesa.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione nel Termine: Quando il Ritardo della Cancelleria Giustifica l’Appello Tardivo

Il diritto di difesa è uno dei pilastri fondamentali del nostro ordinamento giuridico, e il suo esercizio si concretizza anche nella possibilità di impugnare le sentenze. Ma cosa accade se un ostacolo, non imputabile alla parte o al suo difensore, impedisce di rispettare i termini perentori previsti dalla legge? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 39211/2024, offre un’importante chiarimento sul tema della restituzione nel termine, affermando un principio di garanzia fondamentale quando il disservizio proviene dalla stessa macchina della giustizia.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Padova il 20 febbraio 2024. Sebbene la sentenza fosse stata letta in udienza e depositata in cancelleria lo stesso giorno, il difensore dell’imputato si trovava di fronte a un muro di gomma. Nonostante le reiterate richieste, non riusciva a ottenere una copia del provvedimento, indispensabile per redigere un’adeguata impugnazione. Addirittura, il 9 marzo, la cancelleria comunicava che la sentenza non era “ancora pervenuta a quest’ufficio per adempimenti di cancelleria”.
Il difensore riusciva a ottenere la copia solo il 21 marzo, quando ormai i termini per presentare ricorso erano ampiamente scaduti. Di fronte a questa situazione, il legale presentava un’istanza di restituzione nel termine, chiedendo di essere rimesso in condizione di esercitare il proprio diritto.

La Decisione della Corte sulla restituzione nel termine

La Suprema Corte ha accolto la richiesta, ritenendola tempestiva e fondata. I giudici hanno riconosciuto che il difensore aveva fornito prova documentale della propria diligenza, dimostrando di aver richiesto tempestivamente la copia della sentenza e di non averla potuta ottenere a causa di un’inefficienza della cancelleria. Questo ritardo, imputabile all’apparato giudiziario, integra gli estremi della forza maggiore, ovvero un evento non prevedibile e non superabile con l’ordinaria diligenza, che ha di fatto impedito l’esercizio del diritto di impugnazione.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio già espresso in precedenza (sentenza n. 29340/2023): spetta al difensore l’onere di provare non solo di aver richiesto la copia, ma anche di aver posto in essere ogni “possibile diligente iniziativa per sollecitarne il rilascio”, come recarsi di persona in cancelleria. In questo caso specifico, il difensore ha superato tale prova, dimostrando l’impossibilità oggettiva di ottenere il documento.
Un punto cruciale della motivazione riguarda l’irrilevanza della lettura del dispositivo e della motivazione contestuale in udienza. La Corte ha specificato che, nonostante il difensore fosse a conoscenza del contenuto della decisione, egli ha comunque il pieno diritto di ottenere una copia formale della sentenza. Questo documento è essenziale per poter predisporre un atto di impugnazione ponderato, preciso e tecnicamente adeguato. Di conseguenza, negare o ritardare il rilascio di tale copia lede il diritto di difesa. Per questi motivi, la Corte ha dichiarato la sentenza non esecutiva, ha restituito l’imputato nel termine per proporre ricorso e ha sospeso i termini di prescrizione dei reati contestati.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio di equità e garanzia processuale. La restituzione nel termine non è una concessione benevola, ma un rimedio necessario per tutelare il diritto di difesa quando viene compromesso da disservizi della stessa amministrazione della giustizia. La decisione sottolinea che la diligenza richiesta all’avvocato non può spingersi fino a superare ostacoli insormontabili creati da un ufficio giudiziario. Il diritto a una copia della sentenza è strumentale e imprescindibile per un’efficace difesa tecnica, e la sua violazione, anche sotto forma di ritardo ingiustificato, deve essere sanata per assicurare un processo giusto.

È possibile ottenere la restituzione nel termine per impugnare una sentenza se la cancelleria tarda a fornire la copia?
Sì, è possibile a condizione che il difensore dimostri di aver agito con diligenza, richiedendo tempestivamente la copia e sollecitandone il rilascio. Il ritardo della cancelleria, se provato, costituisce una causa di forza maggiore che giustifica la concessione del rimedio.

Il fatto che la sentenza sia stata letta in udienza con motivazione contestuale cambia qualcosa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che questa circostanza è irrilevante. Il difensore ha comunque il diritto di ottenere una copia formale del provvedimento per poter preparare un’impugnazione adeguata, e il mancato o ritardato rilascio lede il diritto di difesa.

Quali sono le conseguenze della concessione della restituzione nel termine?
La Corte restituisce alla parte il tempo per proporre l’impugnazione, dichiara non esecutiva la sentenza impugnata e, come previsto dalla legge, sospende il corso della prescrizione dei reati per il periodo che va dalla data della sentenza alla notifica dell’ordinanza di restituzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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