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Restituzione nel termine: la tardività è fatale

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un’istanza di restituzione nel termine per proporre ricorso, poiché depositata oltre il termine di decadenza di dieci giorni. La difesa, venuta a conoscenza del deposito della sentenza il 14 marzo, ha presentato l’istanza solo il 2 maggio, rendendola tardiva. Un malfunzionamento del registro informatico della cancelleria, pur costituendo caso fortuito, non giustifica il ritardo nella presentazione della richiesta di restituzione nel termine.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione nel Termine: Il Rischio Fatale della Tardività

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine. La loro scadenza può precludere l’esercizio di diritti fondamentali, come quello di impugnare una sentenza. L’istituto della restituzione nel termine, previsto dall’art. 175 c.p.p., offre un’ancora di salvezza, ma solo a condizioni rigorose. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2915/2024) ci ricorda quanto sia rigida l’interpretazione di queste condizioni, anche a fronte di disservizi degli uffici giudiziari.

I Fatti di Causa

Un imputato veniva condannato dalla Corte d’Appello di Bologna in data 26 ottobre 2022. La Corte si riservava 75 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza. La difesa, dopo aver atteso il decorso del termine, inoltrava diverse richieste alla cancelleria per ottenere copia del provvedimento.

Il 16 gennaio 2023, la prima richiesta. A febbraio, altre due comunicazioni via email, a cui la cancelleria rispondeva di non avere ancora notizie sul deposito.

La svolta avveniva solo il 14 marzo 2023: la cancelleria comunicava finalmente alla difesa la disponibilità della sentenza, informando che le motivazioni erano state depositate già il 30 dicembre 2022. Il ritardo nella comunicazione veniva attribuito a un ‘malfunzionamento del registro informatico’.

A questo punto, la difesa, ritenendo di essere stata impossibilitata a impugnare per un caso fortuito, presentava istanza di restituzione nel termine per proporre ricorso in Cassazione. Tuttavia, l’istanza veniva depositata solo il 2 maggio 2023.

La Decisone della Cassazione sulla Restituzione nel Termine

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha dichiarato l’istanza inammissibile. La decisione, sebbene possa apparire severa, si fonda su una lettura rigorosa della norma processuale. Il problema non era la sussistenza del caso fortuito (il malfunzionamento informatico), ma la tardività della reazione della difesa una volta cessato l’impedimento.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della pronuncia risiede nell’interpretazione dell’articolo 175, comma 1, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che l’istanza di restituzione deve essere proposta ‘nel termine di decadenza di dieci giorni da quando è cessato il fatto costituente caso fortuito o forza maggiore’.

La Corte ha ragionato in modo lineare:

1. Individuazione del Caso Fortuito: Il malfunzionamento del registro informatico della cancelleria, che ha impedito alla difesa di conoscere l’avvenuto deposito della sentenza, costituisce senza dubbio un caso fortuito.
2. Cessazione del Caso Fortuito: L’impedimento è venuto meno nel momento esatto in cui la difesa ha avuto conoscenza legale del deposito. Nel caso di specie, questo momento coincide con il 14 marzo 2023, data in cui la cancelleria ha inviato l’email risolutiva.
3. Calcolo del Termine di Decadenza: Dal 14 marzo 2023 iniziava a decorrere il termine perentorio di dieci giorni per depositare l’istanza di restituzione nel termine.

L’istanza, essendo stata presentata il 2 maggio 2023, risultava depositata ben oltre il termine di dieci giorni, rendendola irrimediabilmente tardiva e, di conseguenza, inammissibile. Alla declaratoria di inammissibilità è seguita la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’istituto della restituzione nel termine non è una sanatoria generalizzata per ogni ritardo, ma un rimedio eccezionale legato a presupposti precisi e tempistiche stringenti. Il caso fortuito giustifica il mancato rispetto del termine originario, ma non autorizza a ritardare la presentazione dell’istanza una volta che l’ostacolo è stato rimosso. La decisione serve da monito per i professionisti legali: la massima diligenza è richiesta non solo nel monitorare le scadenze, ma anche nel reagire con immediatezza non appena si riacquista la possibilità di agire, poiché il termine di dieci giorni per la richiesta di rimessione non ammette deroghe.

Quando inizia a decorrere il termine per chiedere la restituzione nel termine?
Il termine di decadenza di dieci giorni per presentare l’istanza inizia a decorrere dal momento in cui cessa il fatto che costituisce caso fortuito o forza maggiore, ovvero da quando la parte viene a conoscenza della possibilità di esercitare il proprio diritto.

Qual è il termine di decadenza per presentare l’istanza di restituzione nel termine?
Ai sensi dell’art. 175, comma 1, del codice di procedura penale, il termine per proporre l’istanza di restituzione è di dieci giorni.

Un malfunzionamento informatico della cancelleria giustifica un ritardo nella richiesta di restituzione nel termine?
No. Sebbene il malfunzionamento possa costituire il ‘caso fortuito’ che impedisce di rispettare il termine originario, l’istanza di restituzione deve comunque essere presentata entro dieci giorni dal momento in cui si viene a conoscenza del deposito dell’atto (e quindi cessa il caso fortuito), non oltre.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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