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Restituzione nel termine: la competenza a decidere

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di un Tribunale che negava la restituzione nel termine a un condannato. La Suprema Corte ha chiarito che la competenza a decidere su tale istanza non spetta al giudice di primo grado, ma al giudice che sarebbe stato competente per l’impugnazione, in questo caso la Corte d’Appello. La decisione evidenzia un vizio di incompetenza funzionale, rilevabile d’ufficio, e dispone la trasmissione degli atti al giudice corretto.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione nel Termine: La Cassazione Sancisce la Competenza della Corte d’Appello

La restituzione nel termine è un istituto fondamentale del nostro ordinamento processuale penale, pensato per tutelare il diritto di difesa di chi, per cause di forza maggiore o per non aver avuto effettiva conoscenza di un atto, non ha potuto esercitare una facoltà nei tempi previsti dalla legge, come ad esempio l’impugnazione di una sentenza. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione (Sent. N. 35465/2024) ha fatto luce su un aspetto procedurale cruciale: quale giudice è competente a decidere su tale istanza? La risposta, come vedremo, non è scontata e ha importanti implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un cittadino straniero condannato in primo grado dal Tribunale di Cremona nel 2016 e, successivamente, in appello dalla Corte di Appello di Brescia nel 2022. La sentenza era divenuta definitiva nel settembre dello stesso anno. Successivamente, l’imputato presentava un’istanza di restituzione nel termine per poter impugnare la sentenza di primo grado, sostenendo di non averne avuto piena e consapevole conoscenza, dato che l’appello era stato proposto solo dal suo difensore d’ufficio.

Il Tribunale di Cremona, investito della richiesta, la respingeva con un’ordinanza del febbraio 2024, ritenendola tardiva e infondata nel merito. L’imputato, non soddisfatto, proponeva ricorso per Cassazione avverso tale provvedimento, lamentando un’erronea applicazione della legge.

La Questione della Competenza Funzionale nella Restituzione nel Termine

La Corte di Cassazione, nell’analizzare il ricorso, ha rilevato d’ufficio un vizio procedurale dirimente: l’incompetenza funzionale del Tribunale di Cremona. La questione centrale non era se l’imputato avesse o meno diritto alla restituzione del termine, ma chi avesse il potere di deciderlo.

L’istanza presentata mirava a ottenere un nuovo termine per proporre appello contro la sentenza di primo grado. Pertanto, l’impugnazione che si sarebbe dovuta celebrare era di competenza della Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione della Cassazione si fonda su una chiara disposizione normativa, l’articolo 175, comma 4, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che sulla richiesta di restituzione nel termine decide il giudice che sarebbe competente a giudicare sull’impugnazione stessa.

Nel caso di specie, poiché l’imputato chiedeva di essere rimesso in termini per proporre appello avverso la sentenza di primo grado, il giudice funzionalmente competente a decidere sull’istanza non poteva essere il Tribunale che aveva emesso quella sentenza, bensì la Corte d’Appello di Brescia, ovvero l’organo giurisdizionale deputato a giudicare sull’appello.

Il Tribunale di Cremona, decidendo sulla richiesta, ha quindi esercitato un potere che la legge attribuisce a un altro giudice, incorrendo in un vizio di incompetenza funzionale. Questo tipo di vizio è talmente grave da poter essere rilevato in ogni stato e grado del procedimento, anche d’ufficio dalla stessa Corte di Cassazione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. Questa formula significa che la decisione del Tribunale è stata cancellata definitivamente, senza la necessità di un nuovo giudizio sulla stessa questione da parte di un altro giudice dello stesso grado. La Corte ha quindi disposto la trasmissione di tutti gli atti alla Corte d’Appello di Brescia, che ora dovrà esaminare e decidere sull’originaria domanda di restituzione nel termine.

Questa sentenza ribadisce un principio procedurale di fondamentale importanza: l’individuazione del giudice competente è il primo passo per un corretto esercizio dell’azione giudiziaria. Presentare un’istanza al giudice sbagliato, come in questo caso, non solo è un errore, ma può causare ritardi significativi nel percorso della giustizia. La pronuncia serve da monito per gli operatori del diritto sull’importanza di applicare scrupolosamente le norme sulla competenza, garanzia di un giusto processo.

Chi è il giudice competente a decidere su una richiesta di restituzione nel termine per impugnare una sentenza?
Secondo la sentenza, basandosi sull’art. 175, comma 4 del codice di procedura penale, il giudice competente è quello che sarebbe stato competente a giudicare sull’impugnazione stessa. Se si chiede di essere rimessi in termini per l’appello, la competenza è della Corte d’Appello.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale?
La Corte ha annullato l’ordinanza perché il Tribunale era funzionalmente incompetente a decidere. La competenza a valutare la richiesta di restituzione nel termine per proporre appello spettava alla Corte di Appello, non al giudice che aveva emesso la sentenza di primo grado.

Cosa succede ora nel procedimento oggetto della sentenza?
L’ordinanza impugnata è stata annullata senza rinvio e gli atti sono stati trasmessi alla Corte di Appello di Brescia. Sarà quest’ultima, in quanto giudice funzionalmente competente, a dover decidere nel merito sulla richiesta di restituzione nel termine originariamente presentata dall’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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