LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Restituzione nel termine: la Cassazione sui termini

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7329/2024, ha stabilito che la richiesta di restituzione nel termine per impugnare una sentenza emessa prima della Riforma Cartabia è soggetta al vecchio termine di 10 giorni e non a quello nuovo di 30. La Corte ha chiarito che le nuove, più favorevoli, disposizioni procedurali non hanno efficacia retroattiva e si applicano solo alle sentenze pronunciate dopo l’entrata in vigore della riforma. Il ricorso è stato quindi respinto per tardività dell’istanza originaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione nel Termine: Quale Disciplina si Applica Dopo la Riforma Cartabia?

L’istituto della restituzione nel termine rappresenta una garanzia fondamentale nel processo penale, consentendo di rimediare a decadenze incolpevoli. Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire un importante aspetto legato alla successione delle leggi nel tempo, in particolare dopo l’entrata in vigore della Riforma Cartabia. La decisione si concentra su quale termine, quello vecchio di 10 giorni o quello nuovo di 30, si applichi alle istanze relative a sentenze pronunciate prima della riforma.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con una sentenza del Tribunale di Roma del 2017, divenuta irrevocabile nello stesso anno, presentava un’istanza al giudice dell’esecuzione. Con tale atto, chiedeva la dichiarazione di nullità del titolo esecutivo e, contestualmente, la restituzione nel termine per poter impugnare la sentenza di condanna.

Il giudice dell’esecuzione respingeva l’istanza, ritenendola tardiva. Secondo il giudice, infatti, il termine per presentare la richiesta era quello di 10 giorni previsto dalla normativa all’epoca vigente, e non quello più lungo di 30 giorni introdotto successivamente dalla Riforma Cartabia.

Il Ricorso e la Questione sulla restituzione nel termine

Il condannato, attraverso il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione, sollevando due motivi principali. In primo luogo, sosteneva la competenza del giudice dell’esecuzione a decidere anche sulla restituzione nel termine, in quanto l’istanza era stata presentata congiuntamente a quella sulla nullità del titolo esecutivo.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, contestava la decisione sulla tardività. La difesa riteneva applicabile il nuovo termine di 30 giorni, introdotto per l’imputato assente dall’art. 175, comma 2-bis, del codice di procedura penale, come modificato dalla Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la decisione del giudice dell’esecuzione. La ratio decidendi della sentenza si fonda su un’analisi chiara del diritto intertemporale.

La Corte ha specificato che, sebbene il giudice di primo grado avesse inizialmente sollevato dubbi sulla propria competenza, aveva di fatto superato tale ostacolo decidendo nel merito sulla tardività dell’istanza. Di conseguenza, il punto centrale da dirimere era unicamente quello relativo al termine applicabile.

Su questo aspetto, i giudici di legittimità hanno affermato un principio inequivocabile: la nuova e più favorevole procedura di restituzione nel termine per l’imputato assente non è retroattiva. La stessa Riforma Cartabia, all’art. 89, comma 3, del d.lgs. n. 150 del 2022, stabilisce espressamente che le nuove disposizioni in materia di impugnazioni e restituzione nel termine si applicano “per le sole impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate in data successiva a quella di entrata in vigore del presente decreto”.

Poiché la sentenza di condanna in questione risaliva al 2017, essa non rientrava nell’ambito di applicazione della nuova norma. Pertanto, il giudice dell’esecuzione ha correttamente applicato il testo previgente dell’art. 175 c.p.p., che prevedeva un termine più breve, pari a 10 giorni, decorrenti dalla cessazione del fatto impeditivo. Essendo tale termine ampiamente decorso, l’istanza era irrimediabilmente tardiva.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio di diritto processuale: la data di pronuncia della sentenza è il discrimine fondamentale per individuare la disciplina applicabile in materia di restituzione nel termine. Per tutte le sentenze emesse prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia, continuano ad applicarsi le regole precedenti, incluso il termine più stringente di 10 giorni per presentare l’istanza. Questa pronuncia offre un criterio certo agli operatori del diritto, sottolineando la non retroattività delle nuove garanzie procedurali e la necessità di una verifica puntuale del regime normativo applicabile caso per caso.

Quale termine si applica per la richiesta di restituzione nel termine per impugnare una sentenza emessa prima della Riforma Cartabia?
Si applica il termine di 10 giorni previsto dalla versione dell’art. 175 del codice di procedura penale in vigore prima della riforma, e non il nuovo termine di 30 giorni.

La nuova disciplina sulla restituzione nel termine per l’imputato assente è retroattiva?
No. La sentenza chiarisce che, per espressa previsione normativa (art. 89, comma 3, d.lgs. n. 150 del 2022), le nuove disposizioni si applicano solo alle impugnazioni contro sentenze pronunciate dopo l’entrata in vigore del decreto.

Se un’istanza di restituzione nel termine è presentata insieme a una per la nullità del titolo esecutivo, il giudice dell’esecuzione è competente?
Sì, in base all’art. 670, comma 3, del codice di procedura penale, quando le istanze sono presentate congiuntamente, il giudice dell’esecuzione diventa competente a decidere anche sulla restituzione nel termine. Nel caso di specie, la Corte ha comunque ritenuto la questione superata dalla decisione nel merito sulla tardività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati