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Restituzione nel termine: la Cassazione decide

Un imputato presenta un appello tardivo, chiedendo contestualmente la restituzione nel termine per non aver avuto conoscenza di un’udienza. La Corte d’Appello dichiara l’appello inammissibile per tardività senza pronunciarsi sulla richiesta di restituzione. La Corte di Cassazione annulla questa decisione, stabilendo che la richiesta di restituzione nel termine è una questione pregiudiziale che il giudice deve esaminare e decidere prima di valutare l’ammissibilità dell’appello. Ignorare tale richiesta costituisce un errore procedurale che porta alla stasi del procedimento.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione nel Termine e Appello Tardivo: La Cassazione Fa Chiarezza

Quando un appello viene depositato oltre i termini, ma contestualmente si presenta un’istanza di restituzione nel termine, quale richiesta deve esaminare per prima il giudice? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22526 del 2024, offre una risposta netta, riaffermando un principio fondamentale di logica procedurale e di tutela del diritto di difesa.

Il caso analizzato riguarda proprio la corretta sequenza logico-giuridica che il giudice d’appello deve seguire di fronte a un’impugnazione tardiva accompagnata da una richiesta volta a ‘sanare’ tale ritardo. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Un imputato, condannato in primo grado dal Tribunale, proponeva appello avverso la sentenza. Tuttavia, l’atto di appello veniva depositato il 31 luglio 2023, un giorno dopo la scadenza del termine per impugnare, fissata al 30 luglio 2023.

Consapevole del ritardo, l’appellante includeva nello stesso atto una richiesta di restituzione nel termine. La motivazione addotta era la mancata conoscenza della data di un’udienza cruciale, a causa di un presunto difetto di notifica. In sostanza, l’imputato sosteneva che il suo ritardo non fosse dovuto a sua colpa, ma a un errore che gli aveva impedito di esercitare tempestivamente il proprio diritto.

La Corte di Appello di Torino, investita della questione, decideva di dichiarare immediatamente l’appello inammissibile per tardività, senza tuttavia esaminare né decidere sulla richiesta di restituzione. La Corte territoriale riteneva, infatti, che la richiesta di restituzione fosse una questione separata, lasciandola ‘impregiudicata’ e di competenza di un non meglio specificato ‘Giudice ex art. 175 c.p.p.’.

Di fronte a questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando l’erroneità e la contraddittorietà della motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza della Corte di Appello e disponendo la trasmissione degli atti alla stessa corte per un nuovo esame. La Cassazione ha ritenuto l’ordinanza impugnata ‘integralmente erronea’.

Le Motivazioni: la Pregiudizialità della Restituzione nel Termine

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nel concetto di ‘pregiudizialità’. La Corte ha chiarito che, quando un unico atto contiene sia un’impugnazione tardiva sia una richiesta di restituzione nel termine, la seconda è logicamente e giuridicamente preliminare alla prima.

In altre parole, il giudice non può valutare la tempestività (e quindi l’ammissibilità) dell’appello senza prima aver risolto la questione della restituzione nel termine. Se la richiesta di restituzione venisse accolta, il termine per impugnare verrebbe ‘riaperto’, rendendo l’appello, di fatto, tempestivo. Al contrario, solo in caso di rigetto della richiesta di restituzione, il giudice potrebbe procedere a dichiarare l’inammissibilità dell’appello per tardività.

La Corte di Cassazione ha evidenziato i seguenti errori commessi dalla Corte di Appello:

1. Mancata valutazione della questione pregiudiziale: La Corte territoriale ha ignorato la richiesta di restituzione, pur riconoscendone la presenza, e ha deciso direttamente sull’ammissibilità dell’appello, invertendo l’ordine logico corretto.
2. Omessa decisione su una richiesta di competenza: La Corte di Appello era pienamente competente a decidere sull’istanza di restituzione nel termine, ai sensi dell’art. 175, comma 4, del codice di procedura penale. Non c’era alcun motivo per ‘riservare’ la decisione a un altro giudice, peraltro non identificato.
3. Creazione di una stasi processuale: Omettendo di decidere e di indicare un percorso procedurale alternativo, la Corte di Appello ha di fatto bloccato il procedimento avviato dal ricorrente, lasciandolo in un limbo giuridico.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza un principio cardine della procedura penale: il formalismo non può prevalere sulla sostanza e sul diritto di difesa. La decisione della Cassazione serve da monito per i giudici di merito, indicando la corretta via da seguire in casi analoghi. Di fronte a un atto che cumula appello tardivo e richiesta di restituzione nel termine, il giudice ha l’obbligo di esaminare e decidere prioritariamente su quest’ultima.

La sentenza garantisce che l’imputato che ritiene di aver subito un pregiudizio a causa di un errore non a lui imputabile abbia il diritto a una pronuncia esplicita sulla sua istanza, prima che il suo diritto a impugnare venga dichiarato definitivamente precluso. Si tratta di una garanzia di effettività della tutela giurisdizionale, che impedisce decisioni sbrigative basate su un esame parziale degli atti processuali.

Cosa succede se un appello penale viene depositato in ritardo insieme a una richiesta di restituzione nel termine?
Il giudice deve prima esaminare e decidere sulla richiesta di restituzione nel termine. Questa questione è considerata pregiudiziale, ovvero deve essere risolta prima di poter valutare l’ammissibilità dell’appello.

Può il giudice dell’appello dichiarare l’impugnazione inammissibile per tardività senza prima decidere sulla richiesta di restituzione nel termine?
No, secondo questa sentenza, non può. La Corte di Cassazione ha stabilito che ignorare la richiesta di restituzione nel termine e procedere direttamente alla dichiarazione di inammissibilità dell’appello per tardività costituisce un errore procedurale.

Qual è stato l’errore commesso dalla Corte di Appello nel caso specifico?
L’errore è stato non provvedere sull’istanza di restituzione nel termine, che era pregiudiziale rispetto alla decisione sull’ammissibilità dell’appello, e non motivare tale omissione. Così facendo, ha creato una stasi del procedimento e ha negato al ricorrente una decisione su una richiesta di sua competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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