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Restituzione nel termine: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28118/2025, ha chiarito la distinzione tra restituzione nel termine e rescissione del giudicato. Il caso riguardava un imputato, legittimamente dichiarato assente, che chiedeva la restituzione nel termine per impugnare due sentenze di condanna di cui non aveva avuto conoscenza. La Corte ha stabilito che questo rimedio è corretto quando l’assenza è legittima ma l’imputato prova l’incolpevole mancata conoscenza, a differenza della rescissione, applicabile solo in caso di erronea dichiarazione di assenza, accogliendo così il ricorso.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione nel termine: la Cassazione fa chiarezza sulla differenza con la rescissione del giudicato

La restituzione nel termine per impugnare una sentenza è un istituto fondamentale a garanzia del diritto di difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 28118 del 2025, è intervenuta per fare chiarezza sui confini applicativi di questo rimedio rispetto alla rescissione del giudicato, specialmente dopo le riforme sul processo in assenza. La vicenda riguarda un imputato che, dichiarato assente e condannato, si è visto negare dalla Corte di Appello la possibilità di impugnare le sentenze per una errata interpretazione della norma applicabile.

I fatti di causa

Un cittadino, condannato con due sentenze divenute irrevocabili (emesse nel 2017 e nel 2021), aveva presentato un’istanza alla Corte di appello di Bari per ottenere la restituzione nel termine per poterle impugnare. La sua tesi era semplice: essendo stato giudicato in assenza e dichiarato irreperibile, non aveva mai avuto effettiva conoscenza né dei processi né delle sentenze di condanna, trovandosi quindi nell’impossibilità incolpevole di esercitare il proprio diritto di difesa.

La Corte di appello, tuttavia, ha dichiarato l’istanza inammissibile. Secondo i giudici di merito, dal momento che i processi si erano svolti dopo l’entrata in vigore della legge n. 67 del 2014, che ha riformato il processo in assenza, l’unico rimedio esperibile sarebbe stato la rescissione del giudicato. Inoltre, la Corte territoriale ha escluso la possibilità di ‘convertire’ la domanda presentata in una richiesta di rescissione.

La distinzione tra restituzione nel termine e rescissione

L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge. Il punto centrale del ricorso era la netta distinzione tra i due istituti che la Corte d’Appello aveva confuso:

La rescissione del giudicato

Questo strumento, introdotto proprio dalla riforma del 2014, è applicabile nei casi in cui vi sia stata una erronea dichiarazione di assenza. In altre parole, si utilizza quando il processo si è svolto in assenza perché il giudice ha erroneamente ritenuto che l’imputato fosse a conoscenza del procedimento, mentre in realtà non lo era.

La corretta applicazione della restituzione nel termine

Al contrario, la restituzione nel termine, prevista dall’art. 175 del codice di procedura penale, si applica in un’ipotesi diversa. È il rimedio corretto quando la dichiarazione di assenza è stata legittima (ad esempio, perché l’imputato era stato correttamente dichiarato irreperibile), ma l’imputato riesce a provare due condizioni:
1. Di non aver avuto effettiva conoscenza della pendenza del processo.
2. Di non aver potuto proporre impugnazione contro la sentenza senza sua colpa.

Nel caso specifico, l’imputato non contestava la legittimità della sua dichiarazione di assenza, ma la sua incolpevole impossibilità di venire a conoscenza delle sentenze e, di conseguenza, di impugnarle.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno ribadito, citando precedenti conformi, che i due istituti hanno presupposti e finalità differenti e non sono sovrapponibili. La Corte di appello ha commesso un errore di diritto nel ritenere che la rescissione del giudicato avesse assorbito o sostituito la restituzione nel termine per i processi celebrati in assenza. La Cassazione ha chiarito che la restituzione nel termine rimane il rimedio applicabile proprio in casi come quello esaminato: assenza legittimamente dichiarata e successiva prova dell’incolpevole mancata conoscenza che ha impedito l’impugnazione.

Le conclusioni

La sentenza è di grande importanza perché riafferma la centralità del diritto di difesa e chiarisce che la riforma del processo in assenza non ha creato un vuoto di tutela. Un imputato che, pur legittimamente assente, si trovi nell’impossibilità incolpevole di conoscere una sentenza di condanna, ha pieno diritto di utilizzare lo strumento della restituzione nel termine per poter finalmente esercitare il proprio diritto di impugnazione. La decisione della Cassazione annulla quindi l’ordinanza impugnata e restituisce all’imputato la possibilità di far valere le proprie ragioni.

Qual è la differenza tra restituzione nel termine e rescissione del giudicato?
La restituzione nel termine si applica quando un imputato, legittimamente dichiarato assente, prova di non aver avuto conoscenza della pendenza del processo e di non aver potuto proporre impugnazione senza sua colpa. La rescissione del giudicato, invece, si applica nei casi in cui la dichiarazione di assenza è stata erronea.

Un imputato condannato in assenza perché irreperibile, quale rimedio può usare se non conosceva la sentenza?
Secondo la sentenza, se l’imputato era stato legittimamente dichiarato assente (come nel caso di irreperibilità) ma dimostra di non aver potuto conoscere la sentenza di condanna senza sua colpa, il rimedio corretto da invocare è la restituzione nel termine per proporre impugnazione.

La riforma del processo in assenza del 2014 ha eliminato la restituzione nel termine?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che la legge n. 67 del 2014 ha introdotto l’istituto della rescissione del giudicato per i casi di erronea dichiarazione di assenza, ma non ha eliminato né sostituito la restituzione nel termine, che rimane applicabile per le diverse ipotesi di assenza legittima con impossibilità incolpevole di impugnare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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