Restituzione nel Termine: la Cassazione Tutela il Diritto di Difesa in caso di Notifica Errata
Il diritto di difesa è uno dei pilastri fondamentali del nostro ordinamento giuridico. Ma cosa succede se un errore procedurale, come una notifica inviata all’avvocato sbagliato, impedisce a un imputato di partecipare al proprio processo? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31955 del 2024, offre una risposta chiara, confermando l’importanza della restituzione nel termine come strumento di garanzia. Questo istituto si rivela cruciale per sanare situazioni che, altrimenti, comprometterebbero irrimediabilmente l’esito di un giudizio.
I Fatti del Processo
La vicenda processuale è complessa. Un imputato, inizialmente assolto in primo grado dal Tribunale di Enna, veniva successivamente condannato dalla Corte di Appello di Caltanissetta per il reato di furto aggravato. La condanna, tuttavia, veniva emessa al termine di un giudizio di rinvio disposto dalla stessa Corte di Cassazione.
Il problema sorgeva proprio in questa fase: né l’imputato né il suo difensore di fiducia avevano mai ricevuto la notifica del decreto di citazione per il giudizio d’appello. La comunicazione era stata erroneamente indirizzata a un altro avvocato, omonimo del legale incaricato. L’imputato veniva a conoscenza della sentenza di condanna solo molto tempo dopo, a seguito della notifica di un altro atto da parte della Procura. A questo punto, il suo difensore presentava un’istanza di restituzione nel termine per poter impugnare la sentenza d’appello, sostenendo che l’errata notifica configurasse un’ipotesi di caso fortuito che gli aveva impedito di esercitare il proprio diritto.
La Questione Giuridica: Mancata Notifica e la restituzione nel termine
Il cuore della questione sottoposta alla Suprema Corte era stabilire se una notifica errata, effettuata a un difensore omonimo, potesse integrare gli estremi del ‘caso fortuito o forza maggiore’ previsti dall’art. 175 del codice di procedura penale. Questo articolo permette, infatti, di essere ‘rimessi in gioco’ quando la scadenza di un termine perentorio è stata superata per cause non imputabili alla parte.
La difesa sosteneva che l’impossibilità di conoscere l’esistenza stessa del processo d’appello, e quindi della relativa sentenza, costituisse una barriera insormontabile all’esercizio del diritto di impugnazione, un diritto fondamentale nel sistema processuale penale. La Procura Generale presso la Corte di Cassazione, a sua volta, condivideva questa impostazione, chiedendo il rigetto del ricorso e quindi accogliendo la richiesta dell’imputato.
Le Motivazioni della Cassazione
La Corte di Cassazione ha ritenuto l’istanza fondata. Richiamando un proprio precedente consolidato (Ordinanza n. 29884/2020), i giudici hanno ribadito un principio fondamentale: ‘integra un’ipotesi di caso fortuito o forza maggiore che giustifica la restituzione nel termine, ai sensi dell’art. 175, comma 1, cod. proc. pen., la mancata citazione per il giudizio di appello dell’imputato e del suo difensore, che ne abbia di fatto impedito la partecipazione al processo’.
Secondo la Corte, l’errore nella notifica ha creato una situazione di ‘forza maggiore’ che ha di fatto impedito all’imputato di venire a conoscenza della pendenza del giudizio e, di conseguenza, di difendersi. Non si tratta di una semplice negligenza, ma di un vizio procedurale grave che incide direttamente sul diritto inviolabile alla difesa. Di conseguenza, l’imputato non poteva essere incolpato per non aver impugnato una sentenza della cui esistenza non era a conoscenza per una causa a lui non attribuibile.
Conclusioni
La decisione in commento riafferma la centralità delle garanzie processuali e del diritto di difesa. La Corte di Cassazione sottolinea che la correttezza formale delle notificazioni non è un mero adempimento burocratico, ma la condizione essenziale per la valida costituzione del rapporto processuale e per consentire a ogni parte di far valere le proprie ragioni. Concedendo la restituzione nel termine, la Corte non solo ha permesso all’imputato di esercitare il suo diritto di impugnazione, ma ha anche inviato un chiaro messaggio sull’inderogabilità delle regole che assicurano un processo giusto ed equo. Un errore nella catena delle comunicazioni ufficiali può e deve essere corretto per salvaguardare i principi cardine dello Stato di Diritto.
Quando è possibile chiedere la restituzione nel termine per impugnare una sentenza?
È possibile chiederla, ai sensi dell’art. 175 del codice di procedura penale, quando la parte dimostra di non aver potuto osservare il termine perentorio a causa di un ‘caso fortuito’ o di ‘forza maggiore’, ovvero un evento imprevedibile e insuperabile non a lui imputabile.
Una notifica inviata a un avvocato omonimo è considerata caso fortuito?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata citazione per il giudizio d’appello, dovuta a un errore di notifica come l’invio a un omonimo, che impedisce di fatto la partecipazione al processo, integra un’ipotesi di caso fortuito o forza maggiore che giustifica la restituzione nel termine.
Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso specifico?
La Corte di Cassazione ha accolto l’istanza dell’imputato e lo ha restituito nel termine per poter impugnare la sentenza emessa dalla Corte di appello di Caltanissetta, di fatto riaprendo per lui la possibilità di contestare la condanna.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 31955 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 3 Num. 31955 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/03/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA a Catania; nel procedimento a carico del medesimo; avverso la sentenza del 16/9/2019 della Corte di appello di Caltanissetta; visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME; letta la requisitoria scritta del AVV_NOTAIO che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E. CONSIDERATO IN DIRITTO
Con sentenza indicata in epigrafe, la Corte di appello di Caltanisse decidendo a seguito di annullamento con rinvio disposto dalla Corte di Cassazion a seguito di ricorso proposto dal AVV_NOTAIO AVV_NOTAIO della predetta Corte appello, con riguardo alla sentenza del 30.11.2016 del tribunale di Enna, assoluzione di COGNOME NOME, dichiarava COGNOME NOME colpevole del reato ascrittogli ex art. 624, 625 n. 2 e 7 cod. pen. e concesse le circo attenuanti generiche, ritenute equivalenti rispetto alle contestate aggravan condannava alla pena finale di mesi otto di reclusione ed euro 300,00 di multa.
GLYPH NOME NOMENOME mediante il proprio difensore propone istanza di restituzione nel termine ex art. 175 cod. proc. pen., per ‘impugnare la pre sentenza, lamentando la mancata notifica al difensore del decreto di citazione
il giudizio di appello, siccome la stessa sarebbe stata effettuata ad altro av suo omonimo, ed aggiungendo che solo dal 8.9.2023, data di notifica di u provvedimento di scioglimento cumulo adottato dalla locale Procura generale e riguardante l’imputato, sarebbe cessata la situazione di caso fortuito o maggiore che gli aveva impedito di conoscere della esistenza della sentenza pri citata.
Il ricorso è fondato, alla luce della corretta ricostruzione dei come esposti, e del principio già affermato da questa Suprema Corte, per c integra un’ipotesi di caso fortuito o forza maggiore che giustifica la restituz termini, ai sensi dell’art. 175, comma 1, cod. proc. pen., la mancata citazion il giudizio di appello dell’imputato e del suo difensore, che ne abbia di impedito la partecipazione al processo. (Sez. 5, Ordinanza n. 29884 d 15/09/2020 Cc. (dep. 28/10/2020) Rv. 279738 – 01).
Deve quindi procedersi alla rimessione in termini come richiesta, per la presentazione da parte del difensore del ricorso avverso la sentenza della C di appello di Caltanissetta del 16 settembre 2019
P.Q.M.
restituisce l’istante nel termine per impugnare la sentenza resa dalla C di appello di Caltanissetta in data 16.9.2019.
Così deciso, il 19.03.2024.