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Restituzione nel termine: chi è il giudice competente?

Un imputato, dopo un patteggiamento per bancarotta fraudolenta, ha tentato di impugnare la durata delle pene accessorie. Aveva ottenuto una restituzione nel termine dal Giudice per le indagini preliminari (GIP). La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del GIP per incompetenza funzionale, affermando che solo il giudice dell’impugnazione (la Cassazione stessa) è competente a decidere sulla richiesta. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile per tardività.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione nel termine: la Competenza del Giudice e le Conseguenze sulla Tardività del Ricorso

Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un’importante questione procedurale: a chi spetta decidere sulla richiesta di restituzione nel termine per impugnare una sentenza? La risposta a questa domanda è cruciale, poiché un errore nella procedura può portare alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, vanificando le ragioni di merito. Analizziamo il caso per comprendere il principio affermato dai giudici supremi.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Milano. Un imputato, accusato del reato di bancarotta fraudolenta continuata, aveva concordato con il Pubblico Ministero una pena di tre anni di reclusione. Il giudice, oltre alla pena detentiva, aveva applicato le pene accessorie dell’inabilitazione all’esercizio di un’impresa commerciale e dell’incapacità di esercitare uffici direttivi per la durata di otto anni.

Ritenendo che la durata di tali pene accessorie non fosse stata oggetto dell’accordo e fosse sproporzionata, l’imputato decideva di impugnare la sentenza. Tuttavia, essendo scaduti i termini, presentava un’istanza di restituzione nel termine allo stesso Giudice che aveva emesso la sentenza, il quale la accoglieva. Successivamente, l’imputato proponeva ricorso per cassazione.

La Questione della Restituzione nel Termine e la Competenza

Il cuore della vicenda non riguarda il merito della bancarotta, ma un aspetto puramente procedurale. La Corte di Cassazione, prima di esaminare i motivi del ricorso, ha affrontato d’ufficio una questione pregiudiziale: il Giudice dell’udienza preliminare era competente a decidere sull’istanza di restituzione nel termine per proporre ricorso per cassazione?

Secondo la difesa, l’ordinanza del GIP che concedeva la rimessione in termini aveva riaperto la possibilità di impugnare. La Suprema Corte, tuttavia, ha ritenuto di dover esaminare la validità di tale ordinanza, sollevando un vizio di incompetenza funzionale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato la nullità dell’ordinanza con cui il GIP aveva concesso la restituzione nel termine. Il ragionamento dei giudici si basa sull’interpretazione dell’art. 175, comma 4, del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che sulla richiesta di restituzione nel termine decide il giudice che procede al momento della presentazione della stessa. Tuttavia, se è già stata pronunciata una sentenza, la competenza passa al giudice che sarebbe competente per l’impugnazione.

Nel caso specifico, poiché l’impugnazione da proporre era un ricorso per cassazione, l’unico organo competente a decidere sull’istanza di rimessione in termini era la stessa Corte di Cassazione. Il GIP, avendo già emesso la sentenza, aveva esaurito la sua funzione giurisdizionale su quel procedimento e non poteva decidere sulla richiesta. L’errore del GIP ha dato luogo a un vizio di incompetenza funzionale, che determina la nullità assoluta e insanabile del provvedimento.

Di conseguenza, venendo meno l’ordinanza che aveva concesso la rimessione, il ricorso per cassazione risultava presentato tardivamente. La Corte ha infatti rilevato che l’istanza e il ricorso erano pervenuti alla propria cancelleria ben oltre il termine di legge, rendendo l’impugnazione irrimediabilmente inammissibile. La Corte ha inoltre precisato che il principio di trasmissione degli atti al giudice competente (art. 568, comma 5, c.p.p.) non si applica alle istanze di restituzione nel termine, che non sono qualificabili come mezzi di impugnazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza ribadisce un principio fondamentale per gli operatori del diritto: l’individuazione del giudice funzionalmente competente è un presupposto imprescindibile per la validità degli atti processuali. La richiesta di restituzione nel termine per impugnare deve essere sempre presentata al giudice che deciderà sull’impugnazione stessa. Un errore su questo punto, come dimostra il caso in esame, non è sanabile e conduce a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di una scrupolosa attenzione alle norme procedurali, la cui violazione può precludere l’esame nel merito delle proprie ragioni.

Chi è il giudice competente a decidere su una richiesta di restituzione nel termine per impugnare una sentenza?
Secondo l’art. 175, comma 4, c.p.p., dopo che è stata emessa una sentenza, competente a decidere sulla richiesta è il giudice dell’impugnazione. Se si intende proporre ricorso per cassazione, la competenza spetta esclusivamente alla Corte di Cassazione.

Cosa accade se la restituzione nel termine viene concessa da un giudice incompetente?
L’ordinanza con cui un giudice funzionalmente incompetente concede la restituzione nel termine è affetta da nullità. Tale nullità può essere rilevata d’ufficio dal giudice dell’impugnazione, rendendo l’atto privo di qualsiasi effetto giuridico.

Presentare l’istanza al giudice sbagliato interrompe i termini per l’impugnazione?
No. La sentenza chiarisce che la presentazione dell’istanza a un giudice incompetente non ha alcun effetto interruttivo o sospensivo. Se, a causa di questo errore, la richiesta perviene al giudice competente dopo la scadenza dei termini, l’istanza e la conseguente impugnazione saranno considerate tardive e quindi inammissibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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