LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Restituzione in termini: no se già decisa la rescissione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato che chiedeva la restituzione in termini per impugnare una sentenza. La Corte ha stabilito che la richiesta era inammissibile perché basata sulla stessa motivazione (mancata conoscenza del processo) di una precedente istanza di rescissione del giudicato, già respinta. Non si può riproporre la medesima questione processuale mascherandola con un diverso rimedio giuridico. Inoltre, la detenzione non costituisce di per sé forza maggiore per la restituzione in termini.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione in termini negata se la questione è già giudicata

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38627 del 2024, ha affrontato un caso interessante in materia di restituzione in termini, chiarendo un principio fondamentale: non è possibile utilizzare questo strumento per riproporre una questione già esaminata e decisa in un precedente procedimento, anche se con un diverso nome giuridico. La sentenza sottolinea l’importanza del principio del ne bis in idem processuale, che impedisce di essere giudicati due volte sulla stessa questione.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un imputato che aveva presentato un’istanza al Tribunale di Milano per la sospensione e la revoca di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti. La richiesta era subordinata alla dichiarazione di non esecutività di una sentenza di condanna del 2018, sostenendo di non aver mai avuto conoscenza di quel processo e di non aver potuto quindi impugnare la decisione.

Tuttavia, la stessa questione era già stata sollevata dall’imputato in precedenza attraverso un’istanza di rescissione del giudicato. Tale richiesta era stata respinta sia dalla Corte d’Appello che, in via definitiva, dalla Corte di Cassazione, la quale aveva accertato che l’imputato aveva avuto piena conoscenza del procedimento.

Nonostante la precedente pronuncia sfavorevole, la difesa ha presentato una nuova istanza, questa volta qualificandola come richiesta di restituzione in termini per l’impugnazione. La motivazione addotta era la stessa: la mancata conoscenza del processo, causata questa volta, a dire della difesa, da uno stato di detenzione che avrebbe integrato un’ipotesi di forza maggiore.

La decisione della Cassazione sulla restituzione in termini

Il Tribunale di Milano aveva dichiarato il non luogo a provvedere, ritenendo che la questione fosse già stata decisa. L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, ma la Suprema Corte ha confermato la decisione del Tribunale, rigettando il ricorso.

La Corte ha stabilito che, al di là del diverso nomen iuris utilizzato (prima “rescissione del giudicato”, poi “restituzione in termini”), la sostanza della richiesta era identica: ottenere un rimedio contro una condanna sulla base del presupposto della mancata conoscenza del processo. Poiché questo specifico punto era già stato oggetto di una decisione definitiva e sfavorevole, la nuova istanza si configurava come una mera riproposizione di una richiesta già respinta, rendendola inammissibile.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si basano su due pilastri logico-giuridici.

In primo luogo, si è affermato il principio secondo cui non è possibile aggirare l’esito di un giudicato processuale presentando una nuova istanza formalmente diversa ma sostanzialmente identica alla precedente. La difesa, pur cambiando l’etichetta giuridica da “rescissione” a “restituzione in termini”, ha basato entrambe le richieste sullo stesso fatto storico: l’asserita ignoranza del procedimento a suo carico. La Cassazione ha ritenuto che il rigetto della prima istanza avesse definitivamente chiuso la questione, precludendo un nuovo esame dello stesso punto.

In secondo luogo, la Corte ha colto l’occasione per ribadire un orientamento giurisprudenziale consolidato: lo stato di detenzione dell’imputato non costituisce, di per sé, una causa di forza maggiore idonea a giustificare la restituzione in termini. La detenzione è una condizione nota all’ordinamento e gestita attraverso specifici canali di notifica, pertanto non può essere invocata come evento imprevedibile e insormontabile che impedisce l’esercizio del diritto di difesa.

Conclusioni

Questa sentenza offre importanti spunti pratici. Insegna che le strategie difensive devono essere ponderate attentamente, poiché una volta che una specifica questione di fatto o di diritto viene decisa da un giudice, quella decisione ha un effetto preclusivo. Non è possibile tentare di ottenere lo stesso risultato semplicemente cambiando il nome dello strumento processuale utilizzato. La decisione rafforza la stabilità delle pronunce giurisdizionali e impedisce l’abuso degli strumenti processuali, garantendo che le questioni già risolte non possano essere rimesse in discussione all’infinito.

È possibile chiedere la restituzione in termini per impugnare una sentenza se una precedente richiesta di rescissione del giudicato, basata sulla stessa mancata conoscenza del processo, è già stata respinta?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che se la questione della mancata conoscenza del processo è già stata esaminata e decisa in modo definitivo, non può essere riproposta attraverso un diverso strumento processuale come la restituzione in termini. Si tratterebbe di una duplicazione inammissibile della stessa richiesta.

Lo stato di detenzione di un imputato è considerato una causa di forza maggiore per ottenere la restituzione in termini?
No. Secondo la giurisprudenza costante richiamata nella sentenza, la detenzione non configura di per sé un’ipotesi di forza maggiore. L’ordinamento prevede specifiche modalità per garantire la conoscenza degli atti processuali al detenuto, quindi tale stato non è considerato un impedimento assoluto e imprevedibile.

Qual è la differenza sostanziale tra l’istanza di rescissione del giudicato e quella di restituzione in termini nel caso esaminato?
Sebbene entrambe fossero basate sulla mancata conoscenza del processo, la rescissione del giudicato è un rimedio straordinario che attacca direttamente la sentenza definitiva per un vizio genetico legato all’assenza inconsapevole dell’imputato. La restituzione in termini, invece, è un rimedio che mira a riaprire i termini per un’attività processuale (come l’appello) non compiuta, presupponendo che il titolo si sia formalmente e correttamente formato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati