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Restituzione in termini: a chi chiederla? Guida

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso con cui si chiedeva la restituzione in termini per presentare appello. La Corte chiarisce che tale istanza non va presentata al giudice di legittimità, ma al giudice competente per l’impugnazione, ovvero la Corte d’Appello. Il caso evidenzia come un errore procedurale sulla competenza possa invalidare un ricorso, a prescindere dalle ragioni di merito.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione in Termini: L’Errore Procedurale che Può Costare Caro

Nel labirinto delle norme processuali, un passo falso può compromettere l’esito di un intero giudizio. Lo strumento della restituzione in termini è un’ancora di salvezza per chi, per cause di forza maggiore, non ha potuto rispettare una scadenza processuale. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ci ricorda che anche per chiedere aiuto bisogna bussare alla porta giusta. Un errore sulla competenza del giudice a cui rivolgere l’istanza può renderla irrimediabilmente inammissibile.

I Fatti del Caso: Un Appello Presentato Fuori Termine

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Viterbo nel lontano 2002. Anni dopo, l’imputato, tramite il suo difensore, decide di impugnare tale decisione. La Corte di Appello di Roma, tuttavia, con un’ordinanza emessa con procedura de plano, dichiara l’appello inammissibile perché presentato tardivamente, ovvero oltre i termini di legge.

L’imputato non si arrende e propone ricorso per Cassazione contro l’ordinanza della Corte d’Appello. Le sue argomentazioni si concentrano su due punti principali:
1. Il suo stato di detenzione all’epoca dei fatti, che avrebbe costituito un legittimo impedimento.
2. Un presunto errore scusabile, derivante da informazioni errate ricevute dalla Cancelleria riguardo alla durata del termine per il deposito delle motivazioni.

In sostanza, il ricorso alla Suprema Corte non contesta tanto la tardività accertata dalla Corte d’Appello, quanto piuttosto la sussistenza dei presupposti per ottenere una restituzione in termini per l’impugnazione della sentenza di primo grado.

La Questione di Competenza e la Richiesta di Restituzione in Termini

Il nodo cruciale della questione, come evidenziato dalla Corte di Cassazione, non riguarda il merito delle ragioni dell’imputato (ovvero se avesse o meno diritto alla rimessione), ma un vizio procedurale a monte. Il ricorso presentato alla Suprema Corte, nelle sue argomentazioni, si configurava a tutti gli effetti come una richiesta di restituzione in termini.

Il problema è che tale richiesta è stata presentata al giudice sbagliato.

Le Motivazioni della Suprema Corte: A Ciascun Giudice la Sua Competenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su un principio fondamentale di procedura penale sancito dall’articolo 175, comma 4, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce chiaramente che l’istanza di restituzione in termini per presentare un’impugnazione deve essere rivolta al giudice che sarebbe competente a decidere su quell’impugnazione.

Nel caso specifico, l’impugnazione per cui si chiedeva la rimessione in termini era l’appello avverso la sentenza di primo grado. Il giudice competente a decidere sull’appello è la Corte di Appello. Di conseguenza, l’istanza di restituzione in termini avrebbe dovuto essere presentata alla Corte di Appello di Roma, e non alla Corte di Cassazione.

La Suprema Corte, in qualità di giudice di legittimità, non può esaminare una richiesta che la legge affida espressamente alla competenza del giudice di merito. Il ricorso, pertanto, era intrinsecamente viziato perché inteso a ottenere dalla Corte di Cassazione un provvedimento che spettava, invece, alla Corte d’Appello. Poiché il ricorso non conteneva censure specifiche contro l’ordinanza impugnata (quella che dichiarava l’inammissibilità per tardività) ma si limitava a chiedere una rimessione in termini, la Corte non ha potuto fare altro che dichiararlo inammissibile.

Le Conclusioni: L’Importanza della Corretta Procedura

Questa sentenza ribadisce una lezione fondamentale per ogni operatore del diritto: le norme sulla competenza non sono mere formalità, ma pilastri che garantiscono il corretto funzionamento del sistema giudiziario. Aver ragione nel merito non è sufficiente se si sbaglia la procedura per far valere i propri diritti. La richiesta di restituzione in termini è uno strumento potente, ma deve essere utilizzato correttamente, indirizzandolo all’autorità giudiziaria competente. Un errore di questo tipo, come dimostra il caso in esame, conduce a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, vanificando ogni possibilità di discutere le proprie ragioni.

Cosa succede se un appello penale viene depositato oltre il termine previsto dalla legge?
L’appello viene dichiarato inammissibile per tardività, il che significa che il giudice non esaminerà il merito dell’impugnazione e la sentenza di primo grado diventerà definitiva.

A quale giudice bisogna presentare l’istanza di restituzione in termini per proporre un appello?
Secondo l’art. 175, comma 4, cod. proc. pen., l’istanza deve essere presentata al giudice competente a decidere sull’appello stesso, ovvero alla Corte di Appello, e non alla Corte di Cassazione.

È possibile chiedere la restituzione in termini direttamente alla Corte di Cassazione?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che non è l’organo competente per decidere su un’istanza di restituzione in termini relativa a un’impugnazione di merito. Un ricorso che contenga una simile richiesta, senza muovere censure specifiche al provvedimento impugnato, verrà dichiarato inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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