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Restituzione in termine: no alla Riforma Cartabia

Un imprenditore, condannato per lesioni colpose a seguito di un infortunio sul lavoro, ha richiesto la restituzione in termine per impugnare la sentenza, invocando le nuove norme della Riforma Cartabia. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo un principio fondamentale: le nuove disposizioni sulla restituzione in termine non sono retroattive e si applicano solo alle sentenze pronunciate dopo l’entrata in vigore della riforma, sottolineando l’importanza delle disposizioni transitorie.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione in Termine: la Cassazione Nega l’Applicazione Retroattiva della Riforma Cartabia

L’istituto della restituzione in termine rappresenta un’ancora di salvezza nel processo penale per chi, senza colpa, non è riuscito a esercitare un proprio diritto entro i tempi stabiliti. Con la recente Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), le maglie di questo istituto sono state allargate. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sull’applicazione di queste nuove norme, chiarendo che non hanno effetto retroattivo. Analizziamo il caso per comprendere la portata di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda l’amministratore di fatto di una società, condannato in via definitiva per lesioni colpose gravi occorse a un lavoratore. La sentenza d’appello, che confermava la condanna di primo grado, era divenuta irrevocabile nel 2020.

Successivamente, il condannato presentava un’istanza di restituzione in termine per proporre impugnazione, sostenendo di non aver mai avuto effettiva conoscenza della celebrazione del giudizio di appello. La notifica, infatti, era stata eseguita presso il difensore d’ufficio dopo che il precedente legale di fiducia aveva rinunciato al mandato. La Corte d’Appello dichiarava l’istanza inammissibile. Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso in Cassazione, basando le sue argomentazioni sulla nuova formulazione dell’art. 175 del codice di procedura penale, come modificato dalla Riforma Cartabia.

La Decisione della Cassazione sulla Restituzione in Termine

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13413/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte territoriale, sebbene con una motivazione differente. Il punto cruciale della decisione non risiede nella possibilità o meno di riqualificare l’istanza, ma nell’applicazione del diritto intertemporale.

I giudici di legittimità hanno stabilito che le nuove e più favorevoli disposizioni in materia di restituzione in termine introdotte dalla Riforma Cartabia non possono essere applicate a sentenze pronunciate prima della sua entrata in vigore. La chiave di volta è la norma transitoria contenuta nella riforma stessa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha basato il proprio ragionamento su un’interpretazione letterale e inequivocabile della disposizione transitoria prevista dall’art. 89 del d.lgs. n. 150/2022. Questa norma stabilisce chiaramente che le modifiche all’articolo 175 del codice di procedura penale si applicano esclusivamente “per le sole impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate in data successiva a quella di entrata in vigore del presente decreto” (30 dicembre 2022).

Nel caso di specie, la sentenza che il ricorrente intendeva impugnare era stata pronunciata nel luglio 2020 e divenuta irrevocabile nel dicembre dello stesso anno, quindi ben prima dell’entrata in vigore della riforma. Di conseguenza, il tentativo di avvalersi delle nuove e più permissive regole era destinato a fallire.

La Corte ha inoltre precisato che, sebbene la Corte d’Appello avesse errato nel motivare l’inammissibilità (richiamando impropriamente l’istituto della rescissione del giudicato), l’esito finale della sua decisione era corretto. L’errore del ricorrente è stato quello di non considerare la disciplina transitoria, che regola il passaggio dalla vecchia alla nuova normativa, impedendo un’applicazione retroattiva delle nuove disposizioni.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: il principio tempus regit actum, secondo cui la legge applicabile è quella in vigore al momento del compimento dell’atto. Le riforme legislative, anche quando introducono norme più favorevoli per l’imputato, non possono travolgere situazioni giuridiche consolidate, a meno che non sia espressamente previsto dal legislatore. La decisione sottolinea l’importanza cruciale delle disposizioni transitorie, che fungono da ponte tra la vecchia e la nuova disciplina, garantendo certezza del diritto ed evitando confusioni applicative. Per gli operatori del diritto, è un monito a non limitarsi alla lettura della nuova norma, ma a verificare sempre con attenzione il suo regime di applicazione nel tempo.

La Riforma Cartabia sulla restituzione in termine si applica alle sentenze passate in giudicato prima della sua entrata in vigore?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, in base alla disposizione transitoria (art. 89 del d.lgs. 150/2022), le nuove norme sull’art. 175 cod. proc. pen. si applicano solo alle impugnazioni contro sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022.

Perché il ricorso dell’imprenditore è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché invocava l’applicazione di una normativa (la Riforma Cartabia) non applicabile al suo caso, dato che la sentenza che intendeva impugnare era stata pronunciata nel 2020, prima dell’entrata in vigore della riforma.

Quale principio giuridico ha guidato la decisione della Corte?
La decisione si fonda sul principio del tempus regit actum, secondo cui gli atti giuridici sono regolati dalla legge in vigore al momento in cui sono stati compiuti. La disciplina transitoria della riforma ha esplicitamente limitato l’applicazione delle nuove norme ai procedimenti futuri, escludendo la retroattività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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