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Restituzione bene sequestrato: chi può chiederla?

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato per lesioni stradali che chiedeva la restituzione bene sequestrato. Il veicolo, non di sua proprietà, non poteva essergli restituito in quanto non ha dimostrato di avere alcun diritto legittimo su di esso, requisito fondamentale per la richiesta.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione Bene Sequestrato: La Cassazione Chiarisce Chi Ha Diritto a Chiederla

Nel corso di un procedimento penale, può accadere che un bene venga sottoposto a sequestro probatorio per esigenze di indagine. Ma cosa succede quando le indagini preliminari si protraggono o quando si ritiene che il bene non sia più necessario? La questione della restituzione bene sequestrato diventa centrale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 34775/2024) offre un chiarimento fondamentale su un punto cruciale: chi è legittimato a presentare tale richiesta? La risposta, come vedremo, è legata non al semplice utilizzo del bene, ma alla titolarità di un diritto legittimo su di esso.

I Fatti del Caso: Un Veicolo Sotto Sequestro

Il caso trae origine da un procedimento penale per il reato di lesioni personali stradali gravi o gravissime (art. 590bis c.p.). Nell’ambito di tale procedimento, il veicolo coinvolto nell’incidente veniva sottoposto a sequestro probatorio. L’indagato presentava un’istanza per ottenere il dissequestro del mezzo, ma il Pubblico Ministero la respingeva. Contro tale diniego, l’indagato proponeva opposizione al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), il quale, a sua volta, la rigettava, ritenendo necessario mantenere il vincolo sul veicolo per una possibile perizia tecnica in fase dibattimentale. L’indagato decideva quindi di ricorrere in Cassazione, lamentando un vizio di motivazione nell’ordinanza del GIP.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della necessità probatoria del sequestro, ma si ferma a un gradino prima, analizzando un presupposto processuale fondamentale: la legittimazione del richiedente. I giudici hanno rilevato un difetto di ‘interesse ad agire’ da parte dell’indagato, elemento che ha reso impossibile l’esame della sua impugnazione.

Le motivazioni: L’Importanza della Titolarità del Diritto e la Restituzione Bene Sequestrato

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nell’interpretazione dell’art. 262 del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che le cose sequestrate, quando non più necessarie a fini di prova, ‘sono restituite a chi ne abbia diritto’. La Corte sottolinea come questa dicitura non sia casuale. Per ottenere la restituzione di un bene, non è sufficiente essere l’indagato o colui che utilizzava il bene al momento del sequestro. È indispensabile dimostrare di essere il titolare di un diritto legittimo su quel bene, il cosiddetto jus possidendi.

Nel caso specifico, emergeva dagli stessi atti presentati dal ricorrente che il veicolo sequestrato era di proprietà di un soggetto terzo, estraneo al procedimento. L’indagato, non essendo il proprietario, non ha fornito alcuna prova, né ha semplicemente allegato, di avere un qualche diritto (come usufrutto, leasing o altro) che lo legittimasse a richiedere la restituzione. Mancando la prova di questo diritto, viene meno il suo ‘interesse ad agire’, ovvero quel presupposto che consente a un soggetto di rivolgersi a un giudice per ottenere tutela. Di conseguenza, la sua richiesta di restituzione bene sequestrato non poteva essere accolta, rendendo il suo ricorso inammissibile.

Le conclusioni

La sentenza in esame ribadisce un principio procedurale di notevole importanza pratica. La legittimazione a richiedere il dissequestro di un bene non spetta a chiunque, ma solo a colui che può vantare e, soprattutto, dimostrare un titolo giuridico che lo qualifichi come ‘avente diritto’. L’indagato che utilizzava un bene di proprietà altrui non ha, per ciò solo, il diritto di chiederne la restituzione. Questa pronuncia serve da monito: prima di avviare un’azione legale per il dissequestro, è fondamentale verificare chi sia il soggetto giuridicamente legittimato a farlo, onde evitare una declaratoria di inammissibilità che comporta non solo il mancato raggiungimento del risultato sperato, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Chi può richiedere la restituzione di un bene sottoposto a sequestro probatorio?
La restituzione può essere richiesta solo da chi dimostra rigorosamente di avere un diritto legittimo sul bene, come ad esempio il titolo di proprietà. Non è sufficiente essere l’indagato nel cui procedimento il bene è stato sequestrato o il semplice utilizzatore.

L’indagato può chiedere la restituzione di un veicolo sequestrato se non ne è il proprietario?
No. La sentenza chiarisce che l’indagato non proprietario non ha ‘interesse ad agire’ per la restituzione del bene, in quanto non può dimostrare di avere il diritto legittimo (jus possidendi) richiesto dalla legge per ottenere il dissequestro.

Cosa deve provare chi chiede la restituzione di un bene sequestrato?
Secondo la Corte, deve fornire la prova rigorosa della sussistenza di un suo diritto legittimo sul bene, come il titolo di proprietà o un altro diritto reale o personale di godimento che ne giustifichi il possesso legale. La semplice affermazione o il solo utilizzo del bene non sono sufficienti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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