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Responsabilità committente: quando è colpevole

La Corte di Cassazione conferma la condanna per omicidio colposo del committente di lavori edili a seguito di un infortunio mortale. La sentenza chiarisce la responsabilità committente anche in assenza di una sua presenza fisica in cantiere, quando la sua condotta incide sull’evento. Nel caso specifico, il committente aveva acconsentito a lavori eseguiti in difformità dal progetto, senza la supervisione del direttore dei lavori e senza un piano di sicurezza, assumendosi così la piena posizione di garanzia. La Corte ha ritenuto irrilevante la condotta imprudente del lavoratore, in quanto rientrante nell’area di rischio che il committente avrebbe dovuto gestire.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Responsabilità del Committente: La Cassazione Conferma la Condanna per Infortunio Mortale in Cantiere

La figura del committente nei lavori edili è spesso percepita come esterna alle dinamiche operative del cantiere. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la responsabilità committente non è un concetto astratto, ma un insieme di obblighi precisi la cui violazione può avere conseguenze penali gravissime. Questo caso analizza la condanna di un committente per l’infortunio mortale di un operaio, avvenuto durante lavori di scavo eseguiti in condizioni di palese pericolo e senza le dovute cautele, evidenziando come le scelte e le omissioni del cliente possano essere decisive nell’eziologia di un evento drammatico.

Il Caso: Un Lavoro Fatale di Domenica

I fatti riguardano un cantiere edile dove un operaio ha perso la vita per soffocamento a seguito del cedimento di una parete terrosa durante uno scavo. Le indagini hanno rivelato una serie di gravi inadempienze in materia di sicurezza. I lavori erano stati eseguiti di domenica, all’insaputa del direttore dei lavori e in palese difformità rispetto al progetto approvato, che prevedeva lo scavo in un punto diverso e meno pericoloso. Inoltre, mancava il piano di sicurezza e non erano state predisposte le necessarie opere di sostegno del terreno.

Il committente, pur non essendo presente al momento della tragedia, era stato informato che i lavori si sarebbero svolti in quel giorno festivo. Aveva inoltre scelto personalmente l’impresa esecutrice e l’operatore dell’escavatore, basandosi su rapporti di conoscenza pregressi piuttosto che su una verifica formale dell’idoneità tecnico-professionale.

Le Basi della Responsabilità Committente

Il ricorso in Cassazione si fondava sull’idea che il committente fosse una figura estranea alla gestione della sicurezza, la cui responsabilità sarebbe dovuta ricadere esclusivamente sull’appaltatore. La Suprema Corte ha rigettato questa tesi, chiarendo che la normativa sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008) impone al committente obblighi specifici e non delegabili.

La responsabilità del committente non è automatica, ma deve essere valutata in concreto, analizzando l’incidenza della sua condotta sull’evento. I criteri chiave sono:

* Scelta dell’impresa: La verifica dell’idoneità tecnico-professionale dell’appaltatore e dei lavoratori autonomi è un dovere primario.
* Ingerenza nell’esecuzione: Qualsiasi interferenza o indicazione che possa impattare sulla sicurezza sposta l’ago della bilancia verso il committente.
* Percepibilità del pericolo: La presenza di situazioni di rischio evidenti e immediatamente percepibili attiva un dovere di intervento.

le motivazioni

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto la condotta del committente causalmente legata all’infortunio. L’aver acconsentito che i lavori si svolgessero in assenza del direttore dei lavori ha di fatto esautorato quest’ultimo dalle sue funzioni di controllo, facendo ricadere sul committente la piena ‘posizione di garanzia’.

I giudici hanno sottolineato che, procedendo all’esecuzione di opere non ancora dettagliatamente progettate e senza avvisare il professionista incaricato, il committente si è assunto l’onere di garantire la sicurezza. La sua colpa risiede nel non aver effettuato una verifica delle capacità tecniche dell’impresa e dell’operatore, specialmente a fronte di un’attività oggettivamente pericolosa come uno scavo profondo. La Corte ha inoltre respinto la tesi della condotta anomala del lavoratore come causa esclusiva dell’evento. Le norme antinfortunistiche sono pensate proprio per tutelare il lavoratore anche da proprie imprudenze o negligenze. L’incidente si è verificato all’interno dell’area di rischio che il garante (in questo caso, il committente) era tenuto a governare mediante l’adozione delle cautele omesse.

le conclusioni

La sentenza ribadisce con forza che il ruolo del committente non è quello di un mero spettatore. Egli è il primo garante della sicurezza nel proprio cantiere, a partire dalla fase di scelta dei collaboratori. Affidare lavori basandosi sulla fiducia o sulla convenienza economica, senza una scrupolosa verifica delle competenze e dell’affidabilità in materia di sicurezza, costituisce una colpa grave. Permettere che i lavori procedano in violazione del progetto e senza la supervisione tecnica necessaria equivale ad assumersi direttamente la responsabilità per le possibili conseguenze. Questa pronuncia serve da monito: la sicurezza in cantiere inizia dalle decisioni del committente, le cui omissioni possono costare vite umane e comportare una sicura condanna penale.

Quando il committente di lavori edili è responsabile per un infortunio sul lavoro?
Il committente è responsabile quando la sua condotta ha un’incidenza concreta sull’evento. Ciò accade, ad esempio, se sceglie un’impresa non idonea, se si ingerisce nell’esecuzione dei lavori in modo da comprometterne la sicurezza, o se non interviene di fronte a situazioni di pericolo evidenti. In questo caso, il committente è stato ritenuto responsabile per aver permesso lo svolgimento di lavori pericolosi in assenza del direttore dei lavori e in difformità dal progetto.

La condotta imprudente del lavoratore esclude sempre la responsabilità del committente?
No. Secondo la Corte, la condotta imprudente del lavoratore non interrompe il nesso di causalità quando rientra nell’area di rischio che il garante (come il committente) ha il dovere di gestire. Le norme sulla sicurezza sono finalizzate a proteggere i lavoratori anche da errori, negligenze o imperizie. Solo un comportamento totalmente eccentrico ed esorbitante rispetto al rischio lavorativo può escludere la responsabilità del garante.

Il committente è obbligato a verificare l’idoneità dell’impresa a cui affida i lavori?
Sì. La sentenza afferma chiaramente che il committente ha l’obbligo di verificare l’idoneità tecnico-professionale dell’impresa e dei lavoratori autonomi scelti, specialmente in relazione alla pericolosità dei lavori da compiere. Omettere questa verifica è un profilo di colpa che può fondare la sua responsabilità penale in caso di infortunio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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