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Resistenza a pubblico ufficiale: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per resistenza a pubblico ufficiale. La decisione si fonda sul fatto che la sua condotta di guida durante la fuga aveva concretamente messo in pericolo l’incolumità degli agenti inseguitori e degli altri utenti della strada, rendendo il motivo di ricorso manifestamente infondato.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Resistenza a Pubblico Ufficiale: Quando la Fuga Diventa Reato

Il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del Codice Penale, sanziona chi usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale mentre compie un atto del suo ufficio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 15210/2024) offre un importante chiarimento su quando una semplice fuga si trasforma in una condotta penalmente rilevante, mettendo in luce il concetto di pericolo concreto.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo che, a seguito di una condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, ha proposto ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione. La sua condanna era stata confermata in precedenza dalla Corte di Appello, la quale aveva ritenuto che la sua condotta di guida durante un inseguimento avesse integrato gli estremi del reato contestato. L’imputato, nel tentativo di sottrarsi al controllo, aveva infatti guidato in modo tale da creare un serio rischio per l’incolumità non solo degli agenti che lo inseguivano, ma anche degli altri utenti della strada.

Analisi della Cassazione sulla Resistenza a Pubblico Ufficiale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo il motivo presentato come “manifestamente infondato” e “riproduttivo di identica censura” già adeguatamente respinta nel grado di appello. Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione tra una fuga passiva e una fuga che, per le sue modalità, si traduce in una forma di violenza o minaccia idonea a ostacolare l’atto del pubblico ufficiale.

Il Pericolo Concreto come Elemento del Reato

I giudici di legittimità hanno avallato la valutazione della Corte di Appello, la quale aveva correttamente evidenziato come la condotta del ricorrente avesse, in concreto, messo in pericolo l’incolumità degli inseguitori e degli altri cittadini. Il rischio di uno scontro violento contro l’auto degli agenti o di altri veicoli è stato considerato un elemento sufficiente a qualificare la fuga come una forma di “violenza impropria”, integrando così il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che il ricorso non introduceva nuovi e validi argomenti in diritto, ma si limitava a riproporre questioni di fatto già esaminate e correttamente decise dai giudici di merito. La Corte di Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente, fondata su rilievi in fatto e in diritto corretti. La condotta dell’imputato non era una mera disobbedienza, ma un’azione che, creando un pericolo reale e immediato, si configurava come un’opposizione attiva e violenta all’operato delle forze dell’ordine.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: la semplice fuga non costituisce di per sé il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Tuttavia, quando la fuga avviene con modalità tali da creare un concreto pericolo per l’incolumità di terzi, inclusi gli stessi agenti, essa si trasforma in una condotta penalmente rilevante ai sensi dell’art. 337 c.p. La decisione serve da monito: un ricorso per cassazione che non affronta vizi di legittimità ma si limita a contestare la valutazione dei fatti è destinato all’inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato e riproduttivo di una censura identica a quella già adeguatamente confutata dalla Corte di Appello.

Quale condotta specifica ha integrato il reato di resistenza a pubblico ufficiale?
La condotta che ha integrato il reato è stata la guida pericolosa durante la fuga, che ha messo concretamente in pericolo l’incolumità sia degli agenti inseguitori sia degli altri utenti della strada, rischiando di provocare uno scontro.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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