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Rescissione del giudicato: quale legge si applica?

Un imputato, assolto in primo grado ma condannato in appello in sua assenza, ha richiesto la rescissione del giudicato sostenendo di non essere a conoscenza del secondo grado di giudizio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che, in base alla disciplina transitoria della Riforma Cartabia, si applica la normativa precedente. Secondo la vecchia legge, la rescissione del giudicato è ammissibile solo se l’imputato non era a conoscenza dell’intero processo, e non solo di una sua fase. Avendo l’imputato partecipato al primo grado, la richiesta è stata respinta.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rescissione del Giudicato e Riforma Cartabia: la Disciplina Transitoria fa la Differenza

La rescissione del giudicato rappresenta un fondamentale strumento di garanzia per l’imputato che sia stato condannato senza avere avuto effettiva conoscenza del processo a suo carico. Con la recente Riforma Cartabia, la normativa su questo istituto ha subito importanti modifiche. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 15152/2024) offre un chiarimento cruciale su quale legge applicare ai procedimenti in corso, mettendo in luce il ruolo decisivo della disciplina transitoria.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un imputato accusato del reato di ricettazione. Il processo di primo grado si era svolto in sua assenza, ma dopo che gli era stato regolarmente notificato il decreto di citazione a giudizio. Questo primo grado si era concluso con una sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione del reato.

Contro tale sentenza, la Procura della Repubblica aveva proposto appello. La Corte di Appello, dopo aver disposto la citazione presso il domicilio eletto dall’imputato e, in sua assenza, al difensore d’ufficio, aveva ribaltato la decisione, condannando l’imputato.

Venuto a conoscenza della condanna definitiva, l’imputato presentava un’istanza di rescissione del giudicato, sostenendo di non aver mai avuto conoscenza del processo di appello e di non aver ricevuto alcuna notifica in merito, chiedendo quindi l’applicazione della nuova, e più favorevole, normativa introdotta dalla Riforma Cartabia.

La questione della legge applicabile alla rescissione del giudicato

Il cuore della questione giuridica risiede nella scelta tra la vecchia e la nuova formulazione dell’art. 629 bis del codice di procedura penale.

* Normativa pre-Cartabia: Prevedeva che la rescissione potesse essere richiesta solo se l’imputato provava di non aver avuto conoscenza dell’intero processo. La conoscenza anche di una sola fase (come il primo grado) rendeva inammissibile l’istanza.
* Normativa post-Cartabia: Ha esteso la possibilità di chiedere la rescissione anche al caso in cui l’imputato sia stato assente in una fase successiva al primo grado, pur avendo avuto conoscenza del procedimento iniziale.

L’imputato sosteneva l’applicazione della nuova norma, ma la Corte di Cassazione ha seguito un diverso percorso logico, basato sulla disciplina transitoria.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello. La motivazione si fonda sull’articolo 89 del D.Lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia), che funge da norma transitoria.

Questo articolo stabilisce che, se nei processi pendenti l’ordinanza con cui si è disposto di procedere in assenza dell’imputato è stata pronunciata prima dell’entrata in vigore della riforma, continuano ad applicarsi le disposizioni precedenti. Questo principio vale sia per le questioni di nullità in appello sia, appunto, per la rescissione del giudicato.

Nel caso specifico, l’ordinanza di procedere in assenza nel giudizio di appello era stata emessa prima della riforma. Di conseguenza, la Corte ha correttamente applicato la vecchia formulazione dell’art. 629 bis c.p.p.

Secondo tale normativa, poiché era dimostrato che l’imputato aveva avuto conoscenza del giudizio di primo grado (avendo ricevuto personalmente il decreto di citazione), l’istanza di rescissione era inammissibile. La legge non consentiva di ‘frazionare’ la conoscenza del processo; la consapevolezza anche di una sola fase precludeva l’accesso a questo rimedio straordinario. Le altre censure, relative a presunte nullità della notifica nel giudizio di appello, sono state ritenute irrilevanti, in quanto avrebbero dovuto essere fatte valere con un’istanza di rimessione in termini per impugnare la sentenza, rimedio ormai precluso dal passaggio in giudicato.

Conclusioni

Questa sentenza sottolinea l’importanza cruciale delle norme transitorie nell’applicazione delle riforme processuali. La decisione chiarisce che la nuova e più garantista disciplina della rescissione del giudicato non ha effetto retroattivo automatico. La sua applicabilità è strettamente legata al momento in cui è stata dichiarata l’assenza dell’imputato nel corso del processo. Per i procedimenti in cui tale dichiarazione è avvenuta prima della Riforma Cartabia, sopravvive il rigido principio secondo cui la conoscenza anche di una sola fase processuale impedisce la rescissione della condanna definitiva, anche se le fasi successive si sono svolte all’insaputa dell’interessato.

Quando si applica la nuova disciplina sulla rescissione del giudicato introdotta dalla Riforma Cartabia?
La nuova disciplina si applica solo ai procedimenti in cui l’ordinanza che dispone di procedere in assenza dell’imputato sia stata pronunciata dopo l’entrata in vigore della riforma. Per i casi precedenti, si applica la vecchia normativa, come stabilito dalla disciplina transitoria (art. 89 D.Lgs. 150/2022).

Secondo la vecchia normativa, è possibile chiedere la rescissione se si era a conoscenza del primo grado ma non dell’appello?
No. La sentenza chiarisce che, secondo la disciplina applicabile al caso, la rescissione del giudicato era ammessa solo se l’imputato dimostrava di non aver avuto conoscenza dell’intero giudizio. La conoscenza del processo di primo grado era sufficiente a rendere inammissibile l’istanza.

Quale altro rimedio avrebbe potuto utilizzare l’imputato per contestare la sentenza di appello di cui non ha avuto conoscenza?
La Corte suggerisce che le eventuali nullità intervenute nel giudizio di secondo grado avrebbero dovuto essere fatte valere tramite un’istanza di rimessione in termini per impugnare la sentenza d’appello. Tuttavia, una volta che la sentenza è diventata definitiva (passata in giudicato), anche questo rimedio risulta precluso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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