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Rescissione del giudicato: le modalità di deposito

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 383/2024, ha stabilito che la richiesta di rescissione del giudicato deve essere depositata personalmente in cancelleria, come previsto dall’art. 629-bis c.p.p. La Corte ha ritenuto inammissibile una richiesta inviata tramite posta raccomandata, chiarendo che la norma specifica prevale sulle regole generali in materia di impugnazioni. Il principio del favor impugnationis non può superare questa chiara disposizione di legge.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rescissione del Giudicato: Le Modalità di Presentazione Sono Tassative

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 383/2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sulle modalità di presentazione della richiesta di rescissione del giudicato. Questo importante istituto, previsto dall’art. 629-bis del codice di procedura penale, rappresenta un mezzo di impugnazione straordinario. La Corte ha stabilito che la disciplina specifica prevista per questo rimedio prevale sulle norme generali, rendendo obbligatorio il deposito personale dell’istanza in cancelleria e inammissibile l’invio tramite posta.

Il Fatto: Una Richiesta Inviata per Posta Raccomandata

Il caso trae origine dal ricorso di un cittadino straniero contro un’ordinanza della Corte d’Appello di Trieste. Quest’ultima aveva dichiarato inammissibile la sua richiesta di rescissione avverso una sentenza di condanna emessa dal Tribunale. Il motivo dell’inammissibilità era puramente procedurale: l’istanza, sebbene sottoscritta personalmente dal ricorrente con firma autenticata da un avvocato estero, era stata trasmessa alla cancelleria del tribunale tramite posta raccomandata, anziché essere depositata personalmente.

La difesa del ricorrente sosteneva che, in assenza di una sanzione esplicita di inammissibilità, dovessero applicarsi le norme generali sulle impugnazioni (art. 583 c.p.p.), che consentono la spedizione dell’atto. Secondo questa tesi, la modalità scelta era legittima.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla rescissione del giudicato

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo manifestamente infondato e confermando la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno chiarito che le modalità di presentazione della richiesta di rescissione del giudicato non sono flessibili, ma seguono una disciplina speciale e derogatoria.

La Specificità dell’Art. 629-bis c.p.p.

Il punto centrale della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 582 c.p.p., la norma generale sulle impugnazioni. Questa norma, pur prevedendo il deposito personale, inizia con la clausola “salvo che la legge disponga altrimenti”. Secondo la Cassazione, l’art. 629-bis, comma 2, c.p.p., rappresenta proprio una di queste eccezioni. La legge, in questo caso, dispone “altrimenti”, prevedendo una chiara ed espressa disciplina derogatoria che impone il deposito personale in cancelleria (direttamente o tramite un incaricato).

La Corte ha richiamato precedenti sentenze delle Sezioni Unite che avevano già stabilito come la natura di mezzo di impugnazione straordinaria della rescissione imponga un rigore formale, tra cui il deposito diretto dell’atto e dei relativi allegati presso la cancelleria del giudice competente.

Il Principio del Favor Impugnationis non è Assoluto

La difesa aveva invocato il principio del favor impugnationis, secondo cui nel dubbio si dovrebbe interpretare la legge a favore dell’ammissibilità dell’impugnazione. La Cassazione ha però ribadito che tale principio non è assoluto e non può operare quando si scontra con limiti rigorosi e tassativi previsti dalla legge, come nel caso della rescissione del giudicato. La natura intrinseca di questo rimedio straordinario giustifica un formalismo più accentuato.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su una logica di specialità normativa. L’art. 629-bis c.p.p. non è una norma generica, ma una disposizione creata specificamente per un rimedio eccezionale, volto a scardinare una sentenza passata in giudicato. Tale eccezionalità giustifica l’imposizione di modalità di presentazione più rigide rispetto alle impugnazioni ordinarie. L’invio a mezzo posta, secondo i giudici, non offre le stesse garanzie di certezza e immediatezza del deposito personale in cancelleria. La norma speciale, essendo chiara ed espressa, prevale su quella generale, senza lasciare spazio a interpretazioni estensive o analogiche. Di conseguenza, la scelta di una modalità di presentazione non conforme a quella prescritta dalla norma speciale comporta inevitabilmente l’inammissibilità della richiesta.

Conclusioni

La sentenza n. 383/2024 della Corte di Cassazione consolida un orientamento di rigore formale per la richiesta di rescissione del giudicato. Chi intende avvalersi di questo strumento deve attenersi scrupolosamente alla procedura indicata dall’art. 629-bis c.p.p., che prevede il deposito personale dell’istanza presso la cancelleria della Corte d’Appello competente. Qualsiasi altra modalità, inclusa la spedizione tramite servizio postale, sarà considerata inammissibile, con la conseguente impossibilità per il giudice di esaminare il merito della richiesta. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza del rispetto delle forme processuali, soprattutto quando si tratta di mezzi di impugnazione straordinari.

Come si presenta la richiesta di rescissione del giudicato?
La richiesta di rescissione del giudicato, ai sensi dell’art. 629-bis, comma 2, del codice di procedura penale, deve essere presentata personalmente, o a mezzo di un incaricato, nella cancelleria della Corte d’Appello nel cui distretto si trova il giudice che ha emesso la sentenza di condanna.

È possibile inviare la richiesta di rescissione del giudicato tramite posta raccomandata?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’invio tramite posta raccomandata non è una modalità valida per la presentazione di tale richiesta. La norma specifica prevede una disciplina derogatoria che impone il deposito personale, rendendo inammissibile qualsiasi altra forma di trasmissione.

Il principio del ‘favor impugnationis’ si applica alla richiesta di rescissione del giudicato?
No, non in questo contesto. La Corte ha chiarito che il principio del favor impugnationis non può superare i limiti rigorosi e tassativi imposti dalla legge per un mezzo di impugnazione straordinario come la rescissione, per il quale è richiesta una stretta osservanza delle forme procedurali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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