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Rescissione del giudicato: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento che negava la rescissione del giudicato a un imputato dichiarato irreperibile. La Corte ha stabilito che la disciplina transitoria della L. 67/2014 si applica ai processi il cui giudicato si è formato dopo l’entrata in vigore della legge, anche se la sentenza di condanna è precedente, qualificando il procedimento come “pendente”.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rescissione del giudicato per processi pendenti: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3162 del 2024, offre un’importante interpretazione sull’applicabilità dell’istituto della rescissione del giudicato. Questo strumento processuale, introdotto dalla legge n. 67 del 2014, è fondamentale per la tutela dei diritti di chi è stato condannato senza aver avuto piena conoscenza del processo. Il caso in esame chiarisce come le norme transitorie si applichino ai procedimenti che, pur avendo una sentenza emessa prima della riforma, non erano ancora passati in giudicato al momento della sua entrata in vigore.

I fatti del caso: una richiesta di rescissione respinta

Un uomo, condannato con una sentenza emessa nell’aprile 2014, presentava un’istanza per la rescissione del giudicato, divenuto definitivo nel novembre dello stesso anno. La Corte di Appello di Lecce dichiarava la richiesta inammissibile. La motivazione si basava su un’interpretazione restrittiva della legge: poiché la sentenza era stata pronunciata prima dell’entrata in vigore della legge n. 67 del 2014 (avvenuta il 28 aprile 2014), l’istituto della rescissione non poteva essere applicato.

Il difensore dell’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la violazione del principio di uguaglianza e la scorretta applicazione delle norme transitorie previste dalla legge di riforma.

L’intervento della Cassazione e l’applicazione della rescissione del giudicato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ribaltando la decisione della Corte territoriale. Il punto focale della decisione non è la data di emissione della sentenza di condanna, ma la data in cui essa è diventata definitiva e irrevocabile. La Suprema Corte ha stabilito che, poiché il processo era ancora ‘pendente’ al momento dell’entrata in vigore della nuova legge, esso rientrava pienamente nel campo di applicazione della disciplina transitoria.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 15-bis della legge n. 67 del 2014. Questa norma transitoria estende l’applicabilità della nuova disciplina, inclusa la rescissione del giudicato, a situazioni specifiche pregresse. In particolare, la norma si rivolge al ‘contumace’ che sia stato dichiarato ‘irreperibile’ nel corso del giudizio. Nel caso di specie, la sentenza era diventata definitiva solo il 17 novembre 2014, ovvero diversi mesi dopo l’entrata in vigore della riforma. Di conseguenza, il procedimento doveva considerarsi ‘pendente’ e, pertanto, soggetto alle nuove regole. La Cassazione ha ritenuto che il processo dell’imputato rientrasse proprio in questa casistica, rendendo applicabile il nuovo istituto e illegittimo il diniego della Corte di Appello.

Le conclusioni

Questa sentenza è di notevole importanza pratica perché stabilisce un principio chiaro: ai fini dell’applicazione delle norme transitorie sulla rescissione del giudicato, ciò che conta è se il processo fosse ancora ‘pendente’ – cioè non concluso con sentenza irrevocabile – al momento dell’entrata in vigore della legge. La data della sentenza di primo grado o di appello non è dirimente. La Cassazione ha quindi annullato il provvedimento impugnato, rinviando il caso alla Corte di Appello di Lecce per una nuova valutazione alla luce di questo principio, garantendo così una più ampia tutela dei diritti difensivi.

Quando si applica la disciplina sulla rescissione del giudicato introdotta nel 2014?
Si applica anche ai processi che, al momento dell’entrata in vigore della legge (28 aprile 2014), non si erano ancora conclusi con una sentenza irrevocabile (passata in giudicato), anche se la sentenza di condanna era stata emessa in data anteriore.

Un processo è considerato “pendente” ai fini della norma transitoria se la sentenza non è ancora definitiva?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che un procedimento è da considerarsi “pendente” finché la sentenza non passa in giudicato. Se questo avviene dopo l’entrata in vigore di una nuova legge, le norme transitorie di quest’ultima possono trovare applicazione.

La disciplina transitoria sulla rescissione si applica a chi era stato dichiarato irreperibile?
Sì. La sentenza specifica che la disciplina transitoria prevista dall’art. 15-bis della L. n. 67 del 2014 prevede esplicitamente l’applicabilità della nuova disciplina, e quindi anche della rescissione del giudicato, al contumace che, come nel caso di specie, era stato dichiarato ‘irreperibile’ nel corso del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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