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Rescissione del giudicato: il termine per la richiesta

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un Procuratore generale, confermando la validità di un’ordinanza di rescissione del giudicato. Il caso verteva sulla tempestività della richiesta, presentata da un condannato. La Corte ha stabilito che il termine di trenta giorni era stato rispettato, poiché il deposito dell’istanza tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) era avvenuto il 30 settembre, tenendo conto della sospensione feriale dei termini, e non il 1° ottobre come erroneamente indicato nel provvedimento impugnato.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rescissione del Giudicato: la Cassazione Fa Chiarezza sul Calcolo dei Termini

In una recente pronuncia, la Corte di Cassazione ha affrontato un caso cruciale in materia di rescissione del giudicato, offrendo chiarimenti fondamentali sul calcolo dei termini per la presentazione dell’istanza, specialmente quando di mezzo ci sono la sospensione feriale e il deposito telematico degli atti. Questa decisione sottolinea l’importanza della data certa fornita dalla ricevuta di consegna della Posta Elettronica Certificata (PEC) rispetto a eventuali indicazioni erronee contenute in un provvedimento giudiziario.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza di condanna per furto aggravato, divenuta definitiva. L’imputato, venuto a conoscenza della condanna solo in data 14 agosto 2024, presentava un’istanza per la rescissione del giudicato, uno strumento che consente di rimettere in discussione una condanna definitiva quando il condannato non ha avuto effettiva conoscenza del processo.

La Corte di appello accoglieva l’istanza e revocava la sentenza di condanna. Tuttavia, il Procuratore generale presso la stessa Corte proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che l’istanza fosse tardiva. Secondo il Procuratore, il termine di trenta giorni non era stato rispettato, basandosi sulla data del 1° ottobre 2024 indicata nell’ordinanza impugnata come data di deposito.

La questione della tempestività e la rescissione del giudicato

Il cuore della controversia risiedeva nel calcolo del termine di trenta giorni previsto dalla legge. Tale termine decorre dalla data in cui il condannato ha avuto conoscenza effettiva della sentenza. Nel caso specifico, questa data era il 14 agosto 2024.

Il calcolo, però, doveva tenere conto della sospensione feriale dei termini processuali, che va dal 1° al 31 agosto di ogni anno. Questo significa che il conteggio dei giorni si “congela” durante tale periodo. La difesa dell’imputato ha dimostrato, attraverso la ricevuta di consegna della PEC, che l’istanza di rescissione era stata depositata telematicamente il 30 settembre 2024, e non il 1° ottobre. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a decidere se il deposito del 30 settembre fosse tempestivo e quale data dovesse prevalere: quella della ricevuta PEC o quella indicata nel provvedimento del giudice.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso del Procuratore generale infondato. I giudici hanno stabilito che la prova decisiva per determinare la tempestività di un atto depositato telematicamente è la ricevuta di consegna della PEC. Questo documento fornisce una data e un’ora certe, aventi valore legale, che non possono essere superate da un’erronea indicazione successiva contenuta in un provvedimento.

Di conseguenza, la Corte ha accertato che il deposito era avvenuto il 30 settembre 2024. Calcolando il termine di trenta giorni a partire dal 14 agosto 2024 e tenendo conto della sospensione feriale (dal 1° al 31 agosto), il deposito risultava pienamente tempestivo. L’errore materiale contenuto nell’ordinanza della Corte d’appello (che indicava il 1° ottobre) non poteva pregiudicare il diritto dell’imputato. La decisione di accogliere l’istanza di rescissione del giudicato era, quindi, corretta.

Le conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio fondamentale nell’era del processo telematico: la certezza dei dati forniti dagli strumenti digitali certificati, come la PEC, è prevalente. Per avvocati e cittadini, ciò significa che la ricevuta di consegna costituisce la prova regina della data di un deposito, proteggendo le parti da possibili errori materiali della cancelleria o del giudice. La decisione consolida inoltre il diritto alla rescissione del giudicato come un importante presidio di garanzia, assicurando che i termini per accedervi siano calcolati con precisione, rispettando istituti come la sospensione feriale.

Qual è il termine per presentare l’istanza di rescissione del giudicato?
L’istanza deve essere presentata entro trenta giorni dal momento in cui il condannato ha avuto effettiva conoscenza della sentenza definitiva a suo carico.

La sospensione feriale dei termini si applica al calcolo della scadenza per la rescissione?
Sì, il periodo dal 1° al 31 agosto non si computa nel calcolo del termine di trenta giorni, che di fatto rimane sospeso e riprende a decorrere dal 1° settembre.

In caso di deposito tramite PEC, quale data fa fede per la tempestività dell’atto?
Fa fede la data indicata nella ricevuta di consegna del messaggio di Posta Elettronica Certificata, in quanto fornisce prova legale e certa del momento in cui l’atto è pervenuto nella cancelleria del giudice, anche se un provvedimento successivo riporta erroneamente una data diversa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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